Di Nico Dente Gattola
L’anno che ci apprestiamo a vivere è dal punto di vista politico di rilevante importanza, poiché al di là di “ sorprese politiche” date da eventuali elezioni anticipate o da cambi di governo, in ogni caso ad agosto si aprirà il c.d. semestre bianco in cui il Presidente Della Repubblica non potrà più sciogliere le camere.
La scadenza, sarà il segnale definitivo che la legislatura e probabilmente l’esecutivo Conte Bis dureranno sino al 2023 e di conseguenza sarà l’attuale maggioranza ad eleggere il nuovo inquilino del Colle. Ma chi potrebbe prendere il posto di Mattarella?
Si potrebbe dire Mattarella stesso, sulla scorta di quanto accaduto con Giorgio Napolitano nel 2013, circostanza da non scartare poiché le condizioni politiche sono praticamente le stesse. Come allora ci troviamo al cospetto di una maggioranza al suo interno divisa e con forze politiche incapaci di prevalere sulle altre; il che potrebbe comportare di fare la scelta più semplice ed indolore, ovvero confermare l’ex Giudice della Consulta.
Certo sarebbe un segnale di debolezza del sistema, indice di una crisi quasi irreversibile e di una politica incapace di decidere, ma tenuto conto del livello tutto sommato dignitoso del settennato in essere non può essere scartata a priori. Da non scartare poi anche due personaggi come Massimo D’Alema e Walter Veltroni, nomi sui quali, si potrebbe incontrare facilmente il favore sia dei 5 stelle che del PD.
Infatti entrambi sono personaggi politici dalla grande esperienza e con i giusti contatti a livello internazionale, quindi in grado di guidare il paese senza problemi, circostanza da non sottovalutare. Sono espressione del Partito democratico che non dovrebbe avere difficoltà ad appoggiarli e sono però al contempo fuori dalla vita politica, circostanza quest’ultima che potrebbe renderli graditi ai 5 stelle da sempre contro la politica e i politici tradizionali.
Nello specifico D’Alema appare essere in una posizione migliore per via delle sue frequentazioni con la Link University, vicina ai grillini ai quali ha fornito più di un esponente di governo. Senza contare, quella che sarebbe la scelta più autorevole, ovvero l’ex governatore della BCE Mario Draghi, da qualche tempo rientrato in Italia e che sino ad oggi è stato ben attento a non farsi trascinare nella sterile politica italiana e che quindi ha ancora oggi un immagine spendibile.
Cosa più importante, si tratterebbe di un nome di richiamo anche oltre confine, il che nel medio breve termine garantirebbe al paese una nuova apertura di credibilità; va detto però che non siamo in una repubblica presidenziale e che la guida del governo non spetta al Capo dello Stato.
Certo si tratta di nomi, di mere ipotesi sia pur plausibili come sia pur in misura minore Enrico Letta e Pier Ferdinando Casini che però non sono organici nella stessa misura ai partiti di governo ma che potrebbero rientrare in gioco nell’ottica di un accordo con forze esterne alla maggioranza, come ad esempio Forza Italia.
Non sarà in ogni caso una scelta semplice e molto dipenderà dalle condizioni in cui verserà l’Italia agli inizi del 2022 periodo in cui si eleggerà il successore di Mattarella. Una cosa però è certa, occorre dare al paese una guida equilibrata ed esperta in grado di rapportarsi con autorevolezza con le cancellerie di mezzo mondo, cosa non semplice ma non impossibile.
In ogni caso ancora una volta appare plausibile pensare ad un nominativo che come spesso in passato sia fuori temporaneamente dall’agone politico o sia un tecnico, difficile che possa essere indicato il nominativo di un politico ancora in attività, come per dire Dario Franceschini, anche perché il Colle è da sempre il coronamento di una carriera politica, non il punto di partenza. La corsa è appena cominciata e promette di essere come al solito appassionante.