E’ un caso delicato quello che vede implicato, ancora una volta, il leader di Italia Viva, Matteo Renzi. A renderlo più strano e teatrale, però, ci pensano gli stessi Renzi & Co.
Infatti, con un tempismo perfetto, il renziano Luciano Nobili ha presentato un’interrogazione al ministro dell’economia e finanze Daniele Franco su “una presunta fattura da 45mila euro ad una società lussemburghese” che la trasmissione di approfondimento diretta da Sigfrido Ranucci, Report, avrebbe pagato “per confezionare servizi contro Renzi”.
Con certezza possiamo affermare che nel mistificare la realtà i vertici di Italia Viva sono i migliori; basti vedere come con quel 2% facciano credere alla gente di far parte di un grande partito con un grande leader a capo, cosa che è servita ai renziani per cambiare destino e sorti del Paese.
Ma ritornando al caso specifico, il conduttore della trasmissione Ranucci rimanda subito al mittente l’accusa rispondendo ai vertici di Italia Viva: “Si tratta di un falso dossier che gira da due mesi”, assicura il conduttore. Italia Viva, in una nota con cui ha annunciato l’interrogazione, ha sostenuto che vuole “vederci chiaro e capire se soldi pubblici siano stati utilizzati per pagare informatori allo scopo di costruire servizi confezionati per danneggiare l’immagine di Renzi”. “Ci chiediamo con preoccupazione – ha specificato – se la Rai compri informazioni con i soldi degli italiani per le sue trasmissioni di inchiesta”.
Nell’interrogazione chiesto dunque se siano intercorsi rapporti economici nel mese di novembre 2020 fra la società Tarantula Luxembourg Sarl e la Rai TV. Se la redazione di Report abbia mai avuto rapporti con il dottor Francesco Maria Tuccillo, ex collaboratore della Piaggio Aerospace. E se vi siano stati rapporti economici fra la società lussemburghese e Tuccillo. Un’interrogazione relativa a servizi sulle vicende societarie di Alitalia e Piaggio Aerospace, in cui vengono citati i rapporti di Renzi con gli Emirati Arabi. Viene inoltre adombrato lo scambio di mail tra l’ex portavoce di Palazzo Chigi, Rocco Casalino, e la Rai, aventi ad oggetto servizi che sarebbero stati confezionati con l’obiettivo di danneggiare l’immagine di Renzi, circostanza quest’ultima smentita dallo stesso Casalino.
Insomma, film già visto! La solita farsetta imbrogliona che cerca di far passare il buon Renzi come un “martire” della politica. Lui che combatte i cattivi e che, grazie alle sue politiche per il popolo e ai suoi “super poteri”, ha annoverato nella sua Black list una moltitudine di nemici ai quali ha pestato i piedi. Sono bravissimi a creare confusioni e polveroni per cercare di far passare in sordina la questione e per mistificare la realtà. E’ una prassi già assodata per sgattaiolare alle domande scomode alle quali Renzi e suoi fedelissimi non vogliono rispondere.
E a screditare questa commedia ideata dai renziani ci pensa lo stesso Ranucci che assicura che quel carteggio relativo ai rapporti sulla società lussemburghese è un falso. “Si tratta di un dossier falso – afferma Ranucci – e falsa è anche l’informazione sulle mail tra me e Casalino. Si sostiene tra l’altro che quello scambio sia stato su carta intestata, che io non uso mai. Ci troviamo di fronte – prosegue – a un dossier avvelenato, confezionato da una manina proprio mentre stiamo realizzando un servizio che andrà in onda questa sera (ieri per chi legge ndr) sull’incontro tra Renzi e Mancini, l’agente che era stato coinvolto in un’attività di dossieraggio illecito nel caso Telecom nel 2006 e nel rapimento di Abu Omar. Quel dossier era finito anche nelle mani di Bechis, di Minzolini e del Foglio. Nessuno ha pubblicato il mio nome, essendosi resi conto del tipo di materiale. In 25 anni – conclude – Report non ha mai pagato una fonte e soprattutto non ha mai realizzato servizi contro”.
Insomma, esiste davvero questo accanimento mediatico nei confronti di Renzi o tanti piccoli indizi fanno una prova?
Sono molte le questioni fosche legate a Renzi e al suo partito, e non si ambisce di certo ad una caccia all’uomo serrata. Si pretendono solo risposte e chiarezza su questioni che hanno generato una moltitudine di domande che vedono minata la legalità da parte di un Senatore. Domande alle quali, mancando di rispetto ai politici, agli italiani e soprattutto ai suoi elettori (suoi rappresentati), Renzi ha pensato bene di non rispondere.
Molto probabilmente, il polverone innalzato da Report sarà solo l’ennesimo fuoco di paglia; fuoco che però continua ad ardere e ledere sempre più la credibilità del Frankie Underwood di Rignano.