Paolo Gentiloni lo afferma con chiarezza che occorrono “straordinarie e corsie preferenziali” per accelerare sul Recovery Fund. In qualità di commissario europeo per gli Affari Economici, avanza una proposta di metodo. “La distribuzione dei vaccini anti-Covid 19 ed il Recovery Fund sono una grande occasione per rilanciare l’Europa dopo la pandemia ma per garantire il successo del Recovery Plan l’Italia deve introdurre procedure straordinarie con leggi capaci di accelerare gli investimenti”, ha affermato l’ex premier.
“Ciò che sta avvenendo è emozionante”, ha sottolineato Gentiloni riferendosi all’avvio della campagna di vaccinazione nei 27 Paesi dell’Ue. “All’inizio dello scorso marzo lavorammo per molti giorni con la Commissione per eliminare divieti di esportazione di ventilatori da alcuni Paesi Ue verso altri tra cui l’Italia, il punto di partenza nella reazione alla pandemia fu una totale mancanza di solidarietà. A dieci mesi da allora abbiamo l’Ue che negozia, per tutti i 27 partner, con le case farmaceutiche e che, avendo opzionato 1,6 miliardi di dosi, è il maggiore protagonista di operazioni co-vax con i Paesi più poveri, e aiuterà subito le vaccinazioni nei paesi vicini, dai Balcani all’Africa del Nord. C’è una ritrovata solidarietà europea ed un ruolo di primo piano sul piano globale. L’Europa è, coralmente, protagonista della reazione alla pandemia sul fronte della salute collettiva”.
“Il Recovery Fund”, ha sottolineato Gentiloni, “nasce dalla scelta di non rispondere alla crisi con l’austerità. Kristalina Georgieva, direttore esecutivo del Fmi, ha invitato i Paesi a spendere ‘ciò che possono’, l’Ue ha risposto con politiche espansive e di supporto inclusa la decisione, senza precedenti, di emettere debito comune per obiettivi comuni. E’ una svolta storica ma deve funzionare rendendo le nostre economie più verdi, inclusive e competitive. Perchè è dal successo di questa decisione – che associa alla politica monetaria comune un embrione di politica economica comune – che dipende la sua replicabilità”.
Sui ritardi italiani sul Recovery Plan, Gentiloni ha sminuito le preoccupazioni espresse da più parti ed ha spiegato “scadenze di queste settimane, rispetto alle quali non c’è un particolare ritardo italiano”. “Piuttosto”, ha aggiunto, “penso alla seconda metà del 2021 e nel 2022, va evitato il rischio di mancare un appuntamento storico. Qualità del piano e sua attuazione sono sfide che potrebbero diventare molto difficili”.
“Vista l’esperienza che abbiamo in Paesi come Italia e Spagna sulla difficoltà dell’assorbimento delle risorse europee si tratta di una sfida enorme perchè questi fondi vanno impegnati entro il 2023 e spesi entro il 2026”, ha sottolineato l’ex premier. “Servono quindi procedure straordinarie e corsie preferenziali, ovvero uno sforzo straordinario. Non possiamo definire ‘senza precedenti” il Recovery Fund e poi non prendere decisioni conseguenti sulle procedure ordinarie”.