Home In evidenza Cgil e Uil, preparano lo sciopero ‘farsa’ il 16 dicembre, mentre la Cisl difende “Addirittura” il governo. Ma che fine hanno fatto i sindacati??

Cgil e Uil, preparano lo sciopero ‘farsa’ il 16 dicembre, mentre la Cisl difende “Addirittura” il governo. Ma che fine hanno fatto i sindacati??

by Romano Franco

La misura è colma per i sindacati, almeno in maniera formale. Cgil e Uil hanno dichiarato di essere sul piede di guerra e di organizzare uno sciopero generale di 8 ore per il prossimo 16 dicembre, con manifestazione nazionale a Roma e con il contemporaneo svolgimento di analoghe e interconnesse iniziative interregionali in altre 4 città.

La manovra è “insoddisfacente” per due dei tre sindacati più importanti. I nodi da sciogliere riguardano in particolare il fisco, le pensioni, la scuola, le politiche industriali e il contrasto alle delocalizzazioni, il contrasto alla precarietà del lavoro soprattutto dei giovani e delle donne, la non autosufficienza, tanto più alla luce delle risorse, disponibili in questa fase, che avrebbero consentito una più efficace redistribuzione della ricchezza, per ridurre le diseguaglianze e per generare uno sviluppo equilibrato e strutturale e un’occupazione stabile.

E così, accorgendosi di essere stati un po’ troppo tempo comodi in quegli uffici, i sindacati, torneranno a sfilare per le strade con una protesta super blanda di 8 ore, organizzata il 16 dicembre e con l’apprezzamento immancabile, come riporta Rainews, allo sforzo e l’impegno del premier Draghi e del suo Esecutivo.

Non che si vogliano alimentare dissapori e non si vogliono neanche accendere micce inutili, ma quando mai i sindacati si sono mobilitati dopo che l’impegno del premier è stato impeccabile?

Questa mobilitazione, per quanto vera possa sembrare, ha l’aspetto di una circostanziale farsa, fatta, giusto per mettere insieme qualche scenetta e qualche foto da riportare sui giornali.

Rinnovare nella gente il pensiero oramai inesistente dei “diritti dei lavoratori” sempre più compromessi nella nostra nazione, facendo poco o nulla, è importante per mantenere una specie di armonia e di pace.

Andare a far sfogare qualche lavoratore arrabbiato in piazza e poi tornare a casa con un nulla di fatto rappresenta un doppio schiaffo morale per i lavoratori, anche se pare che serva perlomeno a tenere molti di loro calmi e buoni.

Ma mentre c’è chi si appresta a spettacoli da strada per convincere i cittadini a “fare la cosa giusta”, c’è chi proprio non ce la fa a tirare i remi in barca in silenzio e, in maniera pavida, si oppone fermamente alla protesta degli altri due sindacati.

“La Cisl considera sbagliato ricorrere allo sciopero generale e radicalizzare il conflitto in un momento tanto delicato per il Paese, ancora impegnato ad affrontare una pandemia che non molla la presa e teso a consolidare i segnali positivi di una ripresa economica e produttiva che necessita di uno sforzo comune per essere resa strutturale. Tanto più considerati i rilevanti passi avanti fatti nell’ultimo mese sui contenuti della legge di bilancio”, dice in una nota il Segretario Generale della Cisl, Luigi Sbarra.

“Risultati – prosegue – che valutiamo in modo positivo e che garantiscono avanzamenti su riduzione delle tasse ai lavoratori e pensionati, risorse per gli ammortizzatori sociali e contratti di espansione, maggiori stanziamenti per la sanità, importanti risorse per non autosufficienza, pubblico impiego, assegno unico per i figli, uniti all’impegno forte assunto dal Governo di aprire al più presto un confronto con il sindacato sulle rigidità della Legge Fornero e di accelerare la riforma fiscale. La manovra di oggi è molto diversa e migliore di quella di un mese fa: merito di una mobilitazione sindacale intransigente, responsabile e costruttiva, che ha puntato a riallacciare i fili dell’interlocuzione senza conflitti sterili. I risultati sono arrivati sulla via del dialogo e del confronto e su questa via la Cisl intende proseguire, in una fase decisiva per il futuro del nostro Paese, rinsaldando il dialogo sociale per ottenere nuovi avanzamenti e continuando ad esercitare pressione sul Parlamento per migliorare ulteriormente la Manovra e la politica di sviluppo su lavoro e pensioni, politiche industriali e scuola, sostegno al reddito e caro-bollette, per assicurare nuove e maggiori opportunità ai nostri giovani”.

“Per arrivare a traguardi concreti e duraturi non serve incendiare lo scontro in modo generalizzato: rischiamo di spezzare i rapporti sociali e industriali trasformando i luoghi di lavoro in campi di battaglia. Quello che serve oggi è l’esatto opposto: coesione, responsabilità e partecipazione sociale” conclude.

Contratti di lavoro precari, stipendi da fame e nuove generazioni che vengono assunte e licenziate in base all’esigenza dei datori di lavoro sanguisuga: Sono questi gli insuccessi riportati dai sindacati degli ultimi 30 anni. Manifestare giusto per o prendere addirittura le parti del premier, è un comportamento da sottomesso.

Infatti, l’atteggiamento molto remissivo da parte di Sbarra, che a differenza di un lavoratore precario o di una madre lavoratrice non ha molta difficoltà ad arrivare alla fine del mese, non è assolutamente quello di un sindacalista e rasenta il ridicolo, se non fosse addirittura riprovevole.

Già un sindacalista che si oppone al salario minimo non dà propriamente l’idea di fare l’interessi di un lavoratore rispetto alla stessa azienda, ma un rappresentante sindacale che non prende le parti di un lavoratore e che si immedesima addirittura nel governo proprio non se po’ sentì. 

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