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Dpcm: Apri o Chiudi? Stay at Home

by Romano Franco

Natale con i tuoi? forse, ma non quest’anno! Infatti, dal 21 dicembre fino al 6 gennaio andrà in vigore il nuovo Dpcm. Natale e Capodanno saranno “blindati” dentro i confini comunali e blocco degli spostamenti tra le Regioni con il divieto di raggiungere le seconde case.

Il nuovo decreto conferma la morsa del governo sulle festività, meglio non lasciare niente al caso, come si è fatto quest’estate. Obiettivo? Evitare un nuovo aumento incontrollato dei casi.

Si è optato per il rigore anche sulle scuole, stop alle lezioni in presenza fino al 7 gennaio per quanto riguarda le superiori. Tutto da copione fino a qui, ma è sugli spostamenti che si accende il dibattito e si litiga, infatti, nelle prossime ore ci sarà un confronto tra Cdm e Regioni. Pd-M5s-Leu tengono la linea dura.

Una decisione finale sarà presa nelle prossime ore. In nottata, dopo un lavoro di revisione che prosegue anche dopo il Cdm, il governo dovrebbe inviare ai governatori il nuovo dpcm che il premier Giuseppe Conte firmerà in serata e sarà in vigore dal 4 dicembre. Si capisce il fatto che non si possano fare previsioni a lungo termine, ma almeno due tre giorni di preavviso non sono molti.

Il nuovo Dpcm stabilisce che dal 21 dicembre non ci si potrà spostare tra Regioni e province autonome se non per lavoro, salute e “situazioni di necessità”, oltre che per tornare nella propria residenza, domicilio o abitazione. E’ proprio sull’interpretazione di queste eccezioni – in particolare le “situazioni di necessità” – che si dibatterà ancora nelle prossime ore con le Regioni.

Ma c’è sempre chi tenta di gettare più scompiglio in un clima da olocausto, si tratta delle ministre di Iv Teresa Bellanova ed Elena Bonetti che, tra le tante, chiedono di eliminare dal testo il divieto di uscire dal proprio Comune il 25 e 26 dicembre e l’1 gennaio. E le Regioni? E gli Stati? Non possiamo permetterci di sgarrare! Siamo tutti stufi di questa situazione e solo con il massimo rigore si potrà arrivare ad un uscita di sicurezza nitida il prima possibile. Si tratta di buon senso care ministre! Massimo rigore significa avere una situazione più monitorata e sotto controllo, si comprende l’esigenza di festeggiare il Natale, ciò che non si comprende è la stupidità di rischiare per avere un piccolo margine di consenso in più. Non è più ammissibile.

Ma il confronto si infiamma e il premier Conte, con il suo modus operandi da democristiano, è chiamato ancora una volta a fare da tappa buchi e mettere tutti d’accordo. Riuscirà nell’impresa?

Ma probabilmente non è finita qui. Nelle prossime ore spetterà alle Regioni esprimere un giudizio sulle misure del governo. E già in serata prima Michele Emiliano, in un’intervista tv, poi Giovanni Toti sui social, criticano la scelta di “chiudere” i Comuni: “Non c’è buonsenso ma non senso”, attacca il presidente ligure, “se vostra mamma vive sola a Laigueglia ma voi abitate ad Alassio, scordatevi di trascorrere il pranzo di Natale con lei”.

Ho una madre in Puglia e vivo a Roma e, purtroppo, quest’anno non la vedo. Le tradizioni sono importanti, senz’altro ma la salute e l’economia vengono prima. Se si vogliono mettere a rischio tutti gli sforzi fatti fin ora solo per vivere un Natale e capodanno pseudo normale. Apriamo tutto e famo li botti di capodanno!

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