Home Cronaca L’escalation di odio non si ferma. La sede del candidato di FdI viene imbrattata: “Michetti fascista, ricordati piazzale Loreto”

L’escalation di odio non si ferma. La sede del candidato di FdI viene imbrattata: “Michetti fascista, ricordati piazzale Loreto”

by Romano Franco

“Fascista”, “Ricordati piazzale Loreto”, sono queste le parole d’odio scritte da qualche bontempone durante la notte all’esterno della sede del comitato elettorale per Michetti sindaco di via Antonio Malfante, a Piazza Navigatori nella zona di via Cristoforo Colombo.

“È stato profanato il mio comitato elettorale – dice il candidato del centrodestra – hanno scritto Michetti fascista. Ma io ho avuto solo la tessera della Dc. E sono sempre stato ispirato dagli ideali degasperiani. Non si vince così, non si governa così. Sono sconcertato che si arrivi a livelli così bassi per ‘uccidere’ una persona”, commenta il candidato sindaco Michetti.

“Stelle a cinque Punte delle Brigate Rosse e minacce di morte contro di me. Sono sconcertato. Il nostro comitato è stato profanato e vandalizzato con le stelle a cinque punte delle Brigate Rossa, Michetti fascista e richiami a Piazzale Loreto” ha scritto in una nota. “Questo è il risultato – spiega – del clima di odio che si è creato intorno a me ed a tutto il centrodestra e che è stato alimentato in tutti questi mesi di campagna elettorale dalla sinistra. Adesso basta, non accetterò più attacchi che hanno addirittura portato a queste intimidazioni e minacce che offendono la mia persona e che mettono in pericolo la democrazia. Questa è una vergogna”.

Non perde tempo ad esprimere la sua solidarietà l’altro candidato al ballottaggio di Roma, Roberto Gualtieri. “La scritta con insulti contro Michetti è una cosa deprecabile – dice il candidato Pd – bisogna sempre rispettare le persone. C’è una leale competizione con lui, con differenze di valori. Ho sottolineato che nelle sue liste ci sono esponenti di CasaPound ma io non mi sono mai permesso di insultarlo. A lui va la mia solidarietà”.

Si esprime tutta la solidarietà al candidato sindaco del centrodestra, anche se però, c’è da sottolineare che, riferendosi all’azione vandalica nei suoi confronti, quando dice che “questo è il risultato del clima di odio che si è creato intorno a me ed a tutto il centrodestra e che è stato alimentato in tutti questi mesi di campagna elettorale dalla sinistra”, non compie un grande sforzo per reprimere l’escalation di odio e violenza che è stato mosso in maniera incosciente e incauta da una parte e dall’altra.

Etichettare con termini “Comunista” o “Fascista”, a meno che questi non siano “dichiarati”, è anche quello un atto di discriminazione. Quindi finiamola di alzare i toni del dibattito. Basta gridare in maniera violenta “fascista”, “comunista”, “regime” o “dittatura”, ne va della quiete pubblica. E se si continua a buttare benzina sul fuoco inutile su una popolazione che è già esausta, per quello che ha dovuto sopportare in questi mesi, non è da escludere un epilogo da guerra civile. Le parole sono importanti e vanno pesate.

I pensieri forti e concreti possono essere evidenziati anche senza il bisogno di gridare, di alzare i toni e di utilizzare termini pericolosi che enfatizzano al massimo un determinato concetto, cari leader.

Certo, l’unico inconveniente è che per essere apprezzati, questi discorsi, bisogna riempirli di contenuti che, diciamocela tutta, sono la vera grande mancanza di questa classe dirigente.

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