Gli italiani sono stati chiamati alle urne per votare i sindaci in quasi 1.000 paesi e città, offrendo l’opportunità alla leader di estrema destra Giorgia Meloni di stabilire il suo dominio sull’alleanza di centro-destra in vista delle elezioni parlamentari all’inizio del prossimo anno.
Meloni, 45 anni, alla guida del partito nazionalista Fratelli d’Italia, è al primo posto nei sondaggi d’opinione e ha costantemente prosciugato il sostegno del suo alleato di destra Matteo Salvini.
Il ballottaggio di domenica è l’ultimo grande test per la Meloni prima delle elezioni nazionali del prossimo anno e sarà la grande prova per dimostrare se il suo vantaggio nei sondaggi si traduce in voti effettivi.
Con circa 9 milioni di italiani aventi diritto al voto per i sindaci in tutto il Paese, i maggiori centri in gioco erano il capoluogo siciliano Palermo e il porto nord-occidentale di Genova, rispettivamente la quinta e la sesta città più grande d’Italia.
Le votazioni termineranno alle 23:00 ma il conteggio non inizierà prima delle 14:00 di domani. Se nessun candidato ottiene il 50% dei voti, il ballottaggio si terrà il 26 giugno.
Saranno contesi in totale 26 capoluoghi di provincia e di regione, tra cui anche Verona e Padova al nord-est, Parma al centro-nord, Taranto al sud e Messina in Sicilia.
Diciotto di questi sono attualmente detenuti dal blocco di centrodestra formato da Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, guidato dall’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, 86 anni.
L’alleanza di centrosinistra del Partito Democratico (PD) e del Movimento 5 Stelle rivendicherà il progresso se aumenterà il numero di cinque città, mentre il PD spera di essere sopra Fratelli d’Italia come partito con il maggior sostegno.
Fratelli d’Italia, spesso reo di avere elementi neofascisti tra i suoi sostenitori e nella sua storia, ha ottenuto solo il 4% dei voti alle ultime elezioni nazionali del 2018.
Ora il partito della Meloni viene proiettato intorno al 22% e, aiutato dalla decisione presa a febbraio dello scorso anno di non unirsi all’ampia coalizione che sostiene il primo ministro Mario Draghi, Fratelli d’Italia è rimasto l’unico partito di opposizione significativo.
Gli italiani hanno anche votato domenica in cinque referendum su una serie di riforme del sistema giudiziario patrocinate dalla Lega di Salvini.
Tuttavia, i referendum sembrano destinati al fallimento perché a mezzogiorno l’affluenza alle urne è stata di appena il 7%, con poche possibilità di raggiungere il 50% necessario per rendere valido il risultato. Insomma, uno spreco di tempo e denaro.