Si tenta di fare luce da parte dell’Oms sull’origine del virus in Cina e di comprendere anche su come sia stata gestita dalle autorità locali la drammatica vicenda del Covid-19. Infatti, una delegazione dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) indaga su tutti gli aspetti di una vicenda, ancora per certi versi, assai oscura.
Questo team di esperti è andato in visita nei due ospedali dove sono stati ricoverati i primi pazienti contagiati dal virus e si sono incontrati con i medici e le autorità locali per fare chiarezza su quando il Covid-19 abbia iniziato la sua ascesa. Il governo cinese ha sempre affermato che il primo caso rilevato risale al 27 dicembre 2019 ed è stato riscontrato da un paziente affetto da una «pneumonia di origine sconosciuta».
La delegazione dell’Oms andrà anche a visitare il mercato del pesce di Wuhan che è stato considerato il primo incubatore della pandemia. La Cina ha sempre sostenuto finora che la causa del virus sia stata probabilmente dovuta a una partita di frutti di mare congelati e poi arrivati al mercato della città.
Un’ipotesi che è stata esclusa sino ad adesso dagli scienziati. Gli studiosi non si fermeranno alle tesi cinesi e hanno fatto sapere che prenderanno in esame ogni ipotesi sull’origine del virus. La missione del team Oms è sicuramente protesa ad accertare i fatti ed è motivata anche dalle posizioni assunte dai governi occidentali che chiedono chiarezza e che hanno accusato la Cina di aver inizialmente ritardato la diffusione di informazioni sul nuovo virus.
Si ricorderà anche che le polemiche sulla gestione del Covid-19 non hanno risparmiato neanche la stessa Oms e sono state avanzate dall’ex presidente americano Donald Trump che, dopo la scoppio della pandemia, ha infatti annunciato la decisione di uscire dall’Oms accusata di avere «coperto» la Cina per via dei presunti legami tra il regime di Pechino e il direttore dell’organizzazione internazionale, Tedros Adhanom.
Si deve rilevare il fatto che un tribunale di Pechino abbia condannato a quattro anni di detenzione la giornalista Zhang Zhan che è stata ritenuta “colpevole” di avere fatto circolare le denunce sulle difficoltà quotidiane incontrate dalla popolazione di Wuhan durante la prima ondata di virus. Ancora oggi diverse associazioni umanitarie hanno chiesto il suo rilascio.