Home Approfondimenti 28 dicembre 1908, il terremoto più devastante d’Europa distrugge Messina

28 dicembre 1908, il terremoto più devastante d’Europa distrugge Messina

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Di Eugenio Magnoli

In un lontano lunedì del 28 dicembre del 1908 un terremoto di 7,25 della scala Mercalli si abbatté violentemente sullo Stretto, mettendo a soqquadro Messina e Reggio, in quella che verrà ricordata come la più grande tragedia sismica del nostro Paese.

Uno dei più violenti sismi della storia italiana aveva colpito la regione nel sonno, interrompendo tutte le linee di comunicazione, si danneggiarono anche i cavi elettrici e le tubazioni del gas, e venne sospesa così l’illuminazione stradale fino.

A questi si aggiunse anche un maremoto che devastò particolarmente Messina. La tragedia di Messina del 1908 è uno degli eventi sismici più catastrofici del XX secolo.

Le violente scosse di magnitudo 7,1 iniziarono alle 5:20:27, ora locale, del 28 dicembre 1908 e danneggiò gravemente le città di Messina e Reggio Calabria in soli 37 secondi. Metà della popolazione della città siciliana e un terzo di quella della città calabrese perse la vita.

Si tratta della più grave catastrofe naturale in Europa per numero di vittime, a memoria d’uomo, e del disastro naturale di maggiori dimensioni che abbia mai colpito il territorio italiano in tempi storici.

Il Senato del Regno, appresa la notizia, la accoglie così: «Un attimo della potenza degli elementi ha flagellato due nobilissime province – nobilissime e care – abbattendo molti secoli di opere e di civiltà. Non è soltanto una sventura della gente italiana; è una sventura dell’umanità, sicché il grido pietoso scoppiava al di qua e al di là delle Alpi e dei mari, fondendo e confondendo, in una gara di sacrificio e di fratellanza, ogni persona, ogni classe, ogni nazionalità. È la pietà dei vivi che tenta la rivincita dell’umanità sulle violenze della terra. Forse non è ancor completo, nei nostri intelletti, il terribile quadro, né preciso il concetto della grande sventura, né ancor siamo in grado di misurare le proporzioni dell’abisso, dal cui fondo spaventoso vogliamo risorgere. Sappiamo che il danno è immenso, e che grandi e immediate provvidenze sono necessarie».

Siciliani e calabresi vennero immediatamente soccorsi, martedì 29, da navi russe e britanniche che erano alla fonda a Siracusa e ad Augusta, mentre gli aiuti italiani arrivarono poco dopo, nella mattinata del 29 dicembre. Il ritardo fu causato dal fatto che i piroscafi partirono da Napoli, e in tarda serata, subito dopo che le reali notizie sulla catastrofe arrivarono al Governo.

Il futuro premio Nobel per la letteratura Salvatore Quasimodo (che all’epoca aveva 7 anni) si trasferì a Messina tre giorni dopo il terremoto, perché il padre capostazione fu chiamato a dirigere il traffico ferroviario lì.

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