Di Mirko Fallacia
Non si tratta certo di una festa in maschera alla Eyes Wide Shut e nemmeno di un party di Halloween. Per chi è stato poco attento, il susseguirsi degli eventi degli ultimi giorni e la pessima visione da parte dei leader mondiali ci hanno portato a sottovalutare, per l’ennesima volta, il Virus.
E chi ne paga le conseguenze di questa disfatta? Ovvio, il contribuente. Tra le vittime più diffuse di questa epidemia dell’imbecillità troviamo l’uomo medio, costretto, da due anni a questa parte, a vivere come un recluso a causa di una scarsa comprensione, da parte dei vertici di politica e scienza, di una malattia con la quale avremmo dovuto iniziare la convivenza da tempo.
Illudere noi, poveri stolti, dicendo: “Con il lockdown”, poi, “con la Mascherina” e, infine, “con il vaccino”, “andrà tutto bene”; è una favola che ha il sapore di una “puttanata” storica. Chi pensa di sconfiggere il Covid come se fosse una Polio o una Rosolia si sbaglia di grosso.
I tre mezzi sopracitati servono a tenere sotto controllo e sono molto utili per ridurre drasticamente il contagio, ma far credere al popolo che essi rappresentino una qualche specie di bacchetta magica contro il coronavirus e chiedere loro di stringere i denti per un po’ dimostra, non solo incompetenza, ma anche arroganza.
E così, dopo tanti sacrifici da parte dei cittadini, i governi italiano, spagnolo e greco hanno reintrodotto l’obbligo di indossare la maschera all’aperto, tra le nuove misure di ciascun paese per affrontare il COVID-19 e la crescente variante di Omicron.
In Italia, giovedì, la mossa del governo di inasprire ulteriori restrizioni per il periodo festivo è arrivata dopo che un’unità di sequenziamento ha rivelato che la variante Omicron era presente in quasi il 30% dei casi, più del previsto.
Le mascherine saranno obbligatorie all’aperto e le mascherine protettive FFP2 saranno obbligatorie in luoghi affollati come cinema, teatri e sui mezzi pubblici.
La validità del passaporto vaccinale italiano, necessario per tutti i dipendenti, è stata ridotta da nove a sei mesi. E la terza dose del vaccino contro il coronavirus in Italia verrà somministrata da quattro mesi invece di cinque.
Ulteriori restrizioni, solo per il periodo festivo, comprendono la chiusura dei locali notturni, il divieto di assembramenti all’aperto e il divieto ai non vaccinati in ristoranti, bar, palestre, piscine, musei e altri luoghi di svago al chiuso a meno che i cittadini non possano dimostrare la presenza di anticorpi.
Ma se in Italia non ci resta che piangere, in Spagna di certo non si ride. Il nuovo decreto legge spagnolo reintrodurrà la mascherina obbligatoria all’aperto per tutti i maggiori di 6 anni a partire da venerdì, ad eccezione delle attività sportive, o quando una persona è sola o con i familiari in montagna o in spiaggia.
Giovedì è stata convocata urgentemente una riunione speciale del gabinetto spagnolo – poiché le autorità spagnole stanno segnalando due record consecutivi di casi quotidiani di COVID-19 – per approvare il decreto legge inteso a bypassare il parlamento e approvato mercoledì da quasi tutti i leader dei governi regionali.
Anche la Grecia ha riportato l’obbligo di indossare la mascherina al chiuso e all’aperto. A partire da venerdì, per viaggiare sui mezzi pubblici o visitare un supermercato sarà richiesto il doppio mascheramento o l’uso di una maschera ad alta protezione, hanno affermato le autorità greche. Tutte le festività pubbliche di Natale e Capodanno saranno annullate.
Si raccomanda vivamente a tutti i viaggiatori, indipendentemente dal loro stato di vaccinazione, di ripetere il test (rapido o PCR) il secondo e il quarto giorno dopo il loro arrivo nel paese. Sono già tenuti ad avere una PCR negativa o un test rapido per entrare nel paese.
“Omicron è nel nostro Paese”, ha detto il ministro della Sanità greco Thanos Plevris durante un briefing. Il portavoce del governo Giannis Oikonomou ha indicato che una nuova serie di misure è in cantiere per il 3 gennaio. Riguarderanno l’intrattenimento, gli eventi sportivi e le attività non essenziali, ma non andranno fino alle misure restrittive introdotte durante la prima ondata, come i blocchi.
Credere di sconfiggere un virus non ancora compreso è una mossa propria di chi ha uno scarso quoziente intellettivo purtroppo. Era evidente, già dopo il primo lockdown, che convivere con la malattia, applicando man a mano sempre più strumenti per contrastarla e meno restrizioni per contenerla, fosse una cosa imprescindibile.
Sacrificare gli ultimi rimasti, a differenza di chi già non ce l’ha fatta, tra gestori di: ristoranti, bar, pub, discoteche e quant’altro; per, sicuramente, non riuscire a trovare, nel lungo periodo, una soluzione definitiva a questa pandemia, è un ulteriore presa per i fondelli.
Spezzare una lancia a favore di questa gente è d’obbligo in questo periodo storico. Come osa lo Stato fare ciò?
Si chiede, in maniera inopportuna, ai gestori di attività di ristorazione di fare gli sheriffi all’interno dei propri locali dicendo ai propri clienti, anche a quelli di una vita, tu entri e tu no; tenere questa gente ostaggio della paura dei lockdown o metterli in riga con multe o minacce di chiusura è un ulteriore diritto schiacciato da parte del governo dell’élite. Soprattutto quando minaccia di chiudere lo stesso.
Precludere l’esistenza e distruggere un intero settore non è più pensabile. E’ giunto il tempo di dire basta! Siamo consapevoli di quanto sia pericolosa e infima questa malattia, e non è perché siamo tra i primi giornali ad averla riportata in Italia, ma comprendiamo quanti morti ci siano stati e, purtroppo, ce ne saranno; ma non per questo dobbiamo smettere di vivere.
Nonostante le avversità si va sempre avanti, non escludendo mai nessuno. Neanche quei fratelli e quelle sorelle, come ci dice la cultura cristiana, che hanno investito il loro denaro, il loro tempo e la loro vita nella propria attività. Ne trovassero altre. Chiudere non è più possibile e pensabile. Con coraggio, sempre Avanti.