Di Gaia Marino
L’Italia è vicinissima ad eleggere il suo governo più di destra dalla seconda guerra mondiale, dopo che le proiezioni hanno sancito che Giorgia Meloni verrà nominata premier, con tutta probabilità.
Gli italiani si sono espressi domenica in un’elezione che secondo gli analisti avrebbe dato la possibilità a Meloni di diventare la prima donna primo ministro del paese.
Se le proiezioni e gli exit poll saranno confermati, la destra prenderà il controllo in un momento critico per la terza economia dell’Unione Europea, con la guerra della Russia in Ucraina che guida l’inflazione e mette alla prova i limiti dell’unità occidentale contro Mosca.
Un tale risultato solleverebbe importanti interrogativi sulla futura direzione dell’Italia in patria e a livello internazionale.
La politica dell’identità divisiva sarà improvvisamente nel mainstream del dibattito nazionale, mentre Meloni porta una voce potenzialmente dirompente al tavolo più alto del processo decisionale dell’UE.
Mateusz Morawiecki, il primo ministro polacco, che ha litigato con Bruxelles in una disputa sullo stato di diritto, ha twittato le sue “congratulazioni” a Meloni.
Le proiezioni basate su un parziale conteggio dei voti al senato del sondaggista Consorzio Opinio, per l’emittente Rai, mettono Fratelli d’Italia di Meloni al 24,6 per cento, Lega all’8,5 per cento e Forza Italia di centrodestra dell’ex premier Silvio Berlusconi vicina all’8 per cento.
Nel complesso, i risultati darebbero alla coalizione di destra un totale del 42,2% dei voti al Senato, se accurati.
“L’Italia ci ha scelto e non la tradiremo”, ha detto Meloni ai suoi sostenitori, che avevano aspettato fino alle 2:30 per avere sue notizie alla serata elettorale del partito a Roma.
“Lavoreremo affinché gli italiani possano essere orgogliosi di essere di nuovo italiani”. Meloni ha affermato che, sebbene i risultati non fossero ancora definitivi, c’era una chiara indicazione che gli italiani volessero un governo guidato dal suo partito.
Giorgia Meloni è stata accolta con applausi e ha iniziato a cantare insieme una canzone pop sul palco, prima di dire “canteremo più tardi”.
Ha detto che il vantaggio del suo partito nei risultati finora è stato “una notte di orgoglio, una notte di redenzione, una notte di lacrime, abbracci, sogni e ricordi. Questa notte mostra che le scommesse apparentemente impossibili sono possibili”.
I principali rivali di sinistra di Meloni hanno già capito di aver subito una pesante sconfitta.
Debora Serracchiani, leader del gruppo Pd alla Camera, ha detto prima in conferenza stampa: “Indubbiamente non possiamo, dati i dati che abbiamo, non attribuire la vittoria alla destra, guidata da Giorgia Meloni”.
La Serracciani, inoltre, ha detto che i Democratici di sinistra sarebbero un’opposizione responsabile e ha detto che la responsabilità è ancora più importante dato che la maggioranza della destra in Parlamento non rappresenta la maggioranza del paese.
Il deputato Guido Crosetto, uno dei fondatori di Fratelli d’Italia, dice che la priorità dei suoi colleghi sarà “affrontare il costo dell’energia e dell’inflazione, che stanno distruggendo il tessuto sociale ed economico dell’Europa; c’è il budget da approvare in poco tempo, quindi è un momento molto difficile, ma siamo una dirigenza all’altezza”, dice Crosetto e, parlando di Giorgia Meloni, dice: “Sarà un ottimo primo ministro”.
Il leghista Matteo Salvini ha twittato: “Centrodestra in netto vantaggio sia alla Camera che al Senato! Sarà una lunga notte, ma voglio già dire GRAZIE”.
Nel dettaglio il risultato finale sarà cruciale per le possibilità di Meloni di formare un’amministrazione duratura.
Se la proiezione è accurata e la destra finisce con solo il 42 per cento circa, Meloni e i suoi alleati “avranno seggi sufficienti per formare un governo ma la loro maggioranza sarà molto ristretta, in particolare al Senato, nel qual caso potrebbe non durare a lungo.
Se l’exit poll è giusto, ottenere il 43-47 per cento dei voti significherebbe una maggioranza di almeno 15-20 senatori, il che significa che puoi governare in modo molto più stabile, senza problemi.
Con il 46-47 percento, avrebbero dovuto vincere il 90 percento dei primi seggi e potrebbero avere la maggioranza dei due terzi necessaria per cambiare la costituzione senza referendum.
L’affluenza alle urne è stata solo del 64%, in calo rispetto al 73% delle precedenti elezioni del 2018, dopo forti piogge in molte parti del paese.
Il risultato sembra confermare un’impennata sorprendente per Meloni, il cui partito ha preso solo il 4% alle ultime elezioni del 2018.
Il successo di Meloni è in parte dovuto al fatto che è rimasta all’opposizione da quando ha fondato il suo partito 10 anni fa. Ma ora è un’altra storia.
Fratelli d’Italia trae le sue origini dal Movimento Sociale Italiano (MSI), fondato da ex fascisti dopo la seconda guerra mondiale.
Le posizioni intransigenti su immigrazione e droga, unite alla velata oppressione del diritto all’aborto condito da un convinto euro-scetticismo, rafforzano il quadro.
Meloni è orgogliosa del suo status di outsider. Il suo carattere di donna bassa, combattiva e proveniente dalla classe operaia l’ha fatta balzare sul tetto d’Italia.
Nell’ultimo anno, ha cercato con successo di riformulare Fratelli d’Italia come un gruppo conservatore tradizionale, per fare appello a elettori più sofisticati, allineandosi completamente con la NATO e gli Stati Uniti sull’Ucraina.
Saggiamente ha rifiutato di sostenere le promesse irrealistiche dei suoi alleati su pensioni e tasse.
Nelle ultime due settimane i suoi guadagni sono probabilmente dovuti all’effetto carrozzone, in cui gli elettori decidono di salire a bordo del vincitore.
L’alleanza di destra era in testa ai sondaggi da quando il governo di Mario Draghi è crollato a luglio, ma un blackout sui sondaggi sulle intenzioni di voto nelle ultime due settimane della campagna ha creato incertezza sulla dimensione del loro vantaggio.
Dopo la conferma ufficiale dei risultati, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella aprirà consultazioni con i partiti, per confermare se il candidato della destra può ottenere la maggioranza in Parlamento.
In base a un accordo della coalizione di destra, il partito con il maggior numero di voti nomina il candidato alla carica di primo ministro.
Dati i necessari scambi di cavalli sulle posizioni di gabinetto, il prossimo governo potrebbe non entrare in carica per diverse settimane.
Qualsiasi sia il risultato, il futuro governo italiano sarà chiamato ad affrontare una crisi senza precedenti e distinzioni sociali sempre più evidenti.
Si augura tanta fortuna alla futura, o al futuro, premier e si spera, nonostante le bandiere, che essa, o esso, possa risollevare le sorti del paese. Ma nonostante l’ottimismo vi è una frase di Gaber che è sempre veritiera e attuale: “Persino in Parlamento c’è un’aria incandescente si scannano su tutto e poi non cambia niente”.