Il dramma della perdita del lavoro comincia ad assumere le fattezze della realtà concreta in tante grandi aziende e, a Firenze, la multinazionale Gkn ha licenziato 422 lavoratori via mail.
Gli operai sono disperati e si sono riuniti in via permanente in assemblea per evitare la chiusura dello stabilimento. Una notizia inaspettata che è arrivata ieri venerdì 9 luglio ai dipendenti della Gkn di Campi Bisenzio, un impresa che è attiva nel settore della componentistica per auto e che comunque è in crisi da tempo.
Dario Salvetti, delegato Rsu dell’azienda ne ha dato notizia sui social. «Non sono in condizione di rispondere al telefono perché troppe telefonate e messaggi. Siamo in assemblea permanente perché questa mattina ci hanno comunicato la chiusura immediata della Gkn di Firenze. Con effetto immediato. Una mail, più di 450 famiglie a casa. Questo sono loro. Questa è la loro violenza. Avrete notizie e invito all’azione. Avremo bisogno di tutta la forza e la solidarietà. Si astengano i falsi preoccupati che hanno permesso tutto questo», dichiara il sindacalista.
Anche il sindaco di Campi Bisenzio, Emiliano Fossi, insieme a tutta la sua giunta ha espresso solidarietà ai lavoratori coinvolti dal licenziamento. I proprietari della Gkn non sono industriali, ma sono rappresentati tramite un fondo di investimento estero.
E’ stata attivata l’Unità di crisi della Regione Toscana che ha già contattato il ministero dello Sviluppo Economico. Il segretario della Fiom di Firenze, Daniele Calosi, è stato durissimo: «Sembra la scena di un film già visto con il caso della Bekaert: una scelta criminale di una multinazionale che conferma ancora una volta, se c’è ne fosse bisogno, che i datori di lavoro vogliono che il costo di questa crisi ricada sulle persone che per vivere devono lavorare — dice in una nota Calosi — Un comportamento intollerabile, di una azienda associata a Confindustria, anche alla luce dell’Avviso Comune firmato dalle Parti Sociali e dal Governo lo scorso 29 Giugno e dei meccanismi di gestione delle crisi previsti dalla Legge e dal Contratto Nazionale. Come Fiom chiariamo subito che non firmeremo alcun licenziamento: non possiamo accettare che si consumi l’ennesimo dramma sociale che, inoltre, avrebbe importanti ripercussioni per tutto il tessuto economico e produttivo fiorentino che non può permettersi di incassare l’ennesimo attacco alle sue professionalità e non può accettarlo tutta la comunità fiorentina, dai cittadini alle istituzioni politiche e sociali. Per questo chiediamo all’azienda il ritiro immediato della procedura di licenziamento e l’attivazione degli ammortizzatori sociali previsti dalla normativa vigente e alle istituzioni politiche la convocazione del tavolo al Ministero dello Sviluppo, coinvolgendo la Regione Toscana e le Istituzioni Locali».
Su questa grave procedura di licenziamento la Confindustria Firenze ha preso atto dei fatti che stanno avvenendo e che sono stati decisi in totale autonomia da GKN Driveline.
Confindustria non aveva avuto alcuna informazione delle modalità messe in atto e prende le distanze garantendo il proprio impegno per consentire una soluzione che rispetti tutti gli interessi in gioco anche garantendo le aziende dell’indotto in linea con l’impegno sottoscritto il 29 giugno scorso e che è stato firmato dell’avviso comune con il Governo e i sindacati.
La Cisl prende anch’essa posizione sulla vicenda relativa a questa decisione della multinazionale: «Un comportamento vigliacco, senza rispetto per le persone e per il territorio. Una modalità banditesca della gestione dei rapporti che condanniamo senza appelli. Proprio questa mattina (il giorno dell’invio della mail ndr) l’azienda aveva messo tutti i lavoratori in Par (permesso annuo retribuito) collettivo per le ferie estive e in fabbrica non c’era nessuno — scrivono congiuntamente il segretario regionale Fim Cisl Alessandro Beccastrini e la segretaria Fim Cisl Firenze Flavia Capilli — Da informazioni che abbiamo raccolto pare che l’azienda voglia delocalizzare la produzione di Firenze, ma non sappiano dove. Una cosa che non ha nessuna logica, visto che non poco tempo fa sono stati effettuati importanti investimenti in macchinari e automatizzazione del sito fiorentino».
«Riteniamo necessario un immediato coinvolgimento del Ministro dello Sviluppo Economico e del Ministro del Lavoro e ci adopereremo in tal senso dando tutto l’appoggio possibile alla giusta mobilitazione delle istituzioni territoriali e delle organizzazioni sindacali» scrivono i parlamentari del Pd Dario Parrini, Filippo Sensi, Luca Lotti, Caterina Biti e Laura Cantini.
Attacca il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni: «Neanche il tempo di finire di salutare i lavoratori della Gianetti Ruote di Monza licenziati con un’email, neanche il tempo di salire su un treno che ecco sul display del cellulare lampeggiano i messaggi dalla Toscana, è la volta della Gkn di Campi Bisenzio. Perché Draghi e il ministro Giorgetti non vengono a vedere con i loro occhi gli effetti reali delle loro politiche scellerate sulle persone in carne e ossa? Paura di non ricevere applausi?».
Adesso il deputato è intenzionato a presentare una interrogazione in Parlamento. L’azienda si difende strenuamente e ha motivato la scelta per la caduta delle vendite nell’ambito del mercato automobilistico, nonché per la grande competitività sui prezzi nel settore, poi anche per «semplificare» e abbattere i costi della produzione tra i vari siti produttivi.
Nella comunicazione inviata ai lavoratori non si fa riferimento agli ammortizzatori sociali e si afferma seccamente che si deve far cessare l’attività produttiva. Mentre altri forniscono un’interpretazione diversa.
«Già un anno fa, nel 2020 e in piena pandemia, a Birmingham (UK), l’azienda licenziava 185 lavoratori su 600, senza accedere agli ammortizzatori sociali di cui pure avrebbe potuto fare uso vista la crisi pandemica. Non lo ha fatto e proverà a non farlo per un semplice motivo: per far salire il rendimento del titolo finanziario occorre licenziare una quota di operai prima di rivendere il titolo», che è detenuto da un fondo inglese, e quel che affermano Giuliano Granato, portavoce di Potere al popolo, e Francesca Conti, coordinatrice fiorentina: «Lo sblocco dei licenziamento voluto dal governo Draghi sta facendo danni irreparabili».
Il sindaco di Firenze Nardella fa sentire la sua voce: «Basta con questo modo selvaggio. Non esiste, questo è uno scandalo nazionale. Non si chiudono gli stabilimenti con i lanci d’agenzia. Non si mandano a casa 422 lavoratori da un giorno all’altro. Gkn verrà immediatamente convocata e intanto siamo presenti con i nostri rappresentanti istituzionali ai cancelli di Campi Bisenzio per unirci alla protesta dei dipendenti. Come Sindaco metropolitano, a nome mio e di tutti i colleghi sindaci della Città Metropolitana resteremo da ora fino a quando servirà al fianco del sindaco di Campi Emiliano Fossi e dei lavoratori della Gkn. Siamo pronti a qualunque iniziativa finalizzata a bloccare questa ‘mattanza sociale».
«Quanto accaduto – dichiara Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana – è inaccettabile e di gravità inaudita. Senza comunicazione preventiva, si mandano a casa più di 400 persone. Ci opporremo con tutte le nostre forze e l’impegno della Regione sarà massimo. Con chiarezza e durezza abbiamo fatto conoscere alla direzione italiana della multinazionale quanto queste modalità e la sostanza di questo intervento siano inaccettabili. Il governo – conclude Giani – deve intervenire, questo è un caso nazionale».