Il comparto regionale amministrativo della sanità in Sicilia vive una condizione di grave difficoltà ai limiti del caos a seguito dell’inchiesta sui dati falsati del covid 1. E ora, al posto di Maria Letizia Di Liberti che è stata posta ai domiciliari con l’accusa di aver modificato le cifre dei contagi, l’Osservatorio epidemiologico dell’isola è affidato da qualche giorno all’ing. Mario La Rocca.
Neanche costui è stato immune da polemiche e critiche specie per il messaggio whatsapp che aveva inviato ai dirigenti dell’Asp il 4 novembre scorso in cui invitava bruscamente a fare in fretta nel caricamento dei posti in Rianimazione, che è il requisito principale per evitare misure restrittive più dure per la Regione.
Il dirigente aveva pressato i dirigenti delle Asp siciliane con un messaggio whatsapp dai toni inequivocabili :“Ragazzi, buongiorno, oggi su Cross deve essere calato tutto il primo step al 15 novembre, non sento cazzi perché oggi faranno le valutazioni e in funzione dei posti letto di terapia intensiva decideranno in quale fascia la Sicilia risiede”, affermava nel messaggio vocale inviato il 4 novembre, il giorno in cui il governo nazionale comunicava alle regioni in quale fascia di rischio sono state inserite: se rosse, gialle o arancioni.
Proprio lo stesso giorno, nelle intercettazioni che sono all’esame dei Nas di Palermo, Di Liberti rivolgendosi all’assessore regionale alla salute Ruggero Razza domandava se i numeri andassero “spalmati” su più giorni, per evitare, che la Sicilia finisse nell’ambito delle misure di contenimento.
Nello stesso periodo, da un report del Cimo che è il principale sindacato isolano dei medici ospedalieri, la Regione provvedeva a gonfiare i posti disponibili in terapia intensiva. Bisogna dire che al di là di quella polemica sulla comunicazione di La Rocca non c’è nessuna inchiesta a carico dello stesso che adesso è alla guida del delicato incarico dell’Osservatorio epidemiologico dell’Isola, mentre l’interim dell’assessorato alla salute, dopo le dimissioni di Ruggero Razza, è stato assunto dal governatore Nello Musumeci.
Purtroppo l’esordio non è stato brillante e le caselle di posta elettronica certificata erano bloccate dalla polizia giudiziaria con l’effetto che i dati comunicati non sono quindi accessibili. Cosi per leggerli viene affidato l’incarico ad un funzionario senza esperienza che sbaglia il conteggio inserendo i tamponi di conferma, raddoppiando di fatto i numeri.
Quindi La Rocca è stato costretto a inviare una nota di rettifica precisando “che i nuovi positivi registrati in Sicilia relativamente alle giornate del 30 e 31 marzo sono 1673, per una media di 837 casi giornalieri, dunque in linea con quelli comunicati nei giorni scorsi”.
Però, dopo appena quindici minuti, giunge un’altra nota in cui aggiunge: “Quanto sopra – precisa ancora il dirigente – è avvenuto a causa del blocco delle caselle email di posta certificata, disposto nell’ambito dell’inchiesta in corso. Tale blocco ha provocato inevitabili disfunzioni e rallentamenti nelle consuete procedure di comunicazione dei dati, procedure peraltro affidate ad un nuovo gruppo di lavoro”.
Un nuovo pasticcio che infonde sfiducia nei cittadini e scatena commenti sui social pesanti e durissimi. Adesso il Pd chiede pure le dimissioni del Presidente Nello Musumeci e alza la voce il segretario regionale Antony Barbagallo: “Il terremoto che ha portato ieri Ruggero Razza a lasciare la poltrona di assessore alla Salute è solo l’ultimo tassello di una gestione “disastrosa” dell’emergenza pandemica in Sicilia”, e continua ad affermare sui dati sbagliati: “Il balletto di numeri di ieri (ancora una volta) sui contagi, da parte del dirigente generale, Mario La Rocca. La credibilità della Regione è sottozero. E di tutto questo sfascio il responsabile principale, unico, politicamente è solo uno: Nello Musumeci che ha ridotto la Regione ad una sua corte personale. Davvero ci vuole far credere che non sapesse cosa combinasse il suo fido braccio destro? Non è credibile e sarebbe per altro ancora più grave”.
Musumeci nel frattempo si è limitato a leggere, durante una seduta dell’Assemblea regionale siciliana, la lettera di dimissioni di Razza e ha rinviato il dibattito su questa vicenda a dopo l’approvazione della Finanziaria.