Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, svela dubbi inquietanti nella sua recente visita a Kiev. “L’Ue vuole la vittoria dell’Ucraina” dice l’ex premier belga di fronte al presidente Zelensky, una presa di posizione che non è piaciuta affatto a Bruxelles.
L’Unione Europea non è “in guerra con nessuno”, spiega il portavoce capo della Commissione Europea Eric Mamer.
“Bisogna chiedere al presidente del Consiglio Europeo, eventualmente, di precisare il senso delle sue dichiarazioni – dice Mamer a chi gli chiede se l’obiettivo della guerra sia dunque la sconfitta militare della Russia – per quanto ci riguarda, la posizione della Commissione Europea è estremamente chiara dall’inizio del conflitto: c’è uno Stato sovrano europeo che è stato aggredito. Facciamo tutto quello che possiamo per aiutare questo Stato a mantenere la sovranità e a restaurare la sua integrità territoriale. E’ questo il senso delle nostre azioni e questo fin dal primo giorno dell’aggressione russa all’Ucraina”.
“E non c’è un obiettivo di guerra – prosegue Mamer – perché non siamo in guerra con nessuno. Bisogna fare molta attenzione alle parole che si usano. Noi agiamo per difendere un principio chiave dell’architettura della sicurezza europea e internazionale e i principi sui quali fondiamo tutte le nostre azioni e le nostre relazioni con i partner”.
Insomma, dietro la risposta europea permangono dubbi e retroscena inquietanti. Se l’obiettivo dell’Ue fosse stato davvero quello di far desistere Putin dalla sua avanzata, la strategia non si sarebbe fermata solo alla difesa del territorio ma anche all’intervento della diplomazia e dell’economia per mettere le basi di una nuova trattativa.
Ma le affermazioni folli di Biden, prima, e di Michel, poi, in risposta alla guerra altrettanto pazza di Putin, ci dicono che l’obiettivo degli Alleati è uno solo: tagliare la testa del serpente.