Home Cronaca Sardara, comitato d’affari o matrice eversiva?

Sardara, comitato d’affari o matrice eversiva?

by Maurizio Ciotola

La matrice “assembleare” che ha contraddistinto la Loggia P2, per la sua evidente azione eversiva, continua a essere ancora oggi uno schema per i vari comitati eversivi e d’affari che si aggirano per il Paese.

A Sardara in piena pandemia, con la Sardegna in codice arancione, alcune persone hanno deciso di contravvenire alle disposizioni governative, organizzando un raduno assembleare, di cui non è ancora chiaro il quod.

Certo è che tra i quaranta convenuti, all’arrivo della Guardia di Finanza e dei Carabinieri, la metà è fuggita dal centro termale di Sardara, mentre i restanti diciannove sono stati identificati.

Oltre al numero delle persone coinvolte e all’infrazione in sé, è da evidenziare il dispregio da parte di costoro, verso i divieti di assembramento in essere, che evidentemente non sono di natura illiberale o reazionaria, ma di tutela sanitaria in ottemperanza alla Costituzione.

Fa ancora più scalpore il fatto che tra coloro che sono stati identificati, troviamo illustri rappresentanti di aziende ospedaliere, delle forze armate, delle amministrazioni locali, di aziende regionali, tutti ovviamente in posizione apicale.

Considerando il loro livello d’istruzione e di funzione, nei relativi ambiti in cui rivestono posizioni direttive, è pleonastico parlare di incapacità della valutazione del rischio, cui costoro si sono esposti e hanno contribuito alla moltiplicazione dello stesso rischio, nei relativi ambiti operativi.

Se ci fa indignare il mancato rispetto delle norme vigenti in emergenza Sars2-Covid-19, dobbiamo indagare sul reale motivo che ha spinto a questo incontro segreto il colonnello della Brigata Sassari Marco Granari, il comandante regionale del Corpo Forestale Antonio Casula, il direttore generale di Forestas Giuliano Patteri, il direttore generale dell’assessorato all’Industria Alessandro Naitana, il direttore generale, la direttrice amministrativa e la direttrice sanitaria dell’azienda ospedaliera universitaria di Cagliari, rispettivamente Giorgio Sorrentino, Roberta Manutza, Paola Racugno; il coordinatore dell’Udc della provincia di Cagliari Andrea Floris, il curatore fallimentare Luigi Leone, il presidente della Sogaerdyn (braccio operativo della Sogaer che gestisce l’aeroporto di Cagliari Elmas) Vitangelo Tizzano; Antonio Monni e il fratello Gian Franco, il primo ex presidente dell’agenzia regionale Laore; un dirigente del Psd’Az del Nord Sardegna, nonché imprenditore e capogruppo consiliare al comune di Portotorres Bastiano Spanu; il sindaco di Gadoni Francesco Mario Peddio e la sorella Maria Peddio; insieme a Davide Concas di Villasor, Francesco Antonio Soro di Sassari e a Mario Piras di Assemini.

È necessario che la magistratura indaghi e faccia emergere i motivi per cui, un alto ufficiale di un corpo militare della Repubblica, il comandante del Corpo forestale e il direttore generale di Forestas, si sono incontrati in un ambito di segretezza non ammessa dalle istituzioni rappresentate e dalle norme vigenti, incontrando i vertici dell’Azienda ospedaliera universitaria di Cagliari, il direttore generale dell’assessorato regionale all’Industria, il presidente della Sogaerdyn, un dirigente del Psd’Az, un sindaco di un comune della Regione, ex direttori di agenzie regionali e aziende a controllo regionale come Abbanoa, insieme ad altri personaggi di cui non sappiamo gran che.

Se questo incontro ha avuto una matrice istituzionale, viste i ruoli di gran parte dei convenuti conosciuti, dovremmo trovarne traccia ufficiale, in merito alle convocazioni e all’oggetto della stessa.

Se invece, come sembrerebbe evidente, esso è stato indetto attraverso convocazioni personali, amicali, nella segretezza più assoluta e soprattutto contravvenendo alle regole democratiche, che impongono l’ufficializzazione di questi incontri al vertice tra soggetti delle istituzioni, siamo di fronte a una pericolosa azione di matrice eversiva, su cui la magistratura deve indagare.

Lo stesso Presidente della Regione e il Consiglio Regionale deve chiedere un’indagine approfondita sulle motivazioni dell’incontro tra questi soggetti istituzionali, militari e di vertici aziendali, che nella segretezza hanno o avrebbero potuto deliberare azioni all’insaputa delle istituzioni democratiche.

Quegli stessi soggetti, che apparentemente hanno banalmente contravvenuto a una norma di tutela sanitaria, in realtà hanno calpestato i principi costituzionali di trasparenza, con cui i rappresentanti delle istituzioni e gli attori economici devono agire, in ottemperanza alla giurisprudenza vigente che rendono possibile la democrazia nel nostro Paese.

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Sergio Sammartino 15 Aprile 2021 - 12:36

Non fa una grinza!

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