È la prima volta nella storia che un presidente di una nazione in guerra si rivolge al libero e democratico Parlamento italiano.
Un gesto assieme solenne e tragico. Per quanto esso si sia già ripetuto in queste settimana in direzione di diversi parlamenti appartenenti all’alleanza occidentale ed all’Unione Europea il discorso indirizzato da Zelensky al Parlamento Italiano a Roma non può non essere considerato un atto dovuto.
Parlava a Montecitorio e le sue parole sono state udite sicuramente oltretevere. Senza indugiare in riferimenti storici inappropriati, date le circostanze del conflitto che si sta svolgendo e che oppone due repubbliche da tempo separate del dissolto impero sovietico, il Presidente Ucraino si è rivolto con dignità al popolo italiano ringraziandolo per i sentimenti di solidarietà che stanno esprimendo concretamente nei riguardi delle migliaia di sfollati, e si è rivolto al Parlamento ringraziandolo per lo sforzo operante che ha compiuto sostenendo la resistenza armata Ucraina.
Draghi a nome della Nazione ha ribadito che continueremo a sostenere questo sforzo. Lo stallo dell’avanzata russa si deve a questa solidarietà concreta e non alle chiacchiere del neutralismo imbelle e inconcludente che abbiamo ascoltato in queste settimane.
Zelensky ha fatto riferimento alla Pace da perseguire ed essa non potrà che essere alla portata quanto più il conflitto non mostra di fare passi in avanti.
La Russia intende portare nuovi attacchi terroristici devastanti alle Città ma è evidente che questo conflitto ha già un esito scontato.
Vi sono danni materiali e morali immensi, difficili ricuciture internazionali alle quali lavorare con intensità.
Nell’indirizzarsi alle opinioni pubbliche il Presidente Ucraino indica nel multilateralismo una necessità affinché esso possa essere decisivo per una soluzione al conflitto in atto.
Seppur la forza militare sia vistosamente inferiore quella che é cresciuta in queste tre settimane di conflitto è una forza politica che la potenza russa non immaginava.
É una lezione. L’Europa non ha fatto nulla per attrarre l’Ucraina, è una libera scelta peraltro che giunge oggi più legittimata e tardiva. Questo non impedirà affatto che nel futuro cessino i rapporti politici, economici, culturali ed umani con la
Russia.
Ma essi non possono essere imposti e determinati dalle bombe e dalle invasioni. Questo è un chiaro messaggio per il futuro che andrà ripensato e padroneggiato come la drammatica situazione odierna ci obbliga.