Home Attualità Calenda piange sul latte versato e pronostica: “La destra dura 4, massimo 6 mesi”

Calenda piange sul latte versato e pronostica: “La destra dura 4, massimo 6 mesi”

by Romano Franco

La situazione è assai difficile per il nuovo governo e a ricordare la difficoltà ci pensa il terzo polo con Carlo Calenda.

“Noi qui abbiamo un gran casino in vista, tra inflazione, crisi energetica, recessione. E una destra che non sarà capace di governare e che, secondo me, dura 4, massimo 6 mesi”, dice il leader di Azione, Carlo Calenda.

Sulla nuova maggioranza, Calenda ha aggiunto: “E’ una coalizione super litigiosa, con una classe dirigente inesperta e incompetente. Hanno fatto promesse che valgono più di 180 miliardi di deficit, con loro finiamo per spaccarci la testa. Abbiamo già rischiato nel 2011 e in questa legislatura: se ci ritroviamo in quella situazione, poi chi ci mettiamo, visto che il più autorevole lo stiamo mandando via?”.

Ai milioni di italiani che hanno votato a destra Calenda risponde “Se finiamo a carte 48, non potranno dire ‘io non c’ero’. Bisogna essere consapevoli delle proprie scelte. Hanno votato come se fossero a una kermesse teatrale o al televoto. Prima o poi si renderanno conto che bisogna scegliere chi promette cose praticabili e ha l’esperienza per realizzarle”, dice seccato e deluso il leader di Azione.

Le “lacrime” di Calenda la dicono lunga sull’amarezza che pervade il terzo polo. Ma la finta retorica e la morale di oggi non servono a nulla se non ad evidenziare il peccato “originale” di Calenda, Renzi, Letta e Conte.

Aver bisticciato sulle differenze, al posto di trovare tutti insieme punti in comune, ha segnato la debacle del centrosinistra consegnando, di fatto, il Paese nelle mani della populista Giorgia Meloni.

L’inesperienza, la scarsa capacità di mediazione e la poca lungimiranza hanno segnato fortemente queste elezioni e hanno evidenziato l’incompetenza dei loro leader.

Piangere ora sul latte versato mistificando la situazione e dando la colpa agli elettori, che hanno visto nel centrodestra un polo più compatto, è un atteggiamento poco maturo da parte del leader di Azione che, per tracotanza, ha deciso di correre da solo.

Non è colpa dei cittadini se Calenda è stato così arrogante e presuntuoso da non volere nessuno al di sopra, o al pari di lui, quindi, a Carlé: “Chi è causa del suo mal pianga solo se stesso”.

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