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Nomine, Meloni: una deriva autoritaria che puzza di regime

Meloni piglia tutto

by Romano Franco

La deriva autoritaria è in fase avanzata con il governo Meloni e la nomina degli amministratori delle istituzioni più delicate sono all’ordine del giorno.

Il nuovo esecutivo è intenzionato a mettere i suoi clientes nei posti più influenti e potenti e le nomine di presidenti di Rai, Guardia di Finanza, Inps e ISTAT proseguono in quella direzione.

Che si stia trasformando in un regime la nostra amata democrazia non vi è ombra di dubbio. E non si parla purtroppo solo di una mosca bianca.

E’ dai lontani anni ’90 che assistiamo ad un degrado dei diritti civili e sociali senza fine, con lo scopo di accentrare il potere nelle mani dei pochi.

In un Paese democratico, meritocratico e liberale le istituzioni più ricche, potenti ed influenti non possono e non devono minimamente essere attaccate o influenzate dalla politica. Ma così non è nel Bel Paese.

Che si tratti di una cosa normale e sfruttata, nell’illiberale Italia, è un dato di fatto. E’ evidente che ogni governo che si sia succeduto abbia sempre scelto i propri galoppini da mandare sulle scrivanie più importanti ma, anche in questo, l’esecutivo Meloni si distingue.

Fare leggi dirette per colpire il nemico e mandare a casa personaggi scomodi e influenti assume una deriva pericolosa che lede non solo la libertà di vivere e lavorare non essendo per forza soggetto alle bandiere, ma mina anche la credibilità e l’operato dell’istituzione stessa. Andando in maniera netta contro l’interesse della patria e degli stessi italiani.

Ma purtroppo l’ignoranza fa da padrona in questa sempre più povera Italia e la deriva autoritaria che puzza di regime serve a Meloni e Co. per distrarre e corrompere ancora quei pochi italiani che, ahinoi, credono ancora nella trasparenza della politica e degli istituti che contano. Fino a quando possiamo digerire questa narrativa? Fino a che punto intendono fregarci??

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