La storia si ripete, non una, non due ma ben tre volte. Non abbiamo fatto in tempo ad uscire dalla seconda ondata da Covid19 che già si parla di terza. Il nuovo anno non sembra proprio voler iniziare con i buoni propositi. Occorre con urgenza trovare una soluzione, definitiva, per uscire dalla crisi che da sanitaria ed economica si sta pian piano evolvendo a crisi mentale. C’è chi potrebbe impazzire tra lockdown sì, lockdown no, semi lockdown sì, semi lockdown no. Giallo, arancione e rosso. Neanche fossero i colori di tendenza per la moda primavera/estate 2021.
Se si chiude addio ad aziende, ristoranti, commercio e locali di ogni genere e tipo. Se si apre ecco spuntare gli assembramenti come non mai (complice il periodo di Natale), aperitivi, passeggiate tra le vetrine alla ricerca del regalo perfetto, centri storici invasi dalle persone che cercano di trovare quella normalità oramai da tempo troppo distante.
Insomma, non siamo capaci di trovare quel perfetto equilibrio tra economia e salute. Ma poi, questo equilibrio esisterà davvero? Chiusura uguale danno all’economia, apertura uguale danno alla salute. Come liberarci allora di questo Covid19?
Attraverso il vaccino, qualcuno potrebbe dire. Si parla di somministrazione già da gennaio 2021 però ecco serpeggiare l’incognita di molti che non si fidano poi così tanto. Il passato ci ha dimostrato che ci vogliono anni per trovare, creare, realizzare, testare e approvare un vaccino e noi siamo stati in grado di fare tutto ciò in una manciata di mesi. Meriteremmo il premio Nobel per la velocità, se tale premio esistesse. Ma così non è e non dobbiamo neanche scherzarci su.
Il desiderio più grande è tornare alla normalità, alle uscite con gli amici, alle cene in famiglia, alle relazioni, agli aperitivi tanto amati dagli italiani e a ritrovare quel sorriso che ci contraddistingue e distingue. Ma questo sembra lontano. Il governo è ancora troppo diviso su troppi temi, sull’organizzazione, sulle modalità comunicative, sui protocolli da adottare, sul piano pandemico. Se poi, a tutto questo, si aggiunge la partita del Mes, sulla quale la maggioranza è più che mai divisa con un M5s che prima era per il no assoluto, poi per il sì pieno (strada che non è stata gradita da alcuni di loro tanto da portarli a passare nel gruppo misto) e un Renzi che con il suo circa 3% rischia di far cadere il governo perché contrario all’ennesima task force, trovando addirittura il plauso dell’opposizione e soprattutto del leader della Lega Matteo Salvini, beh, allora dobbiamo fermarci a riflettere perché qualcosa non funziona più.
È come se fossimo caduti in un sonno profondo, come in ‘La bella addormentata nel bosco’. Forse ci risveglieremo nel 2021 e scopriremo che tutto questo è stato solo un brutto sogno. Ma qualcosa mi dice che non è così, che questa è la realtà, un’amara e triste realtà dalla quale però, ne sono convita, ne usciremo più forti di prima, più consapevoli che la struttura della nostra casa, l’Italia, deve avere delle fondamenta più solide, con delle mura portanti, in questo caso la sanità, il lavoro, l’economia che siano più robuste, e che non vengano giù al primo soffio di vento (il Covid). Per fare questo è necessario chiamare la migliore squadra di sempre, i migliori muratori che ci siano sulla piazza, competenti, esperti del mestiere che insieme ai migliori idraulici, architetti e ingegneri ognuno con la propria competenza, ci costruiscano la migliore casa che si possa avere, il nostro Paese.
Ecco, di questo abbiamo bisogno, di qualcuno che ci faccia sentire protetti tra le mura di una casa. Sapere che a volte possiamo sentire qualche scricchiolo dovuto al normale spostamento e assestamento del palazzo (le difficoltà di un Paese) ma, che nonostante questo, la casa (l’Italia) non crollerà perché è composto dai miglior materiali (sanità, lavoro, economia) che ci sia al mondo, e questo grazie a quegli esperti che hanno messo in campo tutto il loro sapere.