Bufera sulla sanità in Sicilia, l’audio del manager sui posti in Terapia intensiva diventa un caso scandaloso. Il ministro Boccia degli Affari Regionali afferma perentorio e annuncia accertamenti: “Grave e inaccettabile, subito accertamenti”.
Infatti, dopo la pubblicazione dell’audio del superburocrate alla Sanità, lo scorso 4 novembre, chiedeva ai manager delle Asp di “calare” i dati dei posti sui sistemi informatici. Il sindacato dei camici bianchi lancia l’accusa all’assessorato di avere fornito a Roma numeri “gonfiati”. Musumeci e l’assessore alla Sanità difendono il dirigente, che afferma: “Ben vengano i commissari da Roma”.
“L’audio del dirigente generale del dipartimento pianificazione strategica della Regione siciliana è grave e inaccettabile; non è possibile che ci sia qualcuno che rischia di vanificare gli sforzi fatti in questi mesi”. Parola del ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, che annuncia “accertamenti immediati” sulla vicenda degli audio del superbrocrate alla Sanità della Sicilia, Mario La Rocca, dello scorso 4 novembre in cui chiede ai manager delle Asp di “calare”, ovvero caricare i dati dei posti letto Covid e delle terapie intensive sui sistemi informatici, per evitare appunto che la Regione sia relegata dal governo in una zona con gravi restrizioni, come poi peraltro puntualmente avverrà, diventando arancione.
“Non voglio sentire cazzi”, così si esprime ai manager La Rocca in un primo audio inviato via whatsapp e pubblicato dai giornali. Un messaggio che arriva dopo un altro audio inviato ai manager: “Noto con dispiacere che ci sono una ventina di posti letto di terapia intensiva in meno e 220 posti letto ordinari in meno di quelli che ipotizzavamo, spero che ci sia qualche errore di caricamento su Cross di qualcuno, che invito a correggere immediatamente anche perché stasera c’è la valutazione sulla zona rossa – prosegue nell’audio La Rocca – e da alcuni rumors sembrerebbe che la Sicilia abbia perso la posizione di zona verde e venga classificata come arancione, non credo che sia bello, utile o conveniente perdere una situazione comunque di sicurezza anche economica perché qualcuno ha sbagliato a caricare su cross i propri posti letto”.
La Rocca certamente non parla di falsificare i dati, ma in molti sull’isola hanno legato quelle parole al monitoraggio del Coordinamento che viene effettuato dai medici ospedalieri. Il sindacato dei camici bianchi, dopo aver verificato in tutti gli ospedali regionali l’esatto numero dei posti letto in Rianimazione, accusa, quindi, l’assessorato di avere fornito a Roma numeri “gonfiati”.
Naturalmente si scatenano le opposizioni e preannunciano di presentare degli esposti in procura. Giungono anche richieste di dimissioni e appelli al governo perché mandi ispettori, dal M5s, al Pd, a Claudio Fava, al gruppo Misto. Si scatenano gli attacchi e le critiche contro l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, per il quale già mercoledì prossimo è prevista la mozione di sfiducia.
“Caricate i posti in Terapia intensiva, non sento cazzi. Oggi decidono in quale fascia è la Sicilia”: l’audio del dirigente della Regione è piuttosto chiaro oltre che volgare e sfrontato.
Ma Razza continua a difendere i dati forniti nelle piattaforme nazionali. Adesso si richiede da più parti in una lettera ufficiale al ministro della Salute, Roberto Speranza, l’invio dei Nas sull’isola per la verifica dei posti letto, poiché l’Assessore è sicuro che le ispezioni confermeranno i numeri forniti dai suoi manager.
Il super burocrate, La Rocca viene difeso senza se e senza ma: “Ciò che è scritto nelle nostre piattaforme è vero – ha detto Razza durante una conferenza stampa a Catania – se poi il direttore generale del mio assessorato ha richiamato in maniera un po’ forte tutti alle proprie responsabilità io penso che abbia fatto il suo dovere”.
A sua volta il presidente Nello Musumeci difende l’assessore Razza: “Abbiamo chiesto noi a Roma, ormai una settimana addietro, che si mandino dieci-cento ispettori per fare chiarezza sulla gestione dei numeri nella gestione dell’epidemia in Sicilia: non temiamo alcun controllo e mettiamo così fine a ogni tentativo di speculazione. Per noi leale collaborazione istituzionale significa questo”. Mentre cresce l’accusa dei medici ospedalieri alla Regione: “I dati della Terapia intensiva sono gonfiati. Ci sono 210 posti letto in meno”.
Il diretto interessato è proprio il dirigente generale del dipartimento Pianificazione strategica della Regione siciliana, Mario La Rocca, che non esita a reagire ad ogni accusa e rilancia: “Ben vengano in Sicilia gli ispettori del ministero. Vengano pure a contare i posti letto, forse ne troveranno anche qualcuno in più. Sono pronto a fornire loro tutte le pezze d’appoggio firmate dai direttori generali che dicono che quei posti esistono”.
Ma le polemiche non si arrestano e il clima diviene rovente: “Posti letto veri? Lo speriamo, ma allora ci dica dove ha trovato l’esercito di rianimatori che servono per farli funzionare. Magistratura e ministero indaghino”, intervengono in tal modo i consiglieri regionali del M5S, componenti della commissione Salute dell’Ars, Giorgio Pasqua, Francesco Cappello, Salvatore Siragusa e Antonio De Luca, relativamente in alla conferenza stampa tenuta dall’assessore alla Salute.
Le dichiarazioni del Ministro Boccia sono inequivocabili :“È intollerabile provare ad aggirare i parametri sul monitoraggio dei dati covid. La differenziazione in zone non è una punizione o una pagella, ma un’assunzione comune di responsabilità; e il virus non deve essere considerato una colpa né per i territori né per i contagiati. Se ci sono criticità si interviene insieme”.
“Il meccanismo messo in pratica in queste settimane e condiviso da governo, Regioni e scienziati – prosegue Boccia – sta producendo i primi effetti positivi. Non possiamo vanificare tutto per l’inadeguatezza di qualcuno”. Anche il siciliano Giancarlo Cancelleri, viceministro alle Infrastrutture e già sfidante di Nello Musumeci alle scorse elezioni ribadisce: “Se i numeri di posti in terapia intensiva della regione Sicilia, trasmessi al governo centrale dal governo Musumeci, non corrispondessero alla realtà non solo sarebbe grave, ma metterebbe seriamente in pericolo la salute dei siciliani. Il governo centrale per prendere decisioni corrette, chiaramente necessita di dati corretti, ma forse in Sicilia alla politica che ci governa importa solo il “colore” per continuare a fare propaganda”.
Intanto la procura della repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto, guidata da Emanuele Crescenti, ha iniziato a sentire i responsabili dell’ospedale Cutroni Zodda, che è diventato Centro Covid e per cui erano stati stanziati quasi due milioni di euro per creare 10 posti letto che non stati mai attivati, come ha denunciato, Paolo Calabrò, della Uil Fpl area medica. Ancora da Messina, poi, parte l’accusa di un altro sindacato Fgu Gilda, dipartimento università che sementisce i dati forniti per il Policlinico: “Sono falsi, dichiarano 23 posti di terapia intensiva ordinari più 20 Covid: quelli ordinari sono 9, non 23”, dichiara Paolo Todaro della Fgu.
Accuse su accuse che si sommano a quelle di Cimo Sicilia, che ha avviato un contro monitoraggio su tutti gli ospedali siciliani. Un report che smentisce i dati “calati” dai manager nelle piattaforme nazionali e accusa la Regione di avere “gonfiato” i numeri per non incorrere in ulteriori restrizioni.
La rilevazione portata avanti dal Cimo “sul campo” dichiara che sarebbero 210 i posti in meno rispetto agli 815 dichiarati dai manager siciliani.