Luca Giuseppe Volontè, ex deputato dell’Udc, avrebbe ricevuto una mazzetta di mezzo milione da due esponenti politici dall’Azerbaijan ai quali è stata inflitta la stessa pena, per far bocciare un rapporto sul trattamento riservato da Baku ai prigionieri politici.
Questa è l’accusa formulata per corruzione dal tribunale di Milano che ha condannato a quattro anni di carcere Volontè, che è membro dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa. L’esponente politico avrebbe abusato della propria funzione per orientare il voto e ottenere la bocciatura di un rapporto sui prigionieri politici nella repubblica caucasica, a vantaggio del governo azero.
“Sono certo della mia innocenza. Ora con gli avvocati leggeremo le motivazioni della sentenza. In ogni caso continuo a confidare nella giustizia e, come è emerso in questi due anni di dibattimento, sono convinto che le mie ragioni possano trovare piena soddisfazione in appello”, afferma il politico.
Le indagini erano partite da una segnalazione di una banca italiana per operazioni sospette riguardanti alcuni bonifici ricevuti da Volontè, che è stato rappresentante del Parlamento italiano all’assemblea del Consiglio d’Europa dal settembre 2008 al giugno 2013, e tali operazioni erano provenienti da società britanniche attraverso la Danske Bank in Estonia e la Baltikums Bank a Riga in Lettonia.
Sono stati quindi effettuati degli accertamenti dalla Procura di Milano, per rogatoria internazionale, nel periodo in cui scoppiò poi lo scandalo sul presunto riciclaggio di 200 miliardi di euro provenienti dalla Russia, o meglio dall’Azerbaijan, che sono transitati tra il 2007 e il 2015 dalla filiale estone del principale istituto di credito danese.
Una piccolissima quota, pari a poco meno di 2,4 milioni di euro secondo la tesi dei pm Scudieri-Ramondini sarebbe stata promessa e fatta arrivare a Volontè dal componente del Parlamento azero Elkhan Siraj Suleymanov e dal collaboratore Muslum Mammadov, che oggi sono stati condannati a 4 anni, in cambio “dell’asservimento della sua funzione pubblica a interessi privati e del Governo dell’Azerbaijan”, tra cui un’attività nei confronti degli altri componenti del Pace per “orientare le votazioni” della stessa assemblea parlamentare “in senso contrario all’approvazione del rapporto Straesser, in merito alle condizioni dei prigionieri politici” nel Paese dell’ex Urss.
L’iter processuale della vicenda era stata avviata il 18 giugno 2016 con la richiesta di rinvio a giudizio per Volontè e i due funzionari azeri, ha avuto un percorso tortuoso con due udienze preliminari, con altrettanti ricorsi per Cassazione e due dibattimenti separati. L’ex deputato dell’Udc è stato infatti assolto in primo grado dall’accusa di riciclaggio, su cui si è aperto già l’appello.