In un Partito Democratico siciliano ingessato e infragilito da dirigenti politici che entrano ed escono, salgono e scendono dalla carrozza, oggi anche impoverito drasticamente dalla presenza femminile certamente per responsabilità che non provengono dalle regole interne ma per un rifiuto o rigetto delle donne a fare politica nelle strutture interne, di cui non capiscono la logica e il senso.
Non bastano, quindi, le quote paritarie che il Pd riserva alle donne, dal 2006 il 50% per statuto a riportare la presenza femminile.
Occorre ben altro, una dose di passione e una ritrovata identità, doti che sicuramente possiede, Ersilia Saverino, eletta all’ultimo congresso Presidente del Pd di Catania.
In tal senso sembra muoversi decisamente il Pd regionale che sostiene Caterina Chinnici, orfana della coalizione dopo aver vinto le primarie, e che ora è la candidata al ruolo di Governatore il 25 settembre.
Tutto ciò fa ben sperare sul futuro delle donne in politica in ruolo di vertice e in cui possano ritrovare spazio e soprattutto svolgano un ruolo.
In tal senso anche Ersilia Saverino può interpretare bene questa nuova stagione di mutamento di rotta. Sul piano professionale è una funzionaria dell’Agenzia delle Entrate, proviene anche dal mondo dal teatro, è stata infatti un’attrice molto brava capace di recitare in modo emotivo e coinvolgente.
Ha ricoperto anche un ruolo di primo piano nell’ambito del teatro Stabile di Catania in qualità di vice-presidente e ha portato avanti una linea intransigente di gestione finanziaria improntata alla moralità e all’economicità.
Inoltre, ha dato un contributo nella definizione dei cartelloni degli spettacoli del Direttore Artistico con la sua competenza ed esperienza di grande valore.
E’ stata consigliere comunale a Catania e, ora, forte di questa sensibilità sociale riconosciuta da amici e avversari si fa carico di problematiche delle categorie più deboli, disagiate e emarginate della città. L’abbiamo intervistata per capire meglio il suo impegno in questa fase.
Che bilancio fa di questi anni svolti nel ruolo di Presidentessa del Pd catanese?
I partiti devono recuperare il loro ruolo di strumenti di partecipazione dei cittadini alla vita democratica del paese, dopo anni in cui questa funzione è stata messa in discussione dall’antipolitica.
La pandemia, inoltre, ha messo a dura prova la partecipazione attiva ed il confronto. Per queste ragioni, consapevole della necessità di far rivivere l’impegno di tanti militanti e di aprire alla partecipazione di nuove energie, ho cercato di interpretare il mio incarico come ho sempre concepito la politica, ascoltando e cercando di coinvolgere quanto più possibile nelle scelte e rivolgendo particolare attenzione alle donne che nel PD sono tante e di livello.
Abbiamo ancora tanto lavoro da fare per rendere il PD ancora più democratico, rinnovato, inclusivo e trasparente a tutti i livelli.
Notevole l’impegno che ha profuso nell’incontro con la città e oggi qual è il suo giudizio sui servizi pubblici e sullo stato di Catania?
Rappresentare le necessità e le aspirazioni della mia città mi ha spinto ad impegnarmi in politica ed ho sempre cercato di non rimanere schiacciata dagli ingranaggi del potere che sono lontani dai cittadini.
Catania sta pagando, purtroppo, l’irresponsabilità di un centrodestra che ha candidato e fatto eleggere un sindaco che si sapeva già a rischio, senza pensare alle ricadute negative che ciò avrebbe determinato.
Oggi Catania è una città allo sbando, in cui persino i basilari principi della convivenza civile vengono disattesi. Violenza, degrado, sporcizia, incuria, deturpano ogni giorno di più una città che potrebbe essere davvero splendida e prospera, perché ne ha tutte le potenzialità.
Catania resta una città da due volti: da un lato dalla borghesia ricca e dall’altro i poveri e gli emarginati nei quartieri periferici. Come si può colmare questo divario?
Solidarietà ed inclusione sono i due valori che bisogna far vivere in tutte le scelte di governo, dedicando risorse e cura soprattutto nei quartieri periferici. Non basta tenere in ordine il salotto buono della città, le vie del centro. Occorre investire in cultura, in occasioni di incontro e di lavoro, di sport e svago e riqualificare le aree periferiche.
Non possiamo avere cittadini di serie A e di serie B. Catania cresce se cresciamo insieme, se la politica non vive nei quartieri popolari solo al momento della raccolta voti.
Quali le motivazioni della sua candidatura alle elezioni regionali nella lista del Pd?
Voglio portare all’Assemblea Regionale la voce del mio territorio, delle donne di questa provincia, delle energie migliori, delle professioni e del lavoro, di coloro che spesso viene dimenticato o utilizzato come massa elettorale utile alle manovre di potere. Voglio rinnovare la rappresentanza del Partito Democratico e costruire una nuova politica fatta di partecipazione e confronto.
La convince la candidatura alla Presidenza della Regione di Caterina Chinnici?
Caterina Chinnici è una donna di altissimo valore politico e di indiscutibile levatura morale. È la garanzia della Sicilia libera che non vuole rimanere ostaggio dei poteri più o meno oscuri che ne hanno frenato lo sviluppo per tanti anni.
Quali sono i valori in cui crede e le sue idee a cui non intende rinunciare?
Il rispetto delle persone, la lealtà, la solidarietà verso gli ultimi, il valore della cultura, del sapere, dell’arte. Sono principi a cui mi sono sempre ispirata ed ai quali sono rimasta fedele nella vita ed in politica.
Che proposte deve avere priorità nel programma del Pd?
Quello che ritengo centrale, nel programma del futuro governo della regione è la necessità di snellire la burocrazia e cominciare a spendere in modo efficace le risorse che saranno disponibili nei prossimo anni.
Puntare alla crescita dell’economia verde, alle energie rinnovabili, all’agricoltura di qualità, alla riqualificazione ed al potenziamento delle aree industriali, alla diversificazione ed alla destagionalizzazione dell’offerta turistica, all’implementazione delle filiere produttive ed alle sinergie con la ricerca e l’innovazione.
Credo che particolare attenzione debba essere rivolta alle istituzioni ed agli enti che operano nel campo culturale, sottraendoli ad ogni condizionamento di natura politica e incoraggiandone la funzione sociale. La cultura è la premessa per l’emancipazione economica e sociale della nostra terra.
Penso che le pari opportunità nel lavoro e nelle istituzioni debbano essere l’obiettivo fondamentale di ogni scelta.
Che giudizio esprime sul governo di centro destra di Nello Musumeci?
Se Musumeci avesse lavorato bene, il centrodestra lo avrebbe riproposto come Presidente. Il suo fallimento è quello del suo governo ha toccato punte drammatiche nella gestione della pandemia. Non c’è traccia di alcuna scelta significativa in nessun settore dell’economia dell’isola.
Per questo è necessaria una svolta radicale e l’unico schieramento capace di assicurare qualità e capacità è quello che ha scelto di sostenere Caterina Chinnici.