Proviamo ad analizzare i risvolti dell’idea del Presidente della regione Sardegna, Christian Solinas, che vorrebbe realizzare un polo sanitario di eccellenza, nell’area cagliaritana che si estende da Sant’Elia alla ex Fiera.
Solinas specifica che questo polo sanitario, dovrebbe ospitare tutta l’oncologia, nonché essere realizzato secondo criteri architettonici dagli <<alti valori estetici e urbanistici>>.
Se questo polo verrà sviluppato secondo un’architettura “aperta” verso il mare, capace di rendere gli ambienti del polo sanitario, non un mondo isolato, ma in continuità con la “bellezza” da cui è circondato, costituirebbe già un successo. un unicum nell’Isola e nella Penisola.
Non un mostro strutturato come il Mater Olbia, cui i criteri di funzionalità fungono da alibi, ma secondo un estensione orizzontale aperta, in grado di esprimere le peculiarità di una cittadella sanitaria, ove gli edifici essenziali consentano una continuità visiva e sensitiva, verso l’apertura del Golfo cui sarebbe rivolto.
Per un simile progetto potrebbero essere colti i risvolti di una struttura, ove la Sanità metterebbe in campo un modo differente di curare, aprendo alla condizione per cui tale cura è svolta, così alla vita del paziente che non sempre riesce ad avere un dopo.
Solo per questo aspetto una simile proposta dovrebbe essere accolta, agevolata e sostenuta in modo perentorio, da un’area politica che si dice di sinistra.
Esclusivamente per questo motivo la blindatura di questo progetto, affinché giunga alla sua realizzazione, dovrebbe andare oltre le barriere spicciole di una politica politicante.
Inoltre vi sono altri aspetti per cui sostenere questo embrione progettuale, tra cui la sottrazione definitiva agli speculatori edili, di un’importante area della città.
Area su cui gli occhi di una parte dell’economia isolana e cagliaritana, di concerto con le manovre della politica del comune, si sono posati da oltre quindici anni.
La realizzazione di una simile opera, potrebbe rappresentare un nuovo modello di accoglienza ospedaliera, verso cui le risorse impegnate per la realizzazione e il mantenimento, non sarebbero indifferenti per entità e professionalità richieste.
Un salto quantico che al di là dei meriti politici, di chi riuscirà a progettarlo e portarlo a termine, costituirà un importante traguardo per la città e per l’intera Sardegna.
Il contesto economico, ricco per coloro che prenderanno parte al progetto e alla costruzione di una simile struttura, avrebbe ricadute significative per il servizio messo a disposizione di una intera popolazione, verso cui la Sanità regionale è da sempre arcigna in termini di risorse effettive.
Volgendo lo sguardo all’orribile agglomerato posticcio e in parte decadente, che si estende dal Microcitemico al Brotzu, o alla colata informe di cemento priva di funzionalità qual è il Policlinico di Monserrato, non possiamo che auspicare la realizzazione di una eccellenza sanitaria e architettonica, nell’area prospettata dal Presidente Solinas.
Il superamento di strutture deprivanti della personalità e dell’umanità, come sono quelle esistenti, dovrebbe costituire il compito primario per la Sanità nazionale, ancorché per una città che da anni è candidata, con insuccesso, a capitale del Mediterraneo.
Vi sarebbero opportunità di ampia collaborazione tra i professionisti della sanità, gli architetti e gli ingegneri, per la realizzazione e lo sviluppo di un simile modello unico sanitario, nato per l’essere umano, non solo per la sua cura.
Un complesso in cui verrebbero banditi edifici para-industriali concepiti come pollai, in cui oltre agli effetti devastanti della cura si sovrappongono pericolosamente, quelli determinati dall’inumano effetto ambientale.
Certo non è solo la struttura esterna a dover cambiare, è la cultura della cura a dover trovare una via differente dall’attuale.
Così come la disponibilità e l’efficienza del personale sanitario è sicuramente l’altra componente che sappiamo esser, in parte, ampiamente esaudita, ma verso cui è ancora necessario investire.
Forse è questo il polo a cui pensa il presidente Solinas, ma se non dovesse esserlo possiamo, anzi dobbiamo invogliarlo a pensare sia così concepito.