Di Eugenio Magnoli
Il 18 maggio 1943, Adolf Hitler lancia l’Operazione Alarico, l’occupazione tedesca dell’Italia nel caso in cui il suo partner dell’Asse si fosse arreso o avesse cambiato bandiera.
Questa operazione era considerata così top secret che Hitler si rifiutò di emettere un ordine scritto. Invece, ha comunicato verbalmente il suo desiderio che il feldmaresciallo Erwin Rommel si riunisse e alla fine comandasse 11 divisioni per l’occupazione dell’Italia per impedire un punto d’appoggio alleato nella penisola. Il nome “Alarico” venne scelto come riferimento al re visigoto Alarico I, che saccheggiò Roma nel 410 d.C..
L’ordine venne impartito personalmente da Adolf Hitler all’Oberkommando der Wehrmacht nel maggio 1943, visto il declinare delle fortune dell’Asse nel teatro del Mediterraneo a seguito della resa delle forze italo-tedesche in Tunisia.
E così con forte timore dell’uscita improvvisa dell’Italia dal conflitto con il seguente sbarco delle forze degli Alleati nella penisola italiana, il piano puntava a creare un forte caposaldo tedesco nell’Italia settentrionale all’interno del quale le unità della Wehrmacht schierate nell’Italia meridionale si sarebbero ritirate, attestandosi a difesa avanzata del confine sud della Germania nazista.
Dopo la deposizione di Mussolini il 25 luglio 1943, i tedeschi diedero avvio alle prime manovre preliminari previste dal piano “Alarico”
Il piano prevedeva anche la liberazione di Mussolini dalla prigionia ad opera dei paracadutisti nella cosiddetta “Operazione quercia” e la cattura dei governanti italiani a Roma, battezzata “Operazione Schwartz”.