Di Ginevra Lestingi
La Fondazione Gimbe, dopo la sua raccolta dati relativa al periodo dal 9 al 5 di dicembre, lancia il suo monito: “La serrata di Natale è inevitabile se vogliamo evitare la terza ondata”. La fondazione sottolinea che “la discesa dei contagi è troppo lenta, gli ospedali sono ancora saturi, i decessi nell’ultimo mese sono oltre 20.000”.
La crescita rallenta, complice anche una grande diminuzione del numero di tamponi. Però cala la pressione sugli ospedali, anche se i dati sulle terapie intensive rimangono preoccupanti in 10 e 14 regioni.
Il numero dei morti non si ferma e “a fronte di questi numeri – sottolinea Gimbe, come riporta l’Agi – le (in)decisioni politiche sono in balia di conflitti governo-regioni, compromessi partitici e reazioni emotive, piuttosto che essere informate da un piano strategico per tutelare la salute, sostenere concretamente l’economia e gestire le conseguenze sociali della pandemia. Governo e regioni non possono limitarsi a temere la terza ondata, devono arginarla”.
Nei giorni presi in esame c’è una diminuzione di nuovi casi da 136.493 a 113.182, attualmente positivi da 737.525 a 667.303, fattore calato del 9,5%, diminuiscono anche i ricoveri con sintomi da 30.081 a 27.342, le terapie intensive da 3.345 a 3.003, anche i decessi stanno pian piano diminuendo da 4.879 a 4.617.
Numeri positivi, ma non c’è niente da brindare! La Fondazione Gimbe lancia un messaggio forte chiedendo, con infinita pazienza e in maniera esasperata, una mossa della politica che come al solito, per mancanza di coraggio e di presa di posizione, non riesce ad affrontare al meglio il problema.