Home In evidenza Il ricatto di Ungheria e Polonia blocca il Recovery Fund

Il ricatto di Ungheria e Polonia blocca il Recovery Fund

by Romano Franco

“Ungheria e Polonia hanno posto un veto alla decisione sul Recovery Fund e hanno detto chiaramente che non possono accettare la condizionalità sullo stato di diritto. Questo significa che non possiamo inviare la proposta al parlamento Ue”, ha dichiarato la cancelliera tedesca Angela Merkel al termine della videoconferenza tra i leader Ue.

Tutto da rifare quindi, per il momento il pacchetto Mff 2021-27 (sigla che indica il Quadro finanziario pluriennale dell’Ue 2021-27) e Recovery Plan, ancora una volta, sono arenati.

Il fallimento dell’Europa

Anche il premier sloveno Janez Janša ritiene, come Viktor Orbán (Ungheria) e Mateusz Morawiecki (Polonia), che il meccanismo concordato tra la presidenza tedesca del Consiglio Ue e il Parlamento Europeo, per condizionare l’uso dei fondi Ue al rispetto dello Stato di diritto, non sia in linea con i trattati, ma, Lubiana a differenza loro non ha posto veti.

Orban e Morawiecki quando parlano di Stato di diritto generano ilarità, loro che, con le politiche da stato illiberale, stanno pian piano privando i propri cittadini della propria libertà; come osano parlare di Stato di diritto? E se fosse proprio questo il punto?

Abbiamo già visto premier, con fare da prima donna per meri scopi personali, mettere i bastoni fra le ruote ad un programma attuato per far fronte ad un’emergenza. Quindi si può pensare che, la mossa di Ungheria e Polonia, sia l’ennesimo tentativo per far digerire all’Europa le abrogazioni di leggi ritenute fondamentali per la salvaguardia dello Stato di diritto.

La stessa cosa capitò con l’Olanda e i paesi frugali quest’estate che, per il mero tentativo di estorcere uno sconto, si opposero ad un piano di emergenza e solidarietà nei confronti dei paesi più colpiti dalla pandemia. Quanto ancora dobbiamo pagare in termini di compromessi prima di vedere l’albore del piano di recupero? Come possiamo far parte di uno “Stato” che sfrutta la situazione ogni qualvolta vi è un emergenza? Non sono questi i presupposti per creare una nazione unita e forte.

Il progetto Europa sarebbe bello se non fosse alla mercé degli egoismi nazionali, e allora perché continuare con un progetto fallimentare? Perché non si cambiano le regole una buona volta e si istituisce una forza al di sopra di questi premier arroganti che, in piena emergenza, pensano a far prevaricare i propri aborti normativi o una loro pretesa giocando sull’emergenza e sul sangue di un proprio alleato.

Pronti al compromesso

Dal canto suo la Merkel si è detta pronta a cercare nuove convergenze tra i paesi europei. Anche il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel, che aveva indetto la videoconferenza: “La maggior parte dei Paesi membri è d’accordo nel proseguire sui meccanismi della condizionalità per il Recovery Fund, mentre alcuni Paesi hanno detto di non poter accettare: continueremo a lavorare per trovare una soluzione accettabile per tutti”.

La presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen al margine della videoconferenza ha dichiarato: “Abbiamo bisogno dell’intero pacchetto e dal momento che Consiglio e Parlamento hanno trovato un accordo è importante andare avanti per avere un bilancio e proteggere lo Stato di diritto”.

“Milioni di aziende e cittadini in Europa aspettano una risposta e continuiamo a lavorare duramente per arrivare presto a un accordo”, ha concluso la presidente.

La mossa di porre il veto al pacchetto di aiuti (da parte dell’Ungheria e dalla Polonia) e alla decisione sulle proprie risorse – l’atto giuridico che, una volta ratificato dagli Stati membri, costituirà la garanzia grazie alla quale la Commissione potrà emettere debito per 750 miliardi di euro e finanziare così il Recovery Plan.

L’Ema, l’agenzia europea per i farmaci, potrebbe rilasciare l’autorizzazione alla commercializzazione dei vaccini Biontech e Moderna già a partire dalla seconda metà di dicembre. Unica condizione: “Se tutto procederà senza problemi”, ha dichiarato von der Leyen. Michel ha invece espresso preoccupazione: “La situazione europea rimane grave e crea preoccupazione: continuiamo a monitorare la situazione da vicino.

Dobbiamo coordinare i nostri sforzi e rimanere in allerta”. “Governi e Commissione Europea in stretto coordinamento per superare la nuova ondata del Covid19. Il comportamento responsabile di ogni individuo, i test ed i vaccini giocano un ruolo chiave per sconfiggere la pandemia”, è il messaggio del premier Giuseppe Conte su Twitter.

La speranza di Conte però è dura a morire, senza un gioco di squadra e con strategie discutibili, rimane uno degli ultimi credenti in una ripartenza indolore e grandiosa.

0 comment
FacebookTwitterLinkedinWhatsapp

Potrebbe interessarti

Lascia un commento