Il 15 marzo è la “Giornata Mondiale dei Diritti dei Consumatori”. La data non è casuale. Il 15 marzo 1962, il Presidente John F. Kennedy, per la prima volta, parla di diritti dei consumatori al Congresso degli Stati Uniti d’America e ne individua quattro ritenuti fondamentali: il diritto alla sicurezza, il diritto all’informazione, il diritto di scelta ed il diritto di essere ascoltati.
A distanza di sessant’anni ha senso ricordare la Giornata Mondiale dei Diritti dei Consumatori?
La nostra testata, sempre vicina ai cittadini ed ai problemi e temi reali degli stessi, ha deciso di parlarne con l’avv. Emilio Graziuso uno dei maggiori esperti in Italia di diritto dei consumatori e Responsabile dell’Associazione Nazionale “Dalla Parte dei consumatori.
Avvocato Graziuso che significato ha, oggi, celebrare la giornata mondiale dei diritti dei consumatori?
A livello simbolico, il fatto che sia prevista una “Giornata Mondiale dei Diritti dei Consumatori” è molto importante.
In tal modo, si riconosce, in modo inconfutabile, l’importanza e la centralità, a livello mondiale, dei consumatori e si consacrano gli stessi a categoria o, che dir si voglia, classe sociale.
I consumatori, quindi, rappresentano una categoria o classe sociale?
Purtroppo solo sulla carta.
Si spieghi meglio
I consumatori, almeno quelli italiani, non hanno la consapevolezza e, di conseguenza, lo spirito di appartenenza alla categoria.
Negli anni si sono registrati numerosissimi interventi legislativi a tutela dei consumatori.
Si è passati da un vero e proprio deserto normativo, agli inizi degli anni ’90 del secolo scorso, al codice del consumo e la tutela dei consumatori è divenuta una vera e propria branca del diritto.
Ora, però, bisogna lavorare per la costruzione di un figura di consumatore di carattere collettivo, superando, quindi, l’isolamento nel quale esso si trova.
Il consumatore è, quindi, isolato nonostante in Italia ci sono molte associazioni a tutela dello stesso?
Nel nostro Paese ci sono molte associazioni a tutela dei consumatori, alcune, come la nostra, di carattere nazionale, altre, invece, circoscritte a livello locale.
Tutte svolgono, a mero titolo di volontariato, un ruolo meritorio e fondamentale quale quello di assistere i consumatori in situazioni critiche nelle quali gli stessi si vengono a trovare.
Le associazioni, inoltre, a vari livelli, combattono per l’affermazione dei diritti dei consumatori e costantemente promuovono specifiche iniziative al riguardo.
Da questo punto di vista, quindi, il consumatore non è solo. Ma ciò non basta. Occorre una associazione di consumatori.
In che senso?
Un nuovo modello di realtà associativa che, intendiamoci, non si vada a sostituire a quello esistente ma che si affianchi ad esso.
Che idea di associazione ha in mente?
Il modello associativo al quale come Associazione Nazionale “Dalla Parte del Consumatore” stiamo lavorando, quotidianamente ed incessantemente, vale a dire una realtà, una aggregazione, organizzata e partecipata di consumatori.
Puntiamo, infatti, a realizzare un passaggio fondamentale ed inedito, vale a dire quello da consumatore associato o assistito, che dir si voglia, ad un consumatore militante.
Il nostro obiettivo è quello che i consumatori non si rivolgano o si associno alla nostra Associazione solo per la necessità di usufruire dei servizi forniti agli iscritti ma essi siano spinti a partecipare attivamente alla vita dell’Associazione o, quanto meno, ad aderire alla stessa perché si riconoscono nella battaglie che quotidianamente essa porta avanti.
Il nostro obiettivo principale è, quindi, la partecipazione attiva dei cittadini. Solo una aggregazione partecipata di consumatori può portare l’Associazione ad assumere un ruolo determinante a livello sociale ed a creare massa critica su determinate problematiche, come insegna l’esperienza delle associazioni a tutela dei consumatori negli Stati Uniti.
E come intendete realizzare questo nuovo modello associativo?
Ci rendiamo conto che la sfida è ambiziosa ma essa può essere vinta attraverso un lavoro, da parte nostra, serio, quotidiano e duraturo nel tempo, come quello che portiamo avanti da anni con ottimi risultati.
La creazione del modello associativo che proponiamo pone al centro l’informazione del cittadino in merito ai propri diritti.
Solo attraverso la conoscenza degli stessi, infatti, il consumatore può divenire consapevole del ruolo determinante che esso riveste all’interno del sistema economico. Un ruolo da protagonista e non da spettatore.
Come ogni percorso di crescita, dopo aver assunto consapevolezza di sé il consumatore potrà prendere atto della dimensione collettiva del proprio status e, quindi, sentire l’esigenza di costruire, attraverso la partecipazione attiva all’Associazione, una coscienza di classe, attraverso battaglie concrete alle quali aderire e contribuire.
Siamo convinti, quindi, che solo attraverso l’informazione si crea una coscienza di classe.
Ovviamente, oltre all’informazione, l’attività quotidiana che l’Associazione svolge riveste un ruolo altrettanto centrale per la creazione di questa nuova figura di consumatore attivo o militante.
Sin dalla sua fondazione “Dalla Parte del Consumatore” è stata una Associazione popolare ma non populista.
Selezioniamo, infatti, le tematiche da affrontare sulla base di problemi reali dei cittadini e, solo dopo averli studiati ed individuato proposte concrete di risoluzione, lanciamo le nostre battaglie.
Battaglie che svolgete “dentro e fuori le aule di tribunale”. “Daremo battaglia dentro e fuori le aule di Tribunale” è frutto di una mia dichiarazione rilasciata ad una testata giornalistica con riferimento ad alcune tristi vicenda di “risparmio tradito” che hanno coinvolto migliaia di consumatori italiani.
La frase, nel tempo, oltre che uno slogan ed un hashtag nei nostri post sui social, è divenuta un modus operandi che applichiamo a tutte le campagne a tutela dei diritti dei cittadini che portiamo avanti.
Crediamo, infatti, che, al di là delle azioni giudiziarie e delle vittorie ottenute con sentenze che hanno fatto da apripista per il riconoscimento dei diritti dei consumatori, l’Associazione ha il dovere di combattere le battaglie a difesa dei diritti della categoria che rappresenta anche fuori dalle aule di Tribunale, attraverso iniziative informative e di sensibilizzazione dell’opinione pubblica, cercando di intavolare un dialogo costruttivo con le controparti, avanzare proposte concrete alle Istituzioni, locali e nazionali, per il miglioramento del sistema e promuovendo strumenti alternativi alla risoluzione giudiziale delle controversie.
Un altro slogan della Associazione Nazionale “Dalla Parte del Consumatore” è “provvedimenti giudiziari e non semplici parole”
Si anche questo slogan, se lo vogliamo così definire, rispecchia l’impostazione di fondo della nostra associazione.
Come ho detto, l’Associazione Nazionale “Dalla Parte del Consumatore” è lontana da impostazioni di carattere populista.
Il populismo non serve ai consumatori.
Questi ultimi hanno bisogno di risposte concrete alle proprie istanze ed hanno bisogno di sapere se possono nutrire o meno speranze di veder riconosciuti i propri diritti.
Nel corso degli anni, nelle battaglie giudiziarie che abbiamo deciso di intraprendere dopo approfondito esame a livello nazionale, le risposte le abbiamo date con il riconoscimento concreto attraverso sentenze dei diritti dei consumatori, i quali, come nei casi di risparmio tradito, sono stati risarciti integralmente delle perdite subite.
Un ultima domanda: la vostra Associazione è interna o vicina a qualche partito politico?
“Dalla Parte del Consumatore” rivendica con orgoglio la propria indipendenza da partiti e sindacati. Essa, inoltre, non beneficia di alcuna forma di finanziamento pubblico. Queste scelte, se da un lato, non semplificano di certo la vita delle delegazioni dell’Associazione, soprattutto a livello locale, dall’altro, costituiscono per noi un vero e proprio punto di forza in quanto ci permettono di promuovere un consumerismo libero e senza deleghe.