Con la crisi di governo delle ultime ore la leadership del Primo Ministro italiano Mario Draghi pare sull’orlo del collasso e, dai giornali nazionali all’Unione Europea, già si parla di disastro o di fine del mondo imminente, come se “Dio Draghi” potesse espiare tutti i peccati del mondo.
Draghi, 74 anni, è diventato famoso per essersi trovato a gestire la crisi dell’eurozona e per le sue riunioni segrete su panfili reali dove, insieme all’alta finanza, ha contribuito a svendere le imprese pubbliche italiane.
Ma, nonostante i suoi insuccessi nell’affrontare una crisi energetica senza precedenti e la strategia fallimentare assunta nei confronti della guerra in Ucraina, la stampa e gli opinionisti internazionali parlano del coraggio del premier Draghi quasi fosse un Leonida alle Termopili.
La farsa inscenata ieri dal premier non lascia ben sperare e il teatrino messo in scena per suscitare empatia e sensibilità nell’opinione pubblica pare davvero vergognoso e a tratti meschino. Come se Mario Draghi fosse lì per fare un favore a noialtri.
Nella giornata di ieri il premier ha annunciato le sue dimissioni che, per prassi, sono state immediatamente respinte dal presidente italiano Sergio Mattarella, ma la telenovela non è finita qua.
Mercoledì prossimo si terrà un voto di fiducia per verificare se il governo può continuare. Per quanto detto da Salvini, senza cinquestelle si andrebbe direttamente al voto.
I disordini politici italiani si faranno sentire in tutta Europa in un momento abbastanza critico e i leader dell’UE che hanno avuto prese di posizioni drastiche nei confronti della crisi Ucraina, stanno cadendo uno dopo l’altro.
Aver ignorato a lungo i bisogni dei cittadini da parte dell’esecutivo ha dato la possibilità a Conte e ai cinquestelle di riprendere un lieve consenso, dopo la sconfitta pesante incassata alle amministrative.
Il crollo del governo Draghi rischierebbe di innescare “un effetto domino in Europa” e darebbe la possibilità di rivedere la linea autolesionista assunta dai leader europei per quanto concerne la guerra ucraina e la conseguente crisi energetica.
Ma da Forza Italia c’è già chi tende a spaventare i cittadini, è il caso di Antonio Saccone, senatore di FI, che rincara la dose e terrorizza dicendo che “Fareste un favore a Putin”, rivolgendosi ai critici di Draghi.
La crisi è scaturita dopo che le tensioni di lunga data tra Draghi e i cinquestelle sono esplose. Dopo settimane di colloqui sempre più irascibili, i grillini si sono rifiutati di sostenere uno dei piani economici distintivi di Draghi che per il primo equivaleva a un voto di sfiducia nella coalizione.
Il presidente del Consiglio si è subito recato in visita a Mattarella per discutere del suo futuro prima di rassegnare le dimissioni. Se Draghi alla fine lasciasse l’incarico, si aprirebbe un periodo di stallo che porterebbe quasi sicuramente ad elezioni anticipate.
Eppure, anche se il governo di Draghi sopravvivesse, questo episodio potrebbe semplicemente essere il primo di molte lotte di potere mentre i partiti che lavorano nella coalizione litigiosa intensificano le loro richieste prima delle elezioni del prossimo anno.
Ma mentre la crisi economica era già imminente ancor prima di quella di governo, sono in molti ad utilizzarla per dire quanto sia sbagliato mandare a casa Mario Draghi.
Draghi è stato originariamente arruolato in carica all’inizio del 2021 per una crisi di governo scaturita dallo stesso Matteo Renzi che oggi bacchetta i cinquestelle, dopo che Draghi ha fallito nella gestione della crisi energetica, economica e sociale scoppiata a causa della pandemia e del conflitto ucraino.
Di sicuro la caduta di Draghi, dopo quella di Johnson in Uk, potrebbe anche contribuire a rivedere la strategia adottata nella politica europea sull’Ucraina.
Nel suo discorso inaugurale Draghi è stato etichettando come uno dei leader europei più aggressivi nei confronti di Mosca e la sua caduta rischierebbe di indebolire la strategia dell’alleanza occidentale. A breve termine, è incerto prevedere se Draghi si allontani o meno dalla politica italiana.
Il leader del Movimento, Giuseppe Conte, mercoledì aveva indicato che il suo partito voleva ancora sostenere il governo, sebbene nel voto di giovedì non avesse sostenuto il pacchetto economico.
Ma se il partito di Conte decidesse di lasciare il governo, Draghi ha detto che non vuole guidarne un altro senza i 5Stelle. Anche la Lega di destra ha suggerito di favorire le elezioni ad un nuovo rimpasto.
Se Draghi perde il voto di fiducia della prossima settimana, il presidente Mattarella potrebbe indire elezioni anticipate.
Al contrario, se il premier riuscisse a garantirsi una maggioranza potrebbe pure restare. Sono in molti che insistono sul fatto che non sarà solo nell’interesse nazionale, ma nell’interesse dell’Europa che Draghi rimanga. Quasi fosse lì per volontà “divina”.