Home In evidenza Il governo Meloni nasconde agli italiani le nuove forniture di armi a Kiev. Solo l’Italia mantiene il segreto di Stato

Il governo Meloni nasconde agli italiani le nuove forniture di armi a Kiev. Solo l’Italia mantiene il segreto di Stato

Cambiano i governi ma la secretazione sulle armi rimane

by Romano Franco

I nuovi pacchetti di armi e gli aiuti militari nei confronti dell’Ucraina verranno blindati dal segreto di Stato anche questa volta.

Cambiano i governi ma la musica è sempre la stessa e, per quanto riguarda il sostegno inviato da Roma a Kiev, gli italiani rimangono perennemente ignoranti sulla questione.

Nonostante l’escalation perpetua contro la Russia e il massacro continI nuovi pacchetti di armi e gli aiuti militari nei confronti dell’Ucraina verranno blindati dal segreto diuo del popolo ucraino il governo italiano, nel tentativo di spegnere il fuoco utilizzando di benzina, non ha esitato un istante nell’inviare nuove armi a Kiev; malgrado le conseguenze che questo comporta.

Il malumore serpeggia inevitabilmente tra la popolazione italiana, in perenne crisi economica, e la soluzione pacifica pare sempre più un miraggio per gran parte dei cittadini che sperano ancora in una spinta sempre più diplomatica riguardo alla questione.

L’Italia, andando in maniera evidente contro i principi della sua Costituzione, ha predisposto l’invio del sesto pacchetto di armi all’Ucraina, e, mentre per negli altri Stati l’invio di materiale militare è stato desecretato, nel Bel Paese la popolazione è destinata a rimanere all’oscuro di tutto.

Parlare di “aiuti militari” è diventato un Taboo e negli italiani cresce un malcontento per la mancata partecipazione e frustrazione riguardo al conflitto.

Secondo SWG il 60 per cento degli italiani è contrario alla decisione della Germania di mandare a Kiev i carrarmati Panzer-Leopard, il 55 per cento si oppone all’aumento delle spese militari annuali e il 52 per cento non vuole che si mandino nuovi aiuti militari al governo di Zelensky, poiché ritenuti inutili. Solo il 39,9 per cento è favorevole ai nuovi invii di armi all’Ucraina. Sono questi ultimi a comandare nel nostro Paese.

Infatti, nonostante la voce del popolo venga costantemente e ampiamente ignorata, il governo si permette addirittura il lusso di tenere gli italiani in una bolla. Come se l’invio di armi, in termini di spesa e conseguenze, fosse una cosa irrilevante o superficiale.

In Germania i cittadini tedeschi possono conoscere ogni dettaglio relativo agli aiuti militari spediti da Berlino a Kiev: dai carri armati ai cappelli per l’inverno. E così vale per inglesi, francesi, lussemburghesi, canadesi e company.

Il governo di Scholz ha anche condiviso la lista integrale delle forniture. Di fatto, paradossalmente, in Italia si sa che i tedeschi invieranno più di 3 mila lanciarazzi Panzerfaust, 100 mila bombe a mano e 350 mila detonatori ma ciò che inviamo noi in Ucraina non ci è dato sapere.

Nella liste dei tedeschi vengono riportati anche i capi di abbigliamento.

Berlino infatti invierà anche 240 mila cappelli per l’inverno, 116 mila giacche per il freddo e 80 mila pantaloni termici.

E, infine, si parla anche delle forniture approvate che non sono ancora state consegnate come i 14 carri Leopard 2 che sono stati accordati all’Ucraina appena pochi giorni fa, dopo un lungo confronto con gli Stati Uniti.

I tedeschi possono visionare tranquillamente, in qualsiasi momento, i dati relativi ai nuovi invii e tenere sott’occhio la spesa pubblica quando e come vogliono.

Per loro è sufficiente accedere al sito della cancelleria e consultare gli appositi documenti caricati sulla pagina ufficiale dedicata all’assistenza militare all’Ucraina.

Ma chi pensa che i tedeschi rappresentino un’eccezione si sbaglia di grosso. Anche negli Stati Uniti i cittadini rimangono sempre al corrente dei nuovi invii.

Per esempio gli americani sanno che sono stati stanziati 27 miliardi di dollari in aiuti militari in 11 mesi e sono a conoscenza che l’ultima tranche di armi spedite a Kiev, inviate il 19 gennaio, riporta l’invio di 50 mila razzi Grad, 700 droni tattici Switchblade, 350 gruppi elettrogeni e così via.

Anche per il governo ultra falco del Regno Unito la situazione non cambia. Infatti, il segretario della difesa Ben Wallace non si è limitato a rendere pubblica la lista ma la ha addirittura letta personalmente in Parlamento.

Grazie all’ultima lettura, che risale al 16 gennaio 2023, si sa che gli inglesi hanno inviato uno squadrone di carri armati Challenger 2, droni per 20 milioni, 100.000 colpi di artiglieria, ecc.

La Camera dei Comuni, poi, ha pubblicato sul suo sito un report riepilogativo con numeri e comunicati ufficiali su quanto inviato a Kiev nella giornata del 25 gennaio

Anche in Francia, che all’inizio aveva optato per la segretezza, oggi vengono pubblicati i dettagli sull’invio delle armi a Kiev.

E così, dopo tante querelle, il governo Macron ha finalmente rotto gli indugi togliendo definitivamente il segreto di Stato.

L’Eliseo ha così cambiato idea e ha deciso di divulgare gli elenchi anticipandone la pubblicazione addirittura con post su Twitter.

Solo in Italia la popolazione rimane ignorante riguardo ad un conflitto che diventa, ogni giorno che passa, sempre più caldo.

Questo, cari italiani, è il medesimo tentativo di attentare alle libertà della nostra sempre più compromessa democrazia.

Semmai qualcuno avesse ancora dei dubbi, la Repubblica Parlamentare in Italia è in repentina decadenza e la crisi del potere parlamentare non può essere nascosta come la lista degli aiuti inviati a Kiev.

I nostri governi oramai, da più di trent’anni, non perseguono più le volontà dei cittadini.

L’italiano medio viene tenuto in una bolla d’ignoranza, tanto da divenire schiavo della disinformazione e per poter esser aggirato dalle notizie sempre più solo interministeriali.

Tuttavia, in tutto questo scenario ovattato, la libertà di manifestare, di contestare, di condannare e di stampa vengono sempre più etichettate come reati da perseguire e da zittire, poiché minacciano l’ordine pubblico e l’interesse nazionale. Esattamente come fossimo un regime.

Nessuna idea fuori dagli schemi e nessun dibattito sulla questione. E’ questo il diktat che arriva.

Il nostro Paese è sempre più compromesso dalle dittature dei poteri finanziari e mai, come in questo momento, c’è bisogno di una scossa per ripristinare lo status quo delle cose.

Il rischio che si corre cari cittadini è alto.

Senza nemmeno accorgercene, ci potremmo ritrovare zombie ammaestrati privi di opinioni e limitati mentalmente da una narrativa ultra conformista.

È dallo scorso 24 febbraio 2022 che le informazioni sono limitate a un ristretto numero di politici, alti comandanti militari e tecnocrati. L’Italia è l’unico Stato ad accettare che il proprio Governo mantenga il segreto sul tema armi.

Per non parlare della contraddizione stessa che fa emergere la questione.

Infatti, la libertà che tanto ci fanno credere di perseguire in favore degli ucraini viene man mano logorata e privata sempre più del suo significato quando vengono celate informazioni così importanti al pubblico.

L’art 1. ci dice che la sovranità appartiene al popolo, in nome del quale si legifera e si giudica senza che nessuno sia posto al di sopra della legge.

Quindi, a meno che non si sia tornati indietro nell’Italia monarchica, il popolo delega la propria sovranità ai propri parlamentari ma non rinuncia alla conoscenza di tutti gli aspetti democratici. Questi diritti sono indisponibili, inviolabili, cioè non possono essere rinunciabili né venduti.

La secretazione di file e informazioni importanti sono pratiche da regime; nonostante il modus operandi dei Paesi occidentali.

Un Paese libero e veramente democratico non ha segreti. Solo in una dittatura il popolo rimane bue e ignorante.

Se non fossimo così distratti a fare il tifo per questa stupida guerra, che sta vedendo sconfitti solo i civili innocenti, capiremmo che i nostri diritti inviolabili e la nostra Costituzione sono sotto attacco.

Ma, purtroppo per noi, Giorgia Meloni non è stata la prima e non sarà di certo l’unica ad attaccarli. Bisogna mettere nuovi anticorpi al sistema democratico, cari italiani. Riprendiamoci i nostri diritti prima che sia troppo tardi.

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