Home Attualità Il paradosso Mario Draghi: riporta l’Italia all’età del Carbone e viene premiato come “Statista dell’anno”

Il paradosso Mario Draghi: riporta l’Italia all’età del Carbone e viene premiato come “Statista dell’anno”

by Romano Franco

Cantami, o Diva, del premier Mario Draghi. Comincia così l’opera mitologica che racconta le battaglie e le imprese “eroiche” del grande premier italiano; o almeno così dovrebbe iniziare, nel caso in cui il presidente del Consiglio venisse nominato come nuovo “Augusto” d’Italia.

Proprio dagli Stati Uniti infatti non mancano occasione per tessere le lodi del premier italiano, amico delle privatizzazioni.

Sono in molti a millantare e ad enunciare meriti di pura fantasia quando si parla del “poliedrico” presidente del Consiglio italiano che viene premiato in pompa magna come il miglior “statista dell’anno”.

Avete capito bene cari italiani! Oltreoceano dicono che l’Italia ha un premier che l’ha proiettata nel futuro.

Ma qual è il futuro proiettato dall’amministrazione Draghi?

Tralasciando il paradossale ritorno al carbone, tra i vari rincari delle bollette, l’inflazione e la mancanza di materie prime, che generano fattori che si vanno a ripercuotere come un macigno sul Debito Pubblico, dalle terre di Colombo ci dicono che il nostro premier ha fatto più che bene.

Peccato però che, nonostante la premiazione alla Hollywood, in Italia si respiri un clima tutt’altro che futuristico, anzi, si potrebbe quasi dire Ottocentesco.

La cosa che vien difficile da non notare di questa ridicola pantomima, invece, è che il premier Draghi, da quando è salito al potere, abbia favorito per lo più l’economia Usa e le sue imprese tanto da meritarsi addirittura un premio. Tutto a discapito dell’economia italiana ed europea.

La rotta di Draghi non si allontana in alcun modo dalla posizione guerrafondaia degli americani, quando parla della situazione ucraina: “Resto ottimista, l’Occidente è unito”, ma “Solo l’Ucraina può decidere quale pace è accettabile”, sono queste le parole d’esordio del premier italiano.

Come se veder sacrificare fino all’ultimo ucraino per perseguire la follia messa in piedi da Putin e Biden possa essere un opzione.

Il fatto che la Russia possa essere d’accordo sul fatto di mettere fine ad una guerra facendo redigere le condizioni di Pace al Paese che sta massacrando rasenta ignoranza e idiozia ma, commenti a parte, lo “Statista dell’anno” domani parlerà all’assemblea generale delle Nazioni Unite per illuminare in qualche modo le nazioni del mondo.

Sono in molti ad accreditare il valore e la virtù del premier Italiano, tra questi c’è l’ex Segretario di Stato americano che complottò per organizzare il Golpe in Cile contro il presidente socialista Allende, favorendo di fatto la dittatura di Pinochet, Henry Kissinger: “Il suo coraggio e la sua visione faranno sì che resterà con noi a lungo”, dice l’ex Segretario di Stato di Richard Nixon.

Draghi ha parlato della guerra: “L’eroismo dell’Ucraina, del presidente Zelensky e del suo popolo – ha osservato il premier – è un monito potente di quello per cui lottiamo e rischiamo di perdere. L’Unione europea e il G7, insieme con i loro alleati, sono rimasti fermi e uniti in supporto dell’Ucraina, nonostante i tentativi di Mosca di dividerci la nostra richiesta collettiva per la pace continua, come dimostra l’accordo per sbloccare tonnellate di cereali dai porto del Mar Nero. Ma solo l’Ucraina può decidere quale pace è accettabile. Il mondo chiede coraggio e chiarezza ma anche speranza e amore”.

In seguito, il presidente del Consiglio, manda anche un messaggio di pace. “Spero che ci sarà un futuro quando la Russia deciderà di tornare alle stesse norme sottoscritte nel 1945. Nonostante tutta l’oscurità dei tempi in cui viviamo, rimango ottimista riguardo al futuro”.

“L’importanza del dialogo è stata al centro della mia vita professionale come economista e come decisore politico. Il valore di una partnership di successo tra organismi multilaterali e istituzioni locali è stata una delle principali lezioni che ho imparato lavorando alla Banca Mondiale negli anni ’80”.

Poi, ergendosi a paladino delle libertà, dopo essere stato il presidente meno liberale d’Italia dai tempi del fascismo, dice: “Le autocrazie prosperano sfruttando la nostra esitazione, dovremmo evitare l’ambiguità, per non pentircene in seguito. Dobbiamo essere disposti a collaborare, purché ciò non significhi compromettere i nostri principi fondamentali!”.

Draghi è stato celebrato dagli Usa come un vero e proprio leader mondiale, un “visionario” e un “risolutore di problemi”.

Sono queste le parole dell’ex segretario di stato Usa, Henry Kissinger: “Ho grande rispetto per lui e per la sua grande visione e capacità di analisi”, ha detto il diplomatico statunitense, presente nonostante i suoi 99 anni, seduto al fianco del premier.

Quindi, nonostante appaia evidente che la situazione sia cambiata solo in peggio da quando Draghi è alla guida del Paese, dagli Usa ci dicono che il riconoscimento è dovuto per la “lunga leadership poliedrica nella finanza e nel pubblico servizio di cui hanno beneficiato l’Italia e l’Unione europea e che ha aiutato la cooperazione internazionale”, come dice il rabbino Arthur Schneier, di fronte al segretario di stato vaticano Pietro Parolin.

Insomma, sono molti gli uomini d’onore che si sono riuniti intorno al premier italiano, e anche il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha colto l’occasione. “Mi congratulo con il mio amico, il premier Mario Draghi che ha ricevuto il premio per il suo lavoro di far avanzare i diritti umani nel mondo. Draghi è stato una voce potente nella promozione della tolleranza e della giustizia, lo ringrazio per la sua leadership”, dice il presidente americano.

Che fosse rispettato e considerato al livello internazionale era più che notorio, ciò che appare meno evidente dalla narrativa della stampa internazionale, però, è quanto il premier Draghi sia legato a doppio filo con il mondo dell’alta finanza.

Alla cerimonia del premio hanno partecipato diversi membri della politica internazionale ma soprattutto Wall Street, infatti, oltre all’ambasciatrice d’Italia a Washington Mariangela Zappia, hanno partecipato anche il Ceo di Bank of America, Brian Thomas Moynihan e il presidente e Ceo di Blackstone Group Stephen Allen Schwarzman, e uniti in coro ripetono tutti la stessa cosa: quanto sia stato bravo Mario Draghi a “salvare l’Europa dal collasso e dare lustro al suo Paese nel mondo”. Insomma, se ne sono accorti tutti di quanto il nostro premier sia bravo e illuminato. Tutti, eccetto gli italiani.

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