Della serie: a volte ritornano. È la strana vicenda di Luigi Di Maio, eletto per corrispondenza sotto l’ala di Beppe Grillo, fatto fuori politicamente dagli italiani alle scorse nazionali e, infine, scelto come “eccellenza” internazionale per rappresentare l’Ue nel Golfo.
Gigino nazionale è il classico esempio di come meritocrazia e concretezza rappresentino valori oramai già superati nel Vecchio Continente. Infatti nel Golfo, su proposta dell’Alto Rappresentante Ue per la politica estera Josep Borrell, Di Maio ha la meglio sugli altri candidati. Quasi non ci fosse partita messi a confronto con la sua preparazione.
Verrebbe da chiedere chi siano gli altri. Ma polemiche a parte l’approvazione avviene senza discussione ed è stata avanzata in apertura dei lavori del Consiglio Affari Sport, a Bruxelles.
L’ex ministro degli Esteri italiano ha già dato prova delle sue in-capacità in Italia e ora esporta la sua in-utilità anche in Europa, ahinoi.
Aver seguito alla lettera i diktat dell’establishment e della Nato hanno fruttato non poco a Luigi Di Maio, che ora si gode il ricco bottino.
Di Maio avrà il passaporto diplomatico e l’immunità, e resterà in carica fino al febbraio 2025. Avrà anche il compito di supervisionare gli approvvigionamenti di gas e petrolio che provengono dalla regione del Golfo Persico e di seguire i delicati rapporti con l’Iran. Lavorerà all’interno del Servizio europeo per l’azione esterna (SEAE) è il servizio diplomatico dell’Unione europea. Dal 2011, il SEAE attua la politica estera e di sicurezza comune dell’UE per promuovere la pace, la prosperità, la sicurezza e gli interessi degli europei in tutto il mondo.
Con il via libera formale l’ex ministro degli Esteri entrerà in carica il prossimo 1° giugno e ancora una volta non solo l’Italia, ma anche l’Europa, si conferma un Paese che trova la sua unica concretezza nel sistema clientelare, l’esatto opposto di quello che servirebbe in una società democratica e meritocratica.