Di Mirko Fallacia
Facebook potrebbe essere citato in giudizio da gruppi di consumatori per violazioni della privacy, ha detto giovedì un consigliere della corte suprema europea, in un caso di gioco online tedesco che potrebbe aprire la strada ad azioni simili in tutta l’UE.
Il caso è iniziato nel 2012 ed è uno dei tanti grattacapi in materia di privacy e antitrust che Facebook deve affrontare in Europa, dove i regolatori hanno introdotto una legislazione per frenare il potere dei cosiddetti giganti della tecnologia e garantire maggiore trasparenza.
“Gli Stati membri possono consentire alle associazioni per la protezione dei consumatori di intentare azioni rappresentative contro le violazioni della protezione dei dati personali”, ha affermato in un parere Richard de la Tour, avvocato generale presso la Corte di giustizia dell’Unione europea (CGUE) con sede in Lussemburgo.
Tali azioni devono basarsi su violazioni dei diritti derivati direttamente dal GDPR, ha aggiunto, riferendosi alle regole fondamentali sulla privacy dell’UE adottate tre anni fa.
“Analizzeremo il parere dell’avvocato generale. La chiarezza giuridica sull’ambito e sul processo del GDPR è importante e siamo lieti che la Corte di giustizia dell’Unione europea stia considerando le questioni sollevate in questo caso”. ha affermato un portavoce di Meta Platforms Inc.
Il GDPR prevede che qualsiasi richiesta di raccolta di dati personali debba essere soggetta a un consenso chiaro e informato.
De la Tour ha affermato che gli organismi dei consumatori che difendono gli interessi collettivi dei consumatori sono particolarmente adatti all’obiettivo del GDPR di stabilire un livello elevato di protezione dei dati personali.
Facebook si è trovato sul banco degli imputati dopo che la Federazione delle organizzazioni dei consumatori tedesche ha intentato una causa sostenendo che il social network aveva consentito agli operatori di giochi online di raccogliere in modo improprio i dati personali dei giocatori.
I giochi sono stati offerti sull’App Center di Facebook nel 2012. Giocando, gli utenti hanno automaticamente accettato di condividere i dati personali, inclusi gli indirizzi e-mail. Alla fine del gioco, ricevevano un messaggio che diceva che l’app poteva pubblicare il loro stato, foto e altre informazioni.
Un tribunale di grado inferiore tedesco si era pronunciato a favore della federazione tedesca, portando Facebook ad appellarsi a un tribunale superiore, che successivamente ha chiesto consiglio alla CGUE. Da allora Facebook ha rinnovato le sue impostazioni sulla privacy.