Home Attualità Intervista a Gaetano Galvagno, Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana: “Prioritaria la promozione del Made in Sicily”

Intervista a Gaetano Galvagno, Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana: “Prioritaria la promozione del Made in Sicily”

by Rosario Sorace

Fratelli d’Italia ha continuato a crescere nei sondaggi nazionali e anche in Sicilia si assiste ad una trasmigrazione nell’ambito del centro destra verso questa formazione politica. Questo fenomeno, molto probabilmente, è dovuto al fatto storico della guida del governo nazionale modello Giorgia Meloni.

Una crescita esponenziale di Fdi che mostra una vitalità di iniziativa nel territorio mantenendo salde le posizioni di partenza che ha consentito a questo Partito di conquistare Palazzo Chigi.

A Palazzo d’Orleans, invece, Fdi ha governato facendo parte stabilmente della maggioranza.

Nonostante sia stata cambiata la guida alla Presidenza della Regione Siciliana con la sostituzione di Nello Musumeci divenuto nel frattempo prima Senatore e poi Ministro dell’esecutivo, l’alleanza del centro destra è riuscita a vincere nettamente con il nuovo governatore Renato Schifani (Fi).

L’elezione alla Presidenza dell’Assemblea Regionale Sicilia dell’on. Gaetano Galvagno, 37 anni, che vanta il record di essere il più giovane presidente di sempre, è un’importante novità per Fratelli d’Italia.

Galvagno è stato riconfermato nell’organo legislativo con un vero e proprio plebiscito di consensi, oltre 14.000 voti.

Laureato in Economia, il suo impegno politico è cominciato sin da ragazzo. Nell’ultimo lustro è cresciuto sul piano politico seguendo le orme dell’ex Ministro Ignazio La Russa.

Appartenente ad una famiglia molto unita, il padre era un medico massimalista venuto a mancare da eroe nel contrasto in prima linea durante l’emergenza pandemica, la madre è agente generale assicurativa, mentre la sorella è una commercialista.

Galvagno si è nutrito di valori sani e genuini quali il senso della famiglia, il gusto della lealtà e un sacro rispetto per il prossimo che costituiscono il fondamento morale della sua esistenza e un buon viatico per l’attività politica.

Tuttavia, il suo impegno verso la politica attiva è stato ereditato e appreso seguendo la guida salda e attenta dello zio Mimmo Galvagno, politico di lungo corso che ha svolto a Paternò un ruolo politico importante ricoprendo più volte le cariche di consigliere e assessore sia a livello comunale e, successivamente, anche nella Provincia Regionale di Catania.

Ed è stato proprio lo zio a trasmettere a Gaetano la passione politica sin dall’età adolescenziale.

Gaetano Galvagno ha infatti iniziato a muovere i suoi primi passi nel proprio Liceo dove è stato eletto rappresentante d’Istituto.

Successivamente è stato il fondatore dell’associazione AGIM (Associazione Giovani In Movimento) e dopo, durante l’esperienza Universitaria, all’interno dell’ateneo catanese, diviene nel 2006 il primo degli eletti presso il Consiglio della Facoltà di Economia e Commercio.

Nel 2008 ottiene il ruolo di Consigliere più votato dell’ateneo Catanese raggiungendo ben  2281 preferenze in seno all’organo superiore universitario dell’ERSU.

Tale incarico, lo vede impegnato nel successivo biennio 2008/2010 in numerose battaglie al fianco degli studenti con particolare attenzione ai servizi di assistenza e di Diritto allo Studio.

Poi il salto di qualità alle elezioni regionali del 2017 dove risulta il primo degli eletti a Catania e nelle ultime elezioni del 25 settembre del 2022 ottiene oltre 14.000 voti di preferenze.

Molto stimato e apprezzato da tutti gli schieramenti politici, riesce a fare un grande balzo in avanti salendo nello scranno più alto di Palazzo d’Orleans anche con il concorso di voti che non fanno parte del cartello della maggioranza.

La sua sembra una storia d’altri tempi. Un impegno sin da giovanissimo nel sociale e nella realtà del suo territorio che è servito ad una maturazione politica molto concreta e pragmatica…

Sin da giovane mi sono occupato di politica universitaria, mai di politica territoriale prima del 2017, quando per la prima volta mi candidai alle elezioni regionali.

Il mio cammino universitario è stato legato per molti anni all’amico On. Giuseppe Lombardo. Ma quando decisi di candidarmi alle regionali, sia per un rapporto personale con il Presidente La Russa, sia perché credevo e credo nelle idee che muovono Fratelli d’Italia.

Va tenuto conto che nel 2017 Fratelli d’Italia era un piccolissimo partito, che molti davano sotto la soglia di sbarramento.

Oggi ottiene questo alto incarico alla Presidenza dell’Ars, riconoscimento meritato e inaspettato. Cosa si può fare per riattivare al meglio l’attività legislativa regionale che sembra inceppata e lacunosa?

Inaspettato certamente sì. Meritato, lo vedremo in questi cinque anni. Per quanto concerne l’efficientamento dell’attività legislativa ritengo che vada valorizzato il ruolo delle commissioni.

Molte volte è stata utilizzata la legge finanziaria per metterci dentro tutto e il contrario di tutto. Dovremmo, invece, avere la forza politica di dare dignità e funzioni alle commissioni, così come avviene a Roma.

L’economia siciliana vive una stagione difficile e contraddittoria. Da un lato nascono numerose start up innovative fatte da giovani dall’altro il reddito pro capite arretra e si emigra in altre parti d’Italia o all’estero. Quali sono le ricette per fare decollare l’economia isolana?

Non abbiamo la bacchetta magica, né siamo detentori di ricette o pozioni incantate. Ritengo piuttosto sia prioritario, oggi, concentrarci sul Made in Sicily e sostenere le aziende agricole e agroalimentari, sostenere la ricerca e le università dell’Isola per permettere ai nostri giovani di essere protagonisti dell’innovazione tecnologica non solo in ambito tecnico scientifico o medico.

In ambito archeologico, per esempio, i nostri dottorandi e uno studente di Catania sono stati citati in tutto il mondo per avere scoperto il muro di Hammurabi.

Occorrerebbe dunque chiedersi se in Sicilia manchino gli strumenti di cui magari sono in possesso negli altri Paesi e mettere le nostre migliori intelligenze a servizio della collettività e a beneficio dell’economia generale del nostro territorio.

Come indirizzerà il suo impegno in questo nuovo ruolo e pensa di continuare a promuovere le proposte per la nascita di una nuova imprenditoria giovanile?

Dicono che ascoltare sia un’arte e il mio ruolo istituzionale mi impone di tenere una posizione al di sopra delle parti. Rispetto l’imprenditoria giovanile. Sarà necessario anzitutto focalizzare le idee in modo migliore rispetto al passato e, soprattutto, con lungimiranza verso il futuro.

Che giudizio esprime sul quinquennio passato all’Ars e, quindi, sul governo Regionale guidato da Musumeci?

Sono stati anni difficili perché la pandemia ha di fatto paralizzato le nostre vite e indirizzato ognuno di noi, dalla vita quotidiana alle attività politiche, a visioni e azioni diverse rispetto a com’eravamo abituati. Il Governo Musumeci ha permesso di avere solide basi sulle quali oggi con il Presidente Renato Schifani andremo a costruire il presente per il futuro.

Quali sono le maggiori criticità delle infrastrutture siciliane e in quali settori bisogna intervenire con urgenza?

I collegamenti interni della Sicilia sono in condizioni disastrose ma occorrerebbe verificare se le strade che percorriamo siano di nostra pertinenza.

Indubbiamente occorre intervenire con urgenza e il nostro impegno è fortemente determinato anzitutto sul contrasto al Caro Voli, Ponte sullo Stretto e alta velocità.

Oggi i siciliani percepiscono la Regione come un Ente inutile. Come si fa ad uscire da questa visione che produce ancora oggi scarsa partecipazione e astensionismo?

Portando dei risultati tangibili. I siciliani hanno bisogno di conferme concrete e non solo di belle parole in campagna elettorale. Solo così le persone comuni torneranno a seguire con maggiore interesse la politica non solo regionale.

I debiti della Regione rischiano di paralizzare un intero apparato amministrativo anche degli Enti Locali strettamente collegati ai poteri dell’autonomia speciale. Nello Musumeci ha tagliato di oltre un miliardo il debito. A che punto siamo sulla via del risanamento?

Ritengo che il percorso di risanamento sia giusto. In questo senso sono andati i cinque anni di governo Musumeci e mi pare di vedere in maniera tangibile che anche questo governo sia sullo stesso sentiero. In questo senso l’avere una assonanza politica tra governi regionale e nazionale non potrà che giovare alla Sicilia.

I lavori della Commissione antimafia di cui lei stato membro hanno segnato un punto di rottura rispetto al passato producendo una vasta attività di indagine e analisi. Cosa le ha insegnato questa esperienza?

Mai fermarsi alle apparenze. Il Presidente della Commissione Regionale Antimafia della scorsa Legislatura, l’on. Claudio Fava me lo ha insegnato portando avanti una serie di inchieste che hanno incrociato le attività giudiziarie, le attività giornalistiche e le sentenze dei Tribunali.

La mafia ha cambiato modo di operare e di agire ed è necessario rafforzare i controlli ma anche l’antimafia non può rappresentare un business costruito sulle tragedie delle persone vittime di un sistema sbagliato o di comuni sciolti per mafia dove la mafia non c’era.

 Si riuscirà ad approvare la legge che prevede il terzo mandato per i sindaci?

Le dico sinceramente che questo attiene alla sensibilità dei partiti. Ritengo che il dibattito sul tema entrerà nel vivo dopo l’approvazione della Legge di stabilità.

Cosa si augura per l’anno che sta partendo?

Forte spirito di abnegazione e una sana presa di coscienza rispetto i problemi reali dei siciliani utili a risollevare in modo tempestivo ed efficace la Regione Sicilia.

Potrebbe interessarti

Lascia un commento