Sono notizie terribili quelle che arrivano da Oriente. Infatti, dopo la dichiarazione di vittoria e i vari premi elargiti alle famiglie di coloro che si sono fatti esplodere per i talebani, portando miriadi di morti innocenti con loro, arriva un’altra notizia sconvolgente da quello Stato terrorista denominato: Afghanistan.
Una giocatrice della nazionale giovanile di pallavolo dell’Afghanistan, Mahjubin Hakimi, è stata decapitata dai talebani a Kabul.
A denunciarlo al Persian Independent, secondo i media indiani, è una sua allenatrice, identificata per ragioni di sicurezza con lo pseudonimo Suraya Afzali. La ragazza sarebbe stata assassinata a inizio ottobre, ma la notizia non è stata diffusa dai familiari per timori di rappresaglie.
Per quale motivo è stata decapitata? Non è difficile capire da dove scaturisce questo gesto idiota, ignorante e condannabile da ogni fronte internazionale.
Lo sport femminile è stato bandito e, molto probabilmente, la giovane ragazza, Mahjubin Hakimi, rivendicando un proprio diritto sacrosanto è finita vittima di un sistema troglodita, ignorante e maschilista che noi occidentali abbiamo lasciato transitare nel Paese dopo vent’anni.
Il sangue di questa povera ragazza, come quello di tante altre, è sulle mani di tutto il popolo occidentale e, anche se il gesto è stato compiuto dai talebani, i mandanti di questa carneficina sono i nostri leader che, per superficialità o menefreghismo, hanno permesso il ritorno di questo schifo.