La storia di Ivan Matteo Lombardo fu quella di un politico che si impegnò strenuamente per la ricostituzione organizzativa clandestina del Partito Socialista Italiano durante il periodo del regime fascista. Nella galassia delle posizioni correntizie non aderì mai ufficialmente a nessuna delle correnti interne anche se le sue simpatie erano sicuramente rivolte all’area del “gradualismo riformista”.
Ebbe un ruolo nodale nel Partito Socialista e fu eletto segretario nell’immediato dopoguerra dall’aprile del 1946 a gennaio del 1947. Ottenne questo incarico poiché alla fine del congresso socialista di Firenze vi erano tre posizioni sinteticamente rappresentate da una componente di “destra” in cui esponenti erano Saragat e Mondolfo, un’altra di “sinistra” con Nenni, Basso e Lizzadri e infine una posizione centrale in cui vi erano Pertini e Silone.
Queste aree politiche non riuscirono a trovare un’intesa unitaria e per evitare la paralisi diedero proprio a Lombardo il compito di guidare una fase politica di transizione poiché appunto questo esponente politico appariva essere al di sopra delle parti. Lombardo, comunque, in quel momento si trovava a Washington in qualità di sottosegretario al commercio con l’estero e ricevette questa notizia quando ancora si trovava negli Stati Uniti d’America e fu colto di stupore e sorpresa per questa sua nomina.
Quando nel 1947 avvenne la scissione di palazzo Barberini, in una prima fase rimase nel partito, ma successivamente, dopo un anno, fu uno dei fondatori dell’Unione dei Socialisti che poi nell’aprile 1948 presentò liste con il Partito Socialista Democratico Italiano. Fu quindi segretario dell’UDS da febbraio 1948 al giugno 1949.
Dopo che uscì dal PSI fu prima Ministro dell’industria e del commercio per un anno nel quinto governo De Gasperi e poi ministro del commercio con l’estero nel sesto governo De Gasperi. Dopo la fine della prima legislatura non fu più rieletto e il suo impegno politico fu caratterizzato costantemente da posizioni anticomuniste e dalla necessità di realizzare una riforma dell’ordinamento dello Stato.
Infatti, nel 1963 sottoscrisse il manifesto per la nuova Repubblica insieme con Randolfo Pacciardi, Tomaso Smith, Alfredo Morea, Raffaele Cadorna e Mario Vinciguerra per realizzare in Italia una repubblica presidenziale. Partecipò anche al convegno dell’hotel Parco dei Principi, noto il “Convegno sulla guerra rivoluzionaria” , organizzato dal 3 al 5 maggio del 1965 dall’Istituto di studi militari Alberto Pollio che si tenne a Roma all’hotel Parco dei Principi, con un intervento intitolato “Guerra comunista permanente contro l’Occidente”. Da segnalare che fu anche per un lungo periodo presidente della Triennale di Milano dal 1949 al 1961.