Home Attualità Il vice presidente del Csm David Ermini: “Serve un ripudio secco del carrierismo: ha generato patti scellerati”

Il vice presidente del Csm David Ermini: “Serve un ripudio secco del carrierismo: ha generato patti scellerati”

by Rosario Sorace

Il vice presidente del Csm, David Ermini, ha partecipato alla presentazione del corso della Scuola superiore della magistratura dedicato all’etica del magistrato sui tempi della giustizia e in particolare si è soffermato sulla necessità urgente di realizzare una riforma dell’organo di autogoverno della magistratura.

Il suo saluto è stato denso di chiari messaggi e di valutazioni su alcuni aspetti che sono relativi al Csm affermando che “serve un ripudio secco del carrierismo: ha generato patti scellerati e valutazioni arbitrarie. Tutti noi avvertiamo l’urgenza di un incisivo intervento riformatore che, salvaguardando e, se possibile, rafforzando la dignità e l’autorevolezza del Csm quale organo di rilievo costituzionale, rimuova da un lato il rischio di prassi distorsive nei meccanismi di nomina e valutazione ancorandole in modo definitivo al merito e alle capacità e dall’altro promuova una partecipazione e una rappresentanza non condizionate da legami personali o logiche di schieramento”.

Il vice Presidente Ermini aveva espresso queste stesse idee anche nel corso del plenum del Csm che ha approvato all’unanimità il rendiconto finanziario sulla gestione del 2020 che quest’anno si è chiuso, soprattutto a causa della pandemia, che ha limitato le attività, con un corposo avanzo di amministrazione, che sommato a quello degli anni precedenti arriva a 17 milioni di euro.

“Siamo tutti in attesa che il Parlamento porti a conclusione la riforma del Csm e in quel momento, in tempi brevi, noi saremo chiamati a dover modificare sia il regolamento di contabilità che il regolamento interno, sulla base delle modifiche che il parlamento approverà”, ha detto Ermini e secondo il suo punto di vista è “urgente che la magistratura nel suo insieme sappia cogliere questa triste congiuntura per rigenerarsi nel profondo”.

“Serve un coraggioso rinnovamento culturale – ha proseguito -, serve il ripudio secco del carrierismo e dei metodi correntizi, serve soprattutto ritrovare una forte carica etica che valga a riconquistare nell’interesse generale fiducia e legittimazione”. Il vice presidente del Csm denuncia con parole dure il “carrierismo smodato” che, a suo avviso, è il “vero male che sta inquinando la credibilità dell’ordine giudiziario”.

“Un carrierismo che – ha poi affermato appunto nel suo saluto a un corso sull’etica del magistrato organizzato dalla Scuola della magistratura – ha generato patti scellerati, valutazioni arbitrarie, grumi di convenienze. Trasformando il pluralismo associativo, che è in sé una ricchezza, in becere cordate correntizie, se non (peggio ancora) in frazioni clientelari interne. E soprattutto trasformando agli occhi dell’opinione pubblica l’indipendenza e l’autonomia, capisaldi dell’equilibrio tra i poteri e garanzia di tutela dei diritti, in privilegio odioso e ingiustificato”. Chi ha orecchie per intendere intenda.

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