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Arrestata la manager di fiducia del Cardinale Becciu

by Rosario Sorace

C’è stata una svolta clamorosa con l’arresto di Cecilia Marogna. La 39enne manager cagliaritana è ormai nota come la “lady” del cardinale per il rapporto fiduciario che la legherebbe al cardinale Angelo Becciu.

La manager, è stata fermata a Milano dalla Guardia di finanza poiché gli inquirenti vaticani hanno emesso un mandato di cattura internazionale attivando l’Interpol.

Becciu aveva affermato di avere intrattenuto rapporti con lei in relazione a operazioni finanziarie lecite: «Con Cecilia Marongia solo rapporti istituzionali».

Tuttavia, gli inquirenti vaticani, stanno esaminando con lenti di ingrandimento bonifici per mezzo milione di euro ricevuti dalla Santa Sede per operazioni segrete umanitarie in Asia e Africa, e finiti, quasi per la metà, invece nell’acquisto di borsette cosmetici e altri beni di lusso.

Marogna avrebbe avuto un patronage con una lettera firmata da Becciu che la accreditava come persona di sua fiducia, avendo così la possibilità di ricevere il denaro in diverse tranche tra il dicembre 2018 e il luglio 2019 sul conto corrente della Logsic d.o.o., la società, con sede a Lubiana, di cui è amministratrice.

Versamenti che sono stati effettuati tutti con causale «contributo per missione umanitaria». Di questi circa 500mila euro, però, quasi 200mila sarebbero stati spesi in vestiti, ristoranti e lussuosi accessori (tra l’altro 12mila euro da Poltrona Frau, 2.200 da Prada, 1.400 da Tod’s, 8.000 da Chanel).

Peraltro, la stessa Logsic si sarebbe rivelata una società “fantasma”, tanto che nel palazzo di Lubiana indicato si è trovato solo una casella postale che veniva condivisa con altre cinque società e, persino, un ufficio chiuso senza nemmeno la targhetta.

I bonifici in questione sarebbero stati firmati quando a Becciu era già succeduto come Sostituto agli Affari generali mons. Edgar Pena Parra, ma sarebbe stato proprio l’ex prefetto per la Congregazione delle Cause dei Santi a chiedere a monsignor Alberto Perlasca, all’epoca a capo dell’ufficio amministrativo della SdS (oggi indagato nell’inchiesta vaticana), di onorare gli accordi presi con la managing director della Logsic.

La Marogna si presentava come esperta in relazioni diplomatiche e diplomazia parallela e sarebbe entrata in contatto con il cardinale nel 2016, anno in cui si è proposta come mediatrice su crisi internazionali di vario genere.

Becciu si è difeso dicendo di sentirsi «truffato» ed è pronto a sporgere denuncia nei confronti della signora, precisando tramite il suo legale, l’avvocato Fabio Viglione, che «i contatti con Cecilia Marogna attengono esclusivamente questioni istituzionali».

La manager invece si è vantata di aver ottenuto «il risultato di aver costruito una rete di relazioni in Africa e Medio Oriente per proteggere Nunziature e Missioni da rischi ambientali e da cellule terroristiche», e ha spiegato che «i fondi in Slovenia erano di garanzia per le operazioni in Africa».

Poi sulle spese in beni di lusso ha anche chiarito: «Era una po’ una restituzione degli anticipi che io avevo utilizzato come mie risorse…svolgo una professione sensibile, particolare, non è che noi paghiamo via bonifico o ritenuta d’acconto…due anni prima» dei bonifici, «ho anticipato risorse per 220 mila pound…».

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