Per dare prova all’opinione pubblica che l’Europa c’è, il presidente francese, Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco, Olaf Scholz e il premier italiano, Mario Draghi; si incontrano per andare a Kiev, in quella che per molti ha l’aspetto di una visita guidata.
Arrivati oggi di prima mattina nella capitale ucraina, i tre hanno visitato la città per la prima volta dall’inizio dell’invasione russa in un viaggio congiunto.
I leader hanno preso un treno notturno per Kiev, dove sono stati accolti con sirene antiaeree durante l’invasione russa in corso.
Scholz, Macron e Draghi hanno attraversato l’Ucraina dal confine polacco, secondo quanto riportato da La Repubblica, ma i loro piani di viaggio, per ovvie ragioni, erano sconosciuti e Parigi, Berlino e Roma non hanno fornito dettagli ufficiali.
“Tutto questo deve essere visto e conosciuto. Vi sono grato” per la testimonianza dice Mario Draghi.
Poi, quasi come una barzelletta, il premier italiano viene accolto a Kiev dalla vicepremier ucraina, Olha Stefanišyna.
Ed è qui che inizia il brillante show del ‘Mario’ italiano che, mettendo in scena una delle sue commedie “struggenti”, tra una pacca sulla spalla e un ‘coraggio coraggio’, tanto per dirne una, cerca di confortare un comandante ucraino nel corso della visita a Irpin dicendo che “Avete il mondo dalla vostra parte”. Come se ai morti civili ucraini importasse qualcosa di essere pianti dal mondo intero.
Tuttavia, dopo la visita guidata, ci sarà l’incontro con il presidente Volodymyr Zelensky insieme al cancelliere tedesco e al presidente francese.
“Qui è un luogo di distruzione ma anche di speranza. Molto di ciò che mi hanno detto riguarda il futuro e la ricostruzione. È un popolo che è stato riunito dalla guerra, che può fare cose che forse non avrebbe potuto fare prima della guerra”, aggiunge ancora il premier italiano.
Il nostro premier, con il suo tecnopopulismo e il suo ottimismo da goleador, è già avanti e pensa già a quando ”Ricostruiremo tutto, hanno distrutto gli asili, i giardini dell’infanzia. Tutto verrà ricostruito e hanno già iniziato”, rassicura Draghi.
La missione di Draghi, Macron e Scholz ha un significato forte, all’insegna dell’unità e della piena coesione dei Paesi europei nel condannare l’invasione dell’Ucraina, nel sanzionare la Russia e nell’aiutare Kiev.
“Siamo qui, concentrati, e stiamo per incontrare il presidente Zelenskyy ora per visitare un luogo di guerra in cui sono stati commessi massacri e quindi per condurre le conversazioni programmate con il presidente Zelenskyy”, ha detto Macron nei commenti ai giornalisti a la stazione ferroviaria di Kiev.
La visita è “un messaggio di unità europea verso gli ucraini e di sostegno, [un messaggio] sul presente e sul futuro perché sappiamo che le settimane a venire saranno molto difficili”, ha aggiunto il presidente francese.
I leader europei visiteranno Irpin, il sobborgo a nord-ovest di Kiev, dove gli invasori russi hanno distrutto edifici e presumibilmente torturato e ucciso civili durante settimane di occupazione prima che le forze ucraine li cacciassero fuori.
Dallo staff di Macron fanno sapere che una volta terminata la guerra in Russia, “sarà necessario un “dialogo” tra Mosca e Kiev “per scoprire come costruire una pace sostenibile”, con garanzie di sicurezza per l’Ucraina e la natura delle relazioni tra l’Ucraina e NATO.
“Zelenskyy – aggiungono i francesi – deve definire quella che per lui sarebbe una vittoria militare… Siamo favorevoli a una vittoria completa con il ristabilimento dell’integrità territoriale [ucraina] su tutti i territori che sono stati conquistati dai russi, compresa la Crimea”.
La posizione primordiale francese aveva infastidito non poco Kiev che aveva detto, tramite il ministro degli Esteri Kuleba, che la Francia si umiliava da sola con le sue dichiarazioni quando invitava l’occidente a “non umiliare la Russia”.
Il cambio di rotta, oltre ad evidenziare una posizione ambigua e illogica della Francia, mette un altro muro per possibili trattative di pace indotte proprio dall’Europa.
La visita congiunta dei leader delle tre maggiori economie dell’UE ha un importante peso simbolico, soprattutto in vista di un incontro dei leader dell’UE la prossima settimana, quando dovranno decidere se concedere all’Ucraina lo status di candidato per entrare nel blocco. Non è ancora chiaro cosa diranno Macron, Scholz e Draghi in merito ma non sarà difficile prevederlo.
Durante una visita di mercoledì in Moldova, anch’essa alla ricerca dello status di candidato all’UE, Macron ha tenuto aperte le porte alle prospettive sia di Kiev che di Chișinău. “Voglio che mandiamo un segnale chiaro e positivo, ma dobbiamo costruire l’unanimità tra i membri dell’UE. Non credo che possiamo dissociare la Moldova dall’Ucraina nelle prospettive che diamo”, ha detto.
È “importante che i capi di governo delle tre principali nazioni dell’Unione europea si rechino a Kiev e mostrino il loro sostegno all’Ucraina” dice il cancelliere tedesco. “Non vogliamo solo dimostrare solidarietà, vogliamo anche assicurare che l’aiuto che organizziamo – finanziario, umanitario, ma anche per quanto riguarda le armi – proseguirà” anche in futuro. “E che lo continueremo finché sarà necessario per la lotta per l’indipendenza dell’Ucraina”, commenta infine Scholz.
Il compito dei tre è quello di convincere e aiutare Zelenskiy ad intraprendere una trattativa di pace con la Russia. Ma dalle dichiarazioni sentite, la visita guidata di questi “grandi” leader, oltre che fatta per esacerbare ulteriormente i malumori di Mosca, rappresenta l’ennesima buffonata messa in atto dai magnifici tre per dimostrare all’opinione pubblica che quantomeno si muovono e, anche se le premesse di vedere all’opera un tedesco, un francese e un italiano inducono a pensare ad una barzelletta, qui, cari amici, non c’è niente da ridere.