“De’ remi facemmo ali al folle volo“, direbbe proprio questo Dante guardando l’incontro avvenuto tra Biden e Putin.
Il presidente degli Usa Joe Biden, nella sua prima incursione all’estero, ha cercato di lanciare la Russia non come un diretto concorrente degli Stati Uniti, ma come un piccolo attore in un mondo in cui Washington è sempre più preoccupata da Pechino. E per questo è disposta ad azzardare un accordo con l’acerrimo rivale russo.
In effetti è proprio questo il pericolo principale degli States, farsi rubare la leadership dalla Cina. E per impedire che avvenga ciò, gli Usa sono disposti a tutto, anche ad andare a “letto con il nemico”.
Il presidente Joe Biden avrà sicuramente fatto forte leva sul fatto che la Cina avesse surclassato e messo da parte la Russia per quanto riguarda la leadership Orientale. Ed ora l’avversario da battere rimangono solo gli Usa, quanto pare.
Accusare il presidente russo di starsene in disparte mentre la Cina conquista il mondo, è una mossa astuta. Gli alleati di Putin si devono spaventare e devono temere la Cina, affinché diventi anche per la Russia, così come per gli Stati Uniti e l’Occidente, il nemico numero uno da abbattere.
Il messaggio di Biden, che sottolinea più volte quanto Putin si stia isolando dalla scena internazionale con le sue azioni, la dice lunga sulla strategia adottata dagli Usa.
Gli Stati Uniti sono pratici nello spaventare persone o popolazioni per far fare loro quello che vogliono. Si pensi al terrorismo, che ancora oggi spaventa e delimita le nostre libertà e la nostra privacy. Per non parlare delle conquiste “No sense” fatte in giro per il mondo.
Riuscirà Biden nel suo intento?
“L’amministrazione vuole allentare le tensioni. Non mi è chiaro che Putin lo faccia”, ha detto Tim Morrison, consigliere per la sicurezza nazionale durante l’amministrazione Trump. “Le uniche carte che deve giocare sono quelle del distruttore”.
I funzionari di entrambe le parti avevano minimizzato le possibilità di importanti accordi durante i colloqui, e avevano ragione. Nessuno si è materializzato.
Ma i due leader si sono impegnati a riprendere i lavori sul controllo degli armamenti e sulla sicurezza informatica e a cercare aree di possibile cooperazione, segni di qualche speranza per un rapporto tra due Paesi con poco terreno comune negli ultimi tempi.
I legami erano già logori quando Biden, all’inizio della sua amministrazione, ha ripetuto la sua descrizione di Putin come “un assassino”. Ciò ha approfondito una frattura diplomatica che ha visto entrambi i paesi ritirare i propri ambasciatori dalla capitale dell’altro.
Facendo eco a un approccio dell’ex presidente Barack Obama, che ha definito la Russia una “potenza regionale” dopo aver annesso la Crimea dall’Ucraina nel 2014, Biden ha cercato di non considerare la Russia come un diretto concorrente degli Stati Uniti.
Parlando dopo il suo incontro con Putin, Biden ha detto che la Russia vuole “disperatamente rimanere una grande potenza”.
“La Russia è in una posizione molto, molto difficile in questo momento. Viene schiacciata dalla Cina”, ha detto Biden prima di salire a bordo del suo aereo fuori da Ginevra, scherzando sul fatto che i russi “non vogliono essere, come hanno detto alcuni critici , sai, l’Alto Volta con armi nucleari.” Biden si riferiva all’ex colonia francese dell’Africa occidentale, che ha cambiato nome in Burkina Faso.
Biden ha anche sottolineato i problemi dell’economia russa e ha chiamato Putin sulla detenzione da parte della Russia di due americani e le minacce nei confronti di Radio Free Europe e Radio Liberty, finanziate dal governo degli Stati Uniti.
Gli uomini d’affari americani “non vogliono uscire a Mosca”, ha detto. Matthew Schmidt, professore associato presso l’Università di New Haven e specialista in affari russi ed eurasiatici, ha affermato che Biden stava cercando di minare l’importanza di Putin sulla scena globale.
“La strategia è molto semplicemente quella di premere i pulsanti di Putin, ma con alcuni fatti reali”, ha detto Schmidt. “Il contraccolpo accadrà comunque, a prescindere”.
Putin, un ex agente dell’agenzia di sicurezza russa del KGB, ha vissuto la caduta dell’Unione Sovietica, un’umiliazione per la nazione a cui ha cercato di rimediare con una politica estera sempre più aggressiva, come si è visto nella mossa della Crimea e nel sostegno russo ai separatisti nell’est Ucraina.
Se non è uno stupido Biden, avrà sminuito Putin per un solo motivo, e non è di sicuro per farsi grande agli occhi del mondo o davanti ai suoi elettori. Dando una lettura spicciola la si può interpretare così. Questo viaggio aveva in sé una missione, destare la Russia e cercare di stimolarla a reprimere il nemico pubblico numero uno chiamato Cina, per restituire a Mosca il ruolo di grande antagonista di Washington.
Gli Stati Uniti hanno paura e la richiesta di alleanze a livello internazionale, anche a nemici storici, la dice lunga sulla grande Debacle che si sta per annunciare. Che sia questa la fine del loro impero o della loro demagogia? Chi lo sa, per il momento godiamoci lo spettacolo.