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Quella sottile linea che non esiste

by Raffaele Mortellaro

Quella sottile linea che non esiste. Tra meno di un mese, il conflitto in Ucraina spegnerà la sua prima candelina.

Un conflitto figlio di calcoli sbagliati, da ambo le parti, che si sta trascinando fino ad un  punto inimmaginabile.

Se Kiev non ha capitolato in tempi brevi, neanche Mosca ha mollato la presa.

I media enfatizzano ogni colpo messo a segno dal governo di Kiev, ma ad oggi Mosca è trincerata in una porzione non indifferente di suolo ucraino. Abbastanza da collegare la Crimea alla terraferma.

Coi primissimi disgeli e la mobilitazione parziale a buon punto, le truppe del Cremlino hanno ripreso l’iniziativa negli Oblast di Donetsk e Zaporizhzhia.

I militari russi sono oggi circa il doppio di quanti erano il 24 febbraio, e premono su un area di fronte molto più circoscritta.

L’Occidente è al decimo pacchetto di sanzioni e al sesto di aiuti militari a Kiev. Sempre più commentatori evidenziano quanto era chiaro dall’inizio: a un certo punto gli aiuti indiretti non saranno più sufficienti. Bisognerà valutare un nostro coinvolgimento diretto nel conflitto.

Per adesso, inviamo armi alla rinfusa. Con un criterio ben lontano da quello utilizzato nella nostra dottrina militare.

Senza elicotteri Apache, i MBT promessi a Kiev (in numero risibile) servono a ben poco.

Quella sui carri sembra più un confronto tra il complesso militare industriale USA e quello tedesco, timoroso di perdere quote di mercato del Leopard in favore dell Abrams.

Emerge, insomma, sì un sostegno a Kiev. Ma si sta perseguendo davvero la distruzione della Russia? Come è stato ripetuto più volte da ambienti vicini al Cremlino?!

Difficile rispondere! Un ridimensionamento Russo in altre aree geostrategiche (Medio Oriente, Caucaso, Asia Centrale) avrebbe conseguenze incontrollabili.

I maggiori beneficiari sarebbero i nemici (Cina e Iran) o degli alleati ben poco asserviti e affidabili (Turchia, Israele). Per non parlare della catastrofe che porterebbe il crollo di un fronte interno, diviso in circa 80 entità rappresentative e con un arsenale di 6000 testate nucleari.

Sembra quasi che l’Occidente scorga un confine molto sottile, una linea, tra la completa disfatta della Russia in Ucraina e la sua capitolazione geopolitica, se non la sua implosione. Quella sottile linea, però, non esiste.

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