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La Storia…. Meglio, la cronaca giudicherà

by Bobo Craxi

Per il terzo anno consecutivo il Presidente del Consiglio Conte riferisce dell’operato del suo Governo. E’ un record mondiale se si tiene conto che è l’unico Premier nell’occidente democratico che è riuscito a guidare nella stessa legislatura due governi di segno diametralmente opposto, essendo oggi sostenuto da formazioni di centro-sinistra e sinistra mentre la sua prima esperienza era sostenuto da partiti di destra e centro-destra.

Il capolavoro è potuto accadere perché egli è l’espressione diretta del Movimento ideato da Beppe Grillo. Populista per eccellenza di segno destra-sinistra. L’inventore del “Vaffa-day”, del “NO-Vax” del “No-Craxi-day” che ha illuminato sino a trascinarsi come stanca caricatura in un esilio politico inseguito dalle delusioni e dalle preoccupazioni per le accuse di stupro che sono capitate sulla testa del figlio.

Conte, in quasi due ore di botta e risposta con la Stampa, non ha sostanzialmente modificando la linea dell’arroccamento sin qui tenuta in queste settimane dove è sembrata allargarsi la fila di coloro che hanno incominciato a sottolineare i limiti dell’esecutivo dinnanzi alla seconda ondata e ancor di più insufficiente la linea del piano di azione per l’utilizzo delle ingenti somme provenute dall’Europa.

A complicare il quadro si è inserito il caso derivante dall’inesistente piano di vaccinazione e la discutibile scelta del nostro paese di adottare un progetto anti-covid ancora in via di sperimentazione che causerà molteplici ritardi a differenza di altra nazioni che già hanno progetti e vaccinazioni in uno stato avanzato.

Il Presidente del Consiglio che, in due ore di conversazione, ha omesso di parlare della situazione politica internazionale se non in termini assolutamente generici e burocratici, tenendo conto che nel prossimo anno l’Italia sarà alla guida del G-20, si è prodigato in lodi verso il suo esecutivo cercando di rintuzzare le numerose falle che si sono aperte nel lungo periodo pandemico, straordinario e quindi in qualche modo comprensibile di qualche errore di sottovalutazione o di eccessivo ottimismo.

A chi ha fatto riferimento ad eventuali “errori” Egli ha enfaticamente risposto che di essi ne risponderà dinnanzi alla “Storia” non dissimulando neanche un po’ un certo senso del ridicolo; mitigato da una modestia che lo ha fatto dichiarare che egli risponde del suo servigio reso alla nazione orgoglioso di non aver inseguito interessi di carattere personale; evidentemente a questi ci hanno pensato altri settori legati al carro che lo ha trascinato sino lì.

Ha gettato il guanto di sfida a Renzi richiamando l’esigenza di affrontare la discussione sul Recovery in Parlamento dove evidentemente egli ritiene di aver assicurata una maggioranza di voti tenuto conto dell’incognita che si aprirebbe dinnanzi ad una crisi, o più opportunisticamente immaginando che ad un Conte-bis succederebbe un Conte-ter, e non si esclude affatto che quest’ultima possa essere alla fine la soluzione salomonica adatta per tutti.

Esclude, a parole, di voler mettere in piedi una lista elettorale inscrivendosi alla lista di coloro che, all’evenienza, lo vedrebbero candidarsi al “servizio della Nazione”;, senza considerare che nel palazzo tutti conoscono il lavoro sordido del suo compagno d’arme Casalino che commissiona sondaggi sulla sua persona a tutto spiano e redazionali del TG1 degni del Cinegiornale dell’EIAR.

D’altronde, sino a che non verrà aperta e con motivazioni solide la crisi del suo Governo, egli può aspirare persino a portare a casa il disegno di riordino dei servizi di sicurezza che avvicinerebbe la figura del nostro Presidente del Consiglio a quella del Presidente Putin.

E’ d’altronde la “democratura” il modello che più si addice alle nazioni che hanno cavalcato l’onda del Covid cercando di trarne anche un profitto politico in termini di potere. L’uso prolungato della decretazione presidenziale produce un sistema che in definitiva ha funzionato come modello di efficacia e invulnerabilità politica; ora questo è avvenuto per un’emergenza sanitaria, nulla vieta che lo stesso modello si possa riprodurre con altre questioni e Conte ha dimostrato come sia possibile by-passare un Parlamento peraltro resosi semi-illegittimo dopo la tornata referendaria.

Il Presidenzialismo alla Conte, d’altronde, allo Stato è favorito dai suoi partners di governo che ancora non si sono alzati in piedi per contrastarne la guida solitaria e sovente ondivagae dall’impressionante silenzio del Capo dello Stato che non muove rilievi a difesa dell’ordine Costituzionale calpestato molteplici volte da Conte. Per questa ragione egli gira nuovamente attorno alla boa della fine del terzo anno con la paradossale situazione di essere un Premier molto forte alla guida di un governo molto debole di un paese in ginocchio.

Ma di quel che succederà è presumibile, come dice l’Avvocato del popolo, che se ne occuperà la Storia, o forse la cronaca dei prossimi giorni.

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