Home Attualità QUALCHE OSSERVAZIONE SU SPORT, POLITICA E SIMBOLI

QUALCHE OSSERVAZIONE SU SPORT, POLITICA E SIMBOLI

by Calogero Jonathan Amato
  1. Sport e politica sono realtà strettamente correlate. Impossibile pensare di separarle.

L’organizzazione dello sport moderno presenta forti connessioni con le identità nazionali: in molti sport di squadra le competizioni sovranazionali e mondiali vedono contrapporsi squadre che rappresentano gli Stati (e le trasformazioni riguardanti questi ultimi si riflettono sulle corrispondenti rappresentanze sportive), ma anche negli sport individuali gli atleti in gara sono identificati per nazionalità; inoltre, le organizzazioni sportive si articolano in associazioni nazionali.

In diversi casi lo sport ha contribuito notevolmente al processo di sviluppo di identità locali e nazionali e ha persino costituito uno strumento di lotta sociale (si pensi al Brasile, dove le comunità di colore usarono il calcio, sport nel quale raggiunsero ben presto livelli di eccellenza, come strumento di emancipazione contro i bianchi dominatori; ma anche all’uso del rugby fatto da Nelson Mandela come mezzo d’integrazione nazionale).

Oltre a fornire strumenti potenti di identificazione, lo sport consente di dare sfogo a rivalità che potrebbero sfociare nella violenza e sono noti i casi in cui competizioni sportive hanno fermato, anche se solo temporaneamente, conflitti bellici (Orwell diceva che “lo sport è una guerra senza gli spari”).

Non si deve trascurare, infine, che il diritto di partecipare a tornei e campionati o quello di dare ospitalità a eventi sportivi internazionali è per gli Stati motivo di legittimazione politica e di prestigio.

I legami tra sport e politica sono dunque tanti e non trascurabili; ciò è evidente anche nel cinema e nella cultura popolare (si pensi a film come “Fuga per la vittoria”, “Invictus”, “Momenti di gloria”, “Rocky 4” ecc.).

  1. Lo sport è fatto di riti e simboli.

In sociologia gli eventi sportivi sono stati analizzati come rituali mediante i quali le comunità entrano in contatto e stringono legami culturali. In tal senso, lo sport fornisce riti e simboli per mezzo dei quali è possibile esprimere identità e unità a comunità locali e nazionali. Scrive R. Giulianotti: “Come le feste religiose, i rituali dello sport permettono a ciascuna collettività di celebrare sé stessa, rafforzando il sentimento di identità condivisa tra partecipanti e spettatori. Il simbolismo è la chiave di tutto. I singoli atleti incarnano, e rappresentano, la località o la nazione, sono letteralmente avvolti nei suoi colori. … Negli incontri internazionali è issata la bandiera nazionale, mentre l’inno è suonato e cantato dai giocatori e dal pubblico. L’evento è diffuso dai media assieme a una telecronaca o una radiocronaca che mira a stimolare l’interesse dell’intera nazione, spingendo lo spettatore o l’ascoltatore a seguire lo svolgimento dell’incontro alla stregua di un sostenitore della patria”.

  1. Non ha dunque molto senso affermare né che la politica deve stare fuori dallo sport, visto che ci sta dentro da sempre, né che certi simboli sono estranei al mondo sportivo, dal momento che ne hanno sempre fatto parte.

E ciò vale anche per il “take the knee”, un gesto simbolico compiuto da Martin Luther King nel 1965 in Alabama, dopo che la polizia aveva arrestato 250 attivisti che sostenevano il diritto di voto per gli afroamericani. Un gesto ripreso nel 2016 dal giocatore di football Colin Kaepernick, che decise di inginocchiarsi durante l’inno nazionale, in segno di protesta e in onore delle vittime afroamericane della polizia. Il gesto si diffuse e, dopo il durissimo attacco di Donald Trump e l’omicidio di George Floyd, cominciò a essere praticato in tutto il mondo.

Si tratta di un segno di solidarietà contro le discriminazioni e le violenze razziali, che per la sua potenza ha superato anche i confini della nazione in cui è nato. Nulla di estraneo allo sport, ma un gesto che, com’è sempre accaduto, sfrutta la potenza simbolica di un evento sportivo sovranazionale per diffondere un messaggio di integrazione e speranza.

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