Sono ore di fuoco, le ultime, per l’esecutivo Draghi. L’ex Bce dopo aver sbalordito tutti per la grande maggioranza raccolta e per la produttività trasmessa al governo, all’indomani dalle elezioni amministrative si ritrova il suo elemento più infantile deluso dai risultati elettorali. Matteo Salvini.
Infatti, il Carroccio, sebbene abbia portato il proprio partito a mettere le mani sul Pnrr e ad essere, probabilmente, decisivo nella votazione del futuro presidente della Repubblica, ragguaglia una sonora sconfitta sul piano elettorale.
A parte gli scandali, che pare non abbiano intaccato molto le preferenze della sua partner in Nazionalismo, Giorgia Meloni, Salvini ha perso appeal nei confronti del suo elettorato, e questa nuova posizione di “zerbino” e più marginale pare non piaccia proprio al suo fan club, abituato a vederlo sempre al centro della scena.
E così, nei giorni successivi al voto, la strategia di Salvini rimane quella di “rompere”. Tuttavia il Capitano, prima attacca sulla riforma fiscale, che servirebbe allo Stato per far fronte alle spese messe in conto durante l’emergenza, per assicurarci entrate sicure e per poter richiedere finalmente i fondi europei, poi, si concentra sul “problema di Stato”: la capienza delle discoteche, che fino a ieri erano rimaste chiuse.