Di Eugenio Magnoli
Heinrich Himmler rende pubblico un ordine che i rom (spesso indicati come zingari) devono essere posti “allo stesso livello degli ebrei e devono essere portati nei campi di concentramento”.
Himmler era determinato a perseguire le politiche razziali del nazismo, che imponevano l’eliminazione dalla Germania e dai territori controllati dalla Germania di tutte le razze ritenute “inferiori”, così come i tipi “asociali”, come i criminali incalliti.
I Rom rientravano in entrambe le categorie secondo il pensiero degli ideologi nazisti ed erano stati giustiziati a frotte sia in Polonia che in Unione Sovietica.
L’ordine del 15 novembre era semplicemente un programma più completo, poiché includeva la deportazione ad Auschwitz dei Rom già nei campi di lavoro.
Che Himmler promulghi un programma del genere non dovrebbe sorprendere nessuno che abbia familiarità con il suo curriculum.
Come capo delle Waffen-Schutzstaffel (“camicie nere armate”), delle SS, braccio militare del partito nazista e vicecapo della Gestapo (la polizia segreta), Himmler riuscì nel tempo a consolidare il controllo su tutte le forze di polizia del Reich.
Questa presa di potere si sarebbe rivelata molto efficace nell’attuazione della soluzione finale del Fuhrer. Fu Himmler che organizzò la creazione di campi di sterminio in tutta l’Europa orientale e la creazione di un pool di lavoratori schiavizzati.