Cominciano a prodursi gli effetti della nuova normativa che sblocca i licenziamenti e che rischia di creare una nuova grave tensione sociale sempre a discapito dei più deboli.
A lanciare il primo grido di dolore sono 152 lavoratori della Gianetti Ruote di Ceriano sul Laghetto nella Brianza poiché, nei giorni scorsi, hanno ricevuto email o telegramma in cui si informava l’avvio delle procedure di chiusura dell’impianto e si comunicava le ferie forzate sino a differente comunicazione.
Sono gli atti propedeutici alle procedure di licenziamento e ora i lavoratori sono in presidio permanente di fronte ai cancelli della fabbrica. “Draghi torni indietro sui suoi passi e riveda la sua posizione sul blocco dei licenziamenti”, spiegano i lavoratori che sono in ansia per il posto di lavoro a rischio e i sindacati lamentano il fatto che non vi erano avvisaglie di crisi al punto che “fino al giorno prima c’erano gli operai che facevano manutenzione, proviamo rabbia”.
Adesso in tutta Italia e nei distretti industriali si apre un periodo di forte preoccupazione per un autunno che potrebbe rilevarsi triste per la perdita dei posti di lavoro. In particolare modo sono gli operai più anziani che hanno maggiori timori per difficoltà a ricollocarsi, mentre i più giovani sono alle prese con la costruzione di un progetto di vita futuro che oggi viene fortemente inficiato con spese di mutuo e mantenimento dei figli a cui sono chiamati a dare risposte.
“Lo sapevamo che ci sarebbe stata una macelleria sociale con lo sblocco dei licenziamenti e noi siamo stati i primi” aggiungono i sindacati. La Fiom Cgil brianzola, per bocca di Stefano Bucchioni, prende atto che questa situazione non si sarebbe potuta verificare due mesi fa quando il blocco era ancora attivo ed, invece, adesso si registra “la prima avvisaglia” di quello che potrebbe succedere nei prossimi mesi in tutta Italia con le decisioni assunte dal governo.
Tuttavia l’allarme deriva anche dal fatto che questo sta avvenendo in un’azienda associata a Confindustria “dove in teoria si sarebbe dovuto rispettare il patto di utilizzo di ammortizzatori prima di arrivare al licenziamento”, secondo quello che sostiene il coordinatore regionale lombardo della Uilm Vittorio Sarti, e l’utilizzo di queste misure se applicate al più presto potrebbero consentire di “tornare a lavorare evitando di perdere clienti”.
In ogni caso secondo Bucchioni della Fiom, occorre rivedere con urgenza una necessaria “riforma complessiva degli ammortizzatori per non consentire che nel nostro Paese accada un disastro sociale”.