Home In evidenza MATTERELLA: I PARTITI SCONFIGGANO L’INCAPACITÀ DI SCEGLIERE

MATTERELLA: I PARTITI SCONFIGGANO L’INCAPACITÀ DI SCEGLIERE

by Calogero Jonathan Amato

Il Capo dello Stato ha lanciato un messaggio chiaro alle forze politiche: evitate di strumentalizzare l’elezione del Presidente della Repubblica e pensateci per tempo. Sul tema della rielezione dell’inquilino di turno del Colle c’è una vasta letteratura dovuta a due fattori. Da una parte spesso in Italia, non solo in politica, le scadenze vengono affrontate all’ultimo minuto e talvolta il giorno dopo.

Dall’altra i partiti vivono una fase di equilibrio instabile, se così vogliamo chiamarlo, che non aiuta né a elaborare i programmi a lunga scadenza né a scegliere gli uomini sulle cui gambe questi processi camminano. L’elezione del Capo dello Stato, una scelta delicatissima perché il Quirinale ha assunto un ruolo di maggior rilevo anche come garante internazionale dell’Italia dopo la fine della prima Repubblica, ha l’effetto di gettare sale sulle ferite del nostro sistema politico che non riesce a far decollare le indispensabili riforme istituzionali. I Costituenti tolsero al Presidente della Repubblica il potere di sciogliere le Camere negli ultimi sei mesi del mandato per impedirgli di utilizzare le elezioni anticipate come strumento per favorire la propria rielezione.

Basterebbe inserire nella Carta il divieto di rielezione del capo dello Stato, cosa prevista ad esempio per giudici costituzionali, per risolvere un problema non piccolo. Oggi non ci sono le condizioni per farlo ma non sarebbe l’unico intervento necessario. Ne cito un altro: dalle prossime elezione politiche elezioni politiche sarà ridotto il
numero dei parlamentari da quasi 1.000 a 600. Ma non è stato tagliato in egual misura il numero dei rappresentanti regionali, mi pare 58, che partecipano all’elezione del Presidente. Questo significa, in termini semplificati, che le Regioni hanno un maggior potere. Il che suscita meraviglia dopo quanto abbiamo visto nel corso della pandemia che messo in evidenzia uno squilibrio nei rapporti fra Stato e Regioni e una evidente disparità di compartimenti e di efficienza da parte delle stesse Regioni.

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