Con la scomparsa di Roberto Calasso la cultura italiana perde una della sue figure più importanti, originali e celebrate in tutto il mondo.
Fiorentino di nascita, Calasso proveniva da una famiglia di intellettuali tra le più note e prestigiose del nostro Paese. Si laureò in letterature inglese con il professore Mario Praz discutendo una tesi dal titolo “I geroglifici di Sir Thomas Browne”.
Nel 1962 a soli 21 anni fece parte di un piccolo cenacolo tra cui Roberto Bazlen e Luciano Foà, che ebbero l’idea di programmare la nascita di una nuova casa editrice.
L’anno successivo nacque l’Adelphi a cui Calasso legherà la sua attività di scrittore, narratore e saggista. Nel 1971 divenne direttore editoriale e successivamente nel 1990 consigliere delegato.
Successivamente divenne il proprietario della casa editrice Adelphi nonchè direttore editoriale. Poi, nel 1999, ebbe la responsabilità della Presidenza della Adelphi.
Riuscì a conciliare questi incarichi scrivendo moltissimo e i suoi libri sono tradotti in 25 lingue e pubblicati in 28 paesi. Il suo nome è indissolubilmente legato alla casa editrice e sotto la sua guida si espanse. Calasso scoprì Aldo Busi che pubblicò nel 1984 uno fra i romanzi più straordinari del nostro Novecento, quel “Seminario sulla gioventù”.
Non dimentichiamo le pubblicazioni e traduzioni in Italia di Thomas Bernhard, Mordecai Richler, Joseph Roth, Emmanuel Carrère, Sándor Márai, Georges Simenon, Israel e Isaac Singer, Giorgio Manganelli e Roberto Bolaño.
Calasso è stato uno straordinario intellettuale a tutto tondo che ha sempre pensato ad un’idea della letteratura come chiave d’accesso e interpretazione alla conoscenza del mondo.
Ultimamente, aveva scritto due libri: “Memè Scianca”, in cui narra dell’infanzia fiorentina, e “Bobi”, che è un toccante omaggio a Balzen e Foà ,gli amici cofondatori nel 1963 di questa straordinaria avventura editoriale.
Non rilasciava interviste e invitava sempre gli interlocutori che volessero conoscerlo a leggere i suoi libri. Le opere di Calasso sono state tradotte in tutto il mondo e nei suoi libri ha dispiegato la sua cultura sterminata e la sua indole impareggiabile e arguta.
Calasso può essere definito un poliedrico scrittore-pensatore, in cui i suoi libri sono tessere di un unico magnifico mosaico colorato e descrittivo della complessa civiltà umana.
Si è cimentato nello studio dei mondi più disparati dalle origini indiane alle fonti greche, dal patrimonio giudaico-cristiano alla modernità, fino alle ombre inquietanti del presente.
La sua scrittura è stata improntata allo sperimentalismo dove rilevanza assume il pensiero variegato e molteplice che deve essere espresso in modo coerente e lineare, non trascurando mai il mito classico e la Bibbia.
La sua casa editrice ha avuto il merito di far conoscere in Italia la grande letteratura mitteleuropea, con l’immensa tradizione di scrittori e pensatori.
Si laureò in letterature inglese con il professore Mario Praz discutendo una tesi dal titolo “I geroglifici di Sir Thomas Browne”.
Personalità di alta preparazione culturale e raffinata intelligenza si cimentò nella traduzione e introduzione de “ Il racconto del pellegrino di sant’Ignazio” (1966), di “Ecce homo di Nietzsche” (1969), di Detti e contraddetti di Karl Kraus (1972) e degli Aforismi di Zürau di Franz Kafka (2004).
Scrisse importanti postfazioni ad opere quali Wedekind (Mine-Haha), Stirner (L’Unico e la sua proprietà), Schreber (Memorie di un malato di nervi).
Da questa ultima opera trasse il protagonista del suo primo libro, il romanzo “L’impuro folle “(1974). A cominciare dagli anni ’80 , Roberto Calasso si dedicò ad un’opera che consta di diverse parti e dove tratta materie assai variegate e connesse tra di loro.
Infatti, si tratta di un’opera immensa che è composta di 11 volumi con oltre 4000 pagine e ne ricordo nell’ordine della pubblicazione i titoli e il periodo storico: La rovina di Kasch (1983), libro che tratta della figura di Talleyrand e della teoria del sacrificio; Le nozze di Cadmo e Armonia (1988), in cui approfondisce la visione della Grecia antica con la narrazione dei suoi miti fortemente intrisi con la storia, il pensiero e la letteratura; Ka (1996), libro in cui un procedimento analogo a quella delle Nozze viene trasfuso nella tradizione indiana, dai Veda al Buddha; K. (2002), che affronta la complessità dell’opera letteraria di Kafka; Il rosa Tiepolo (2006),in cui vi è al centro il grande artista Giambattista Tiepolo; La Folie Baudelaire (2008) che tratta dell’ intreccio di storie che si diramano da un sogno di Baudelaire; L’ardore (2010), che è un’opera sul mondo vedico; Il cacciatore celeste (2016), che racconta il passaggio dell’uomo da raccoglitore a cacciatore. Altre opere importanti sono ; L’innominabile attuale (2017); Il libro di tutti i libri (2019); La tavoletta dei destini (2020).
Vi sono numerosi saggi raccolti nel volume, La follia che viene dalle ninfe (2005). Da segnalare anche che “ La Folie Baudelaire” e “L’ardore” sono stati reputate tra le 100 opere italiane più rilevanti del ventennio 2000-2019 dal giudizio di una giuria di 600 addetti ai lavori di editoria e cultura convocata dalla rivista L’Indiscreto ,appunto chiamata a stilare un “canone italiano” contemporaneo.
Calasso in virtù di questa sua straordinaria produzione di opere riuscì ad ottenere un successo di vasta risonanza internazionale e nel 2000 divenne visiting professor for European Comparative Literature per la cattedra Weidenfeld presso l’Università di Oxford, dove ha tenuto e svolto le Weidenfeld Humanitas Lectures, poi raccolte l’anno successivo in La letteratura e gli dei e per questo volume ha ricevuto due premi, il Premio Speciale Viareggio-Rèpaci e il Premio Bagutta nel 2002.
Per Le nozze di Cadmo e Armonia ,opera pubblicate in ventidue paesi, ha ricevuto nel 1991 il Premio europeo Charles Veillon per la saggistica e il Prix du Meilleur Livre Etranger, mentre nel 2012 è stato insignito del Prix Chateaubriand per La Folie Baudelaire.
Per la sua opera ricevette anche nel 1996, a Vienna, l’Europäischer LiteraturPreis, il Warburg Preis nel 2007 e il Premio Formentor de las Letras nel 2016.
In particolare è stata riconosciuta e premiata la sua attività editoriale nel 2004 con il “Reconocimiento al Mérito Editorial” alla Feria Internacional del libro de Guadalajara, e poi il “Premio Gogol’” a Roma, nel 2011.
Venne anche eletto Literary Lion, a New York, nel 2000 diventa Foreign Honorary Member della American Academy of Arts and Sciences e nel 2007 viene nominato Commandeur de l’Ordre des Arts et des Lettres e Chevalier de la Légion d’Honneur, nel 2013 l’Università degli Studi di Perugia gli conferisce la laurea magistrale Honoris Causa in Lingue e letterature moderne e nel 2015 diventa Foreign Honorary Member della American Academy of Arts and Letters.
E nel 2008 persino una parte della sua tesi di laurea è apparsa come introduzione a Religio Medici di Thomas Browne, mentre il testo integrale è uscito in Messico presso Sexto Piso e Fondo de cultura economica nel 2010.
Aveva compiuto 80 anni ed era malato da tempo. Adesso l’Italia piange un gigante della cultura contemporanea.