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La Cina denuncia la dichiarazione del G7 e esorta il gruppo a smettere di diffamare il Paese

by Nik Cooper

La Cina ha denunciato lunedì la dichiarazione congiunta dei leader del Gruppo dei Sette che aveva rimproverato Pechino su una serie di questioni come una grave interferenza negli affari interni del Paese e ha esortato il gruppo a smettere di diffamare la Cina.

I leader del G7 domenica hanno accusato la Cina di ledere i diritti umani nella regione fortemente musulmana dello Xinjiang, hanno chiesto a Hong Kong di mantenere un alto grado di autonomia e hanno sottolineato l’importanza della pace e della stabilità attraverso lo stretto di Taiwan, tutte questioni molto delicate per Pechino.

L’ambasciata cinese a Londra si è detta fortemente insoddisfatta e decisamente contraria alle menzioni dello Xinjiang, di Hong Kong e di Taiwan che hanno distorto i fatti ed esposto le “intenzioni sinistre di alcuni paesi come gli Stati Uniti”.

Con la pandemia di COVID-19 ancora in corso e l’economia globale lenta, la comunità internazionale ha bisogno dell’unità e della cooperazione di tutti i paesi piuttosto che della “cricca” della politica di potere che semina divisione, ha aggiunto. Difficile essere contrari. Ma la Cina si isola da sola con le sue politiche conservatrici e repressive.

E così la Cina risponde muovendo aspre accuse al G7: “Non devono interferire negli affari interni della Cina, la reputazione della Cina non deve essere calunniata e gli interessi della Cina non devono essere violati. Difenderemo risolutamente la nostra sovranità nazionale, sicurezza e interessi di sviluppo e combatteremo risolutamente contro tutti i tipi di ingiustizie e violazioni imposte alla Cina”, ha detto l’ambasciata.

Il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, ha affermato che la dichiarazione di domenica del G7 è stata un significativo passo avanti per il gruppo poiché i leader si sono radunati attorno alla necessità di “contrastare e competere” con la Cina su sfide che vanno dalla salvaguardia della democrazia alla corsa tecnologica.

L’ambasciata cinese ha affermato che il G7 dovrebbe fare di più per promuovere la cooperazione internazionale invece di creare artificialmente scontri e attriti.

“Esortiamo gli Stati Uniti e gli altri membri del G7 a rispettare i fatti, comprendere la situazione, smettere di diffamare la Cina, smettere di interferire negli affari interni della Cina e smettere di danneggiare gli interessi della Cina”.

L’ambasciata ha anche affermato che il lavoro sull’analisi delle origini della pandemia di COVID-19 non dovrebbe essere politicizzato, dopo che il G7 nella stessa dichiarazione ha chiesto un’indagine completa e approfondita sulle origini del coronavirus in Cina.

Il gruppo congiunto di esperti sul virus tra la Cina e l’Organizzazione mondiale della sanità ha condotto ricerche in modo indipendente e seguendo le procedure dell’OMS, ha aggiunto l’ambasciata.

“I politici negli Stati Uniti e in altri paesi ignorano i fatti e la scienza, mettono apertamente in discussione e negano le conclusioni del rapporto del gruppo di esperti congiunto e fanno accusano irragionevoli contro la Cina”.

Di sicuro, l’atmosfera si fa incandescente per l’Italia, ritrovatasi tra due fuochi. La Cina non è il nemico pubblico numero uno, ma una sua visione più ampia sarebbe di buon auspicio per un mondo migliore. Da una parte c’è chi l’etichetta come la “Morte Nera” e dall’altra si sponsorizzano come gli innovatori del mondo. Ma dov’è la verità?

La verità, al solito, sta nel mezzo, e vedere le due superpotenze darsi battaglia per una leadership finale, la dice lunga sulla posizione da acquisire dall’Italia, ritrovatasi con Conte prima e Draghi poi, vista anche la differenza di vedute dei due governi, con il piede in due staffe.

In questi casi bisogna comportarsi mantenendo i rapporti con entrambe le potenze senza fare preferenze. Come quando due genitori si separano. Il bambino sveglio non fa preferenze e illude i due genitori di potersi vendere al miglior offerente andando a guadagnare da entrambi.

Vista la situazione per l’Italia, scegliere può rivelarsi una scelta fatale, non scegliere potrebbe essere un guadagno da entrambe le parti; visto che tutte e due le potenze mirano ad avere il controllo del Bel Paese considerato da sempre il centro d’Europa.

Tra Cina e Usa si deve scegliere l’Italia. E non si può far leva sul rispetto dei diritti per denigrare uno a discapito dell’altro. Si può fare molto di più costruendo un ponte che innalzando un muro. Quindi perché scegliere?

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