La torbida vicenda dei brogli elettorali di Adriano Cario, senatore eletto all’estero, nelle liste dell’Unione sudamericana emigrati italiani, torna prepotentemente in auge con il voto dell’aula di Palazzo Madama che ribalta la decisione della Giunta decidendo, così, la decadenza del politico eletto in Sud America.
Adesso i senatori hanno approvato con 132 voti favorevoli, 126 contrari e 6 astensioni un ordine del giorno che reca come prima firmataria la capogruppo del Pd, Simona Malpezzi.
In questo odg si si chiedeva di togliere il seggio a Cario e di assegnarlo al dem Fabio Porta, anche se ancora non è subentrato per ulteriori approfondimenti della Commissione della Giunte per le elezioni. Fabio Porta, già deputato nazionale eletto all’estero, aveva sollevato tre anni fa con precise denunce la storia di queste irregolarità nel voto e lo stesso esponente del Pd aveva definito questi fatti come “il più grande broglio elettorale della storia della Repubblica”.
Quindi, adesso, Adriano Cario perderà il seggio in America Latina grazie a questo voto sul filo di lana avvenuto a scrutinio segreto che non convalida quell’elezione.
Su questi fatti vi è un’inchiesta penale della Procura di Roma che sta indagando proprio sulla regolarità del voto nella circoscrizione Sud America alle politiche del 2018 e parrebbe certo che attraverso delle perizie calligrafiche diverse schede elettorali risultino palesemente irregolari.
Infatti si sarebbe accertato che sarebbero state vergate dalle stesse mani e, quindi, un ristretto numero di elettori avrebbero espresso più volte lo stesso voto anche in seggi diversi.
Cario ha reagito con durezza autodifendendosi ad oltranza: “Sono estraneo a qualsiasi ipotesi di manipolazione. C’è stata una perizia senza contraddittorio, su un campione ridottissimo, 3 sezioni su 99, solo 375 schede a fronte di molte decine di miglia di voti da me legittimamente conseguiti”, e ha proseguito ,“non ritengo sia possibile dichiarare la mia decadenza su una percentuale di schede considerate censurabili. Anche sostenendo che ci sono delle schede invalide permane una differenza a mio favore di migliaia di voti. Per disporre la mia decadenza si dovrebbero verificare tutte le schede”.
Cairo aveva raggiunto una certa notorietà lo scorso anno uscendo dal ruolo di peones quando aveva manifestato la sua disponibilità a divenire “responsabile” del Maie votando la permanenza di Giuseppe Conte a Palazzo Chigi.
Bisogna anche dire che questo voto al Senato ribalta la relazione della Giunta per le elezioni che proprio su questo caso il 16 novembre scorso aveva salvato il politico determinando notevoli tensioni tra il Pd e i 5 stelle.
In questo organo, presieduto da Maurizio Gasparri, i 5 stelle avevano votato insieme al centrodestra per preservare il posto di senatore a Cario.
Sulla questione è intervenuto irritato Enrico Letta che probabilmente ne avrà parlato con Giuseppe Conte, il quale è riuscito a persuadere i senatori pentastellati a modificare la posizione in aula.
Nella giunta a difendere Cario aveva provveduto Maurizio Paniz, con un passato di deputato di Silvio Berlusconi e recentemente divenuto uno dei paladini di centinaia di ex parlamentari che aspirano a riavere senza tagli o ricalcoli i loro vitalizi.
Paniz abilmente aveva convinto tutti o quasi che bisognava convalidare e confermare l’elezione di Cario in base al fatto che vi era stata la presunta contestazione tardiva dell’elezione da parte di Fabio Porta e, poi , che vi era in corso la perizia calligrafica prevista dal procedimento penale.
“Procedimento penale di cui – aveva sostenuto Paniz – Cario non è parte (quindi non è ancora indagato ndr) e quindi non ha potuto far fare una controperizia”.
Paniz è stato pesante nella valutazione dei fatti: “Il legislatore ha scelto per gli italiani all’estero il voto per corrispondenza. Cosa succede alle schede (nei passaggi tra Italia e consolato e ritorno) esula dalla disponibilità di chi viene penalizzato o beneficiato del voto. Abbiamo il dovere di ipotizzare che il voto sia stato legittimamente espresso e vada riferito agli autori delle singole schede”.
E poi, ha concluso affermando lo stesso Paniz, “una illegittimità va provata in maniera rigorosa, mentre qui la prova non c’è ma vengono forniti solo alcuni indizi: la prova del contrario deve invece essere piena, inequivoca e sicura”.
Tali pregiudiziali poste hanno convinto la maggioranza in Giunta, mentre poi al contrario l’aula di Palazzo Madama ha votato per la decadenza di Cario.