Dichiarazione durissime e precise accuse di Luciano Traina, fratello dell’agente di Polizia Claudio, che trovò la morte in Via D’Amelio nella strage in cui morirono il giudice Paolo Borsellino e altri quattro colleghi.
Esprime una critica pesante per l’esito del processo in cui erano accusati tre poliziotti per calunnia aggravata e che è finita con una sentenza di prescrizione e un’assoluzione.
“Dopo 30 anni c’è ben poco da dire. Provo solo sdegno. Tra qualche anno beatificheranno Arnaldo La Barbera…”.
Luciano Traina usa parole chiare e nette che non si prestano ad equivoci chiamando in causa le responsabilità di coloro che hanno dimenticato le gravi azioni di depistaggio operate nelle indagini sulla strage di via D’Amelio.
Traina esprime il suo sdegno e il suo dolore proprio all’indomani della sentenza del tribunale di Caltanissetta nel processo sul depistaggio delle indagini relativamente a quell’eccidio in cui è stata emessa appunto questa sentenza di prescrizione delle imputazioni a carico di due poliziotti imputati e mentre ne assolve un terzo.
“Lo Stato non c’è – dichiara Traina -. La trattativa continua, c’è un depistaggio che ci fa molto male, a noi familiari delle vittime, a quelli del dottor Borsellino e penso a tutte le persone oneste”. “Ho una profonda rabbia. Sono molto molto deluso – continua-. Trent’anni buttati. Scarantino? Un ladro di polli lo conoscevamo tutti. Di cosa parliamo?”.
Questa sentenza di Caltanissetta che farà tanto discutere e che dividerà il paese in innocentisti e colpevolisti arriva a pochi giorni dal trentennale della strage di via D’Amelio.
“Non andrò a nessuna manifestazione istituzionale, non mi rappresenta nessuno – afferma Traina -. Vengono qui solo a fare passerelle. Quello per me è un giorno molto diverso dagli altri e mi tengo il mio dolore. Non siamo stati tutelati da nessuno, specialmente dallo Stato. Anzi, abbiamo visto magistrati che si sono sbracciati, come Gratteri, Di Matteo, Ardita, essere messi alla gogna. Continuerò ad andare nelle scuole, a parlare con i ragazzi, a fare memoria, a dire la nostra verità”.
Alla domanda se si arriverà mai a fare chiarezza su quelle stragi Traina risponde senza mezzi termini: “Non credo proprio. Ormai non mi aspetto più nulla e nulla più mi stupisce”.
E lancia un’accusa precisa nei confronti dello Stato: “Da 30 anni a questa parte tutti i ministri dell’Interno e della Giustizia che si sono succeduti hanno fatto solo promesse, a cui poi non sono seguiti i fatti. Ci hanno preso solo per i fondelli. ‘Ci vediamo al ministero’ mi hanno detto, ma non mi hanno mai ascoltato. Né me né gli altri familiari. Io lavoravo alla Squadra mobile e conoscevo certi personaggi…”. Chi ha orecchie per intendere intenda.